Fra uomini e dei
I romani erano "i più religiosi fra gli uomini" e ne andavano fieri! Il re era il supremo sacerdote e doveva mantenere l'armonia tra cielo e terra. Se sbagliava i riti, gli dèi lo punivano - come accadde a Tullio Ostilio, ucciso da un fulmine di Giove.
Prima di ogni decisione importante consultavano gli dèi attraverso i segni: volo degli uccelli, fenomeni atmosferici strani, nascite mostruose. Gli auguri interpretavano questi segni, mentre gli arùspici esaminavano le interiora degli animali sacrificati.
Il politeismo romano aveva una caratteristica unica: la lista degli dèi poteva sempre crescere! I romani "traducevano" gli dèi stranieri identificandoli con i propri: Zeus divenne Giove, Atena divenne Minerva. Praticavano anche l'evocatio: invitavano gli dèi nemici a trasferirsi a Roma!
Quando conquistavano una città, non distruggevano gli dèi locali ma li rispettavano. Importarono il culto della dea Cibele dalla Frigia e costruirono templi sul Palatino. Per questo nel mondo romano non ci furono mai guerre di religione.
🏛️ Nota bene: Il mundus era una fossa scavata durante la fondazione dove ogni popolo metteva terra della propria patria, simbolo del carattere multietnico di Roma.