Crisi e trasformazione della società romana
Le conquiste romane cambiarono tutto: ora Roma combatteva guerre continue su territori lontanissimi! Questo significava che i contadini-soldati non potevano più tornare a casa durante l'estate per coltivare i loro campi.
Cosa successe? I piccoli proprietari furono costretti a vendere le loro terre all'aristocrazia a prezzi bassissimi. Nacquero così i latifondi, enormi proprietà lavorate da schiavi che sostituirono i piccoli campi familiari.
I contadini rovinati si trasformarono in proletari urbani in cerca di lavoro. Questo fenomeno, chiamato proletarizzazione del ceto contadino, creò due gravi problemi: meno cittadini arruolabili nell'esercito e masse di disoccupati che diventavano clienti dei potenti.
Attenzione: Questo cambiamento sociale sarà una delle cause principali delle future guerre civili romane!
Nel frattempo nacque una nuova classe sociale: gli equites (cavalieri). Il plebiscito Claudio del 218 a.C. vietava ai senatori di fare commerci, così questi ricchi imprenditori si occuparono di appalti pubblici, commercio marittimo e attività dei pubblicani nelle province.
Il sistema provinciale portò spesso a malgoverno: magistrati corrotti, estorsioni e furti d'arte diventarono comuni. Le province orientali erano le più ambite perché garantivano i bottini maggiori.
La società romana aveva ormai assunto la forma di una piramide: pochi ricchissimi in cima, un ceto medio in diminuzione e masse di proletari alla base.