I principi dell'Illuminismo e i suoi protagonisti
L'Illuminismo ha posto la ragione al centro della visione del mondo, proponendola come strumento per liberare l'uomo dall'ignoranza e dalla superstizione. Il motto kantiano "Sapere aude" (Osa sapere) esprimeva perfettamente questo spirito di autonomia intellettuale che sfidava tradizioni e dogmi.
Gli intellettuali illuministi come Voltaire, Diderot e Montesquieu non si limitarono a criticare l'ordine esistente, ma proposero alternative basate su giustizia, libertà ed uguaglianza. Immanuel Kant definì l'Illuminismo come "l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso", sottolineando l'importanza del pensiero autonomo libero da condizionamenti esterni.
Jean-Jacques Rousseau sviluppò il concetto di volontà generale nel suo "Contratto Sociale", sostenendo che la sovranità appartiene al popolo e che il governo legittimo deve nascere dal consenso collettivo. Adam Smith, invece, gettò le basi del liberismo economico con la sua "Ricchezza delle nazioni", teorizzando la "mano invisibile" del mercato che autoregola domanda e offerta.
💡 Non dimenticare Cesare Beccaria! Con "Dei delitti e delle pene" rivoluzionò il diritto penale, sostenendo che le pene dovessero essere proporzionate ai crimini e avere funzione deterrente, non punitiva o vendicativa.
Il dispotismo illuminato rappresentò un compromesso politico interessante: monarchi assoluti come Federico II di Prussia e Caterina la Grande di Russia introdussero riforme ispirate agli ideali illuministi pur mantenendo il potere centralizzato nelle proprie mani.