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La Germania dalla Repubblica di Weimar al Terzo Reich

29/9/2022

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CAP 8
Il dopoguerra tedesco
I socialdemocratici al governo
9 novembre 1918, 2 giorni dopo la fine della Prima guerra mondiale, l'imperatore

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CAP 8 Il dopoguerra tedesco I socialdemocratici al governo 9 novembre 1918, 2 giorni dopo la fine della Prima guerra mondiale, l'imperatore Guglielmo II abdicò > fine Secondo Reich. Viene proclamata la repubblica. Il Partito socialdemocratico (SPD) con grande consenso, assunse la guida del paese e uno dei suoi leader Friedrich Ebert divenne capo del governo. Si impegnò a garantire la legge, l'ordine e il rispetto per la proprietà privata e ottenne il consenso della borghesia (che fino ad ora lo ebbe la monarchia). Il socialismo tedesco era diviso al suo interno: riformisti, erano la maggioranza, si schierarono a favore della guerra dal 1914, ostili a ipotesi rivoluzionarie, disposti ad allearsi con la borghesia e a rispettare le istituzioni parlamentari; correnti più radicali.. rivoluzionari, avevano rifiutato la guerra (1914) indipendenti (USPD) che nel 1917 si erano separati dalla SPD sulla questione guerra. I rivoluzionari avevano dato vita alla Lega di Spartaco, i leader erano usciti dalla SPD, avevano idee molto radicali, diffidavano anche del leninismo poiché aveva dato troppo potere al partito e non alle masse. La rivolta spartachista Gli spartachisti organizzarono per il 1 gennaio 1919 un'insurrezione armata, contando sull'appoggio di operai che volevano una rivoluzione come in Russia (1917), obiettivo > abbattere il governo socialdemocratico e creare una repubblica socialista. La maggior parte dei soldati non si...

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Didascalia alternativa:

