Il dispotismo illuminato
Alcuni sovrani del Settecento decisero di governare "al lume della ragione", dando vita al dispotismo illuminato. Questi monarchi assoluti avviarono riforme modernizzatrici ispirate alle idee illuministe, ma senza rinunciare al proprio potere.
I loro obiettivi erano chiari: aumentare le entrate fiscali (introducendo catasti e tassando anche i privilegiati), modernizzare l'economia e ridimensionare il potere della Chiesa cattolica. L'espulsione dei gesuiti da molti paesi europei fu una conseguenza di questa politica: i loro beni furono incamerati dagli Stati.
La collaborazione tra filosofi e sovrani fu fondamentale. I monarchi cercavano la legittimazione culturale degli intellettuali, mentre i filosofi speravano di influenzare le riforme. Tuttavia, questa alleanza aveva un limite: i sovrani mantennero sempre una concezione paternalistica del potere.
Federico II di Prussia fu il più coerente: abolì la tortura, ridusse la pena di morte, introdusse la tolleranza religiosa e creò il primo sistema europeo di istruzione elementare obbligatoria. Le sue riforme furono durature proprio perché graduali e ben pianificate.
Contraddizione fondamentale: I diritti riconosciuti ai sudditi erano concessioni "dall'alto", non frutto di un contratto sociale.
Riforme asburgiche e il caso russo
Maria Teresa d'Austria riformò amministrazione ed esercito, rese obbligatoria la scuola elementare e, dopo lo scioglimento dei gesuiti (1773), usò i loro beni per finanziare l'istruzione pubblica. A differenza di Federico II, osò tassare anche le terre aristocratiche.
Suo figlio Giuseppe II fu ancora più audace: concesse libertà religiosa, abolì la servitù della gleba, introdusse il matrimonio civile e la libertà di stampa. Troppo in fretta però - molte riforme furono cancellate dal suo successore per le forti resistenze nobiliari.
Caterina II di Russia incarnò tutte le contraddizioni del dispotismo illuminato. Consultò Diderot per le riforme, confiscò i beni della Chiesa ortodossa e tentò un nuovo codice legislativo. Ma quando scoppiò la rivolta contadina di Pugačev, si alleò con l'aristocrazia e addirittura rafforzò la servitù della gleba con la "Carta della nobiltà".
Il caso più drammatico fu la Polonia, spartita tre volte tra Russia, Prussia e Austria fino a "scomparire" dalla carta geografica. Paradosso amaro: proprio i sovrani "illuminati" cancellarono un regno che aveva tentato di darsi una costituzione ispirata ai principi illuministi.
Lezione della storia: Anche i governanti più "illuminati" non rinunciano mai alle ragioni di potenza quando sono in gioco i loro interessi strategici.