schierarono dalla loro parte, ma contro e difesero la loro patria dalla rivoluzione comunista. Si mobilitarono anche i Freikorps, reparti di volontari composti da ex soldati e ufficiali, armati dalla borghesia e sostenuti dal governo > impaurito da una possibile rivoluzione. Il 15 gennaio catturarono e uccisero i capi spartachisti. In primavera il potere era nelle mani del governo repubblicano. La Repubblica di Weimar e la nuova Costituzione 19 gennaio 1919, si tennero le elezioni per l'Assemblea costituente il cui compito era quello di stendere la costituzione. La SPD risultò il primo partito, ma non ottenne la maggioranza assoluta e dovette creare una coalizione con i cattolici del Zentrum e i liberal-democratici. Accordarono l'elezione del primo presidente della Repubblica di Weimar > Friedrich Ebert. La nuova costituzione venne approvata l'11 agosto 1919 e risultò progressista: - mantenne l'impianto federale ma prevedeva il rafforzamento dei poteri del Parlamento di cui il governo era responsabile, - estendeva il diritto di voto alle donne. - Il popolo avrebbe eletto il Parlamento e un Presidente della Repubblica dotato di ampi poteri > nominare il cancelliere (capo dell'esecutivo), sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni; aveva inoltre poteri straordinari (art 48): proclamare lo stato di emergenza, di governare per decreto (senza il normale iter di approvazione delle leggi) e divenne capo supremo dell'esercito. Questo accentramento del potere nel presidente rivelò la debolezza del regime di Weimar. Una repubblica fragile La democrazia repubblicana risultò fin da subito fragile. Venne appoggiata in una prima fase dalle alte gerarchie dell'esercito e dalla borghesia, che apprezzarono il modo in cui il governo aveva soffocato nel sangue la rivolta spartachista, ma la maggior parte di essi era di idee conservatrici e monarchiche e preferiva un regime autoritario. Inoltre, anche i comunisti non erano favorevoli alla repubblica, non perdonavano al governo la repressione della rivolta e non rinunciarono alla possibilità di una svolta rivoluzionaria. In generale molti tedeschi erano ostili alla nuova repubblica di Weimar, in primo luogo perché: era direttamente connessa all'accettazione dello status quo del trattato di Versailles, con il quale la Germania perse ampi territori popolati dai tedeschi e tutti i suoi diritti e titoli sui possedimenti d'oltremare. Le perdite territoriali suscitarono nella popolazione un bruciante risentimento e prepararono un facile terreno per gli esponenti politici di destra che desideravano un governo autoritario capace di risollevare le sorti della nazione. Inflazione e stabilizzazione monetaria Il senso di umiliazione della popolazione tedesca venne alimentato dalla gravissima crisi economica che colpì la Germania. L'economia era già in ginocchio per il grande sforzo nella guerra, in più la disoccupazione aveva raggiunto livelli altissimi in quanto non si erano riusciti a riassorbire i reduci di guerra. Nel 1923 ci fu un crollo del valore della moneta a causa dell' occupazione della Ruhr da parte di Francia e Belgio per il mancato pagamento delle riparazioni di guerra della Germania, così i risparmi della popolazione vennero prosciugati e coloro che ricevevano uno stipendio fisso furono ridotti alla fame. Nel 1923 salì al governo il leader liberal-nazionale Stresemann, che attraverso un rigido controllo sul bilancio e con una riforma fiscale diretta a stabilizzare la moneta, fece riprendere lievemente l' economia. Le misure attuate da Stresemann attirarono l'attenzione degli Stati Uniti che decisero di sostenere l'economia tedesca con ingenti investimenti. Così nel 1924 venne varato il piano Dawes e la Germania poté riprendere fiato sul piano economico e concludere il pagamento delle riparazioni di guerra. Lo spirito di Locarno Un altro obiettivo di Stresemann era la normalizzazione dei rapporti con le nazioni vincitrici. Nel 1925 firmò il trattato Locarno, con il quale Germania, Francia e Belgio si impegnavano a rispettare i confini delle nazioni limitrofe. In caso contrario l'Italia e l'Inghilterra sarebbero dovute intervenire. L'impegno del governo tedesco venne premiato con l'annessione della Germania alla Società delle Nazioni. L'ascesa del nazismo e la crisi della Repubblica di Weimar Un movimento d'estrema destra La politica di Stresemann non provocò gli effetti benefici desiderati e tra la popolazione tedesca crebbero sentimenti di frustrazione e sfiducia verso il governo. Fra i movimenti politici che minacciavano la politica di Weimar c'era il piccolo Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, abbreviato in Partito nazista. I nazionalsocialisti volevano abbattere la democrazia per sostituirla con una dittatura (inoltre per esaltare la Germania imperiale volevano sconfessare il Trattato di Versailles per riottenere i territori perduti). Il partito nazista, fondato da Adolf Hitler, reclutava molti reduci di guerra organizzati in squadre armate (di tipo paramilitare) chiamate Squadre d'assalto ed erano guidate da Ersnt Rohm e avevano le camicie brune. Ad esse guardavano con simpatia una buona parte delle forze armate, dei ricchi industriali e più avanti dei ceti medi. L'antisemitismo nazista Nel programma del partito nazista ci fu fin da subito un fortissimo sentimento antisemita, Hitler sosteneva che può essere cittadino dello Stato solo chi ha sangue tedesco e che la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale fosse dovuta ad una cospirazione degli ebrei (perchè i ricchi banchieri controllavano l'alta finanza europea e statunitense). L'immagine del banchiere ebreo che si arricchisce con le speculazioni in Borsa, suscitava facilmente l'odio dei reduci disoccupati o degli impiegati e dei negozianti rovinati dall'inflazione, perchè rispondeva al loro bisogno di un capro espiatorio. Hitler mostrava ai tedeschi i veri colpevoli della loro miseria e grazie alle sue doti oratorie nei suoi discorsi si mostrava come il salvatore della Germania, l'unico in grado di portare la stabilità economica e la giustizia sociale nel paese. Il putsch di Monaco Nel 1923 a Monaco, Hitler e i nazisti tentarono un colpo di Stato o putsch con l'appoggio di alcuni ufficiali dell'esercito. Hitler riteneva di poter ottenere lo stesso successo della marcia su Roma ma il movimento nazista era ancora debole e il putsch di Monaco venne sventato dalla polizia e Hitler e i suoi seguaci finirono in carcere. Nonostante ciò il governo repubblicano dimostrò tutta la sua debolezza perché non osò punire i nazisti, temendone la popolarità. Per questo Hitler fu scarcerato dopo pochi mesi e grazie a ciò egli ebbe modo di scrivere un libro dal titolo "Mein Kampf", il quale evidenziava tutti i punti fondamentali del programma politico nazista: > denuncia del trattato di Versailles > ricostruzione di un grande esercito > il recupero di tutti i territori abitati da tedeschi perduti dopo la sconfitta > annientamento popolazione ebraica > la ricerca di un Lebensraum (uno spazio vitale necessario alla dominante razza ariana) Crescita di consenso del Nazismo. Hitler iniziò a ritenere plausibile un'affermazione del suo partito sulla base di un confronto elettorale. Nel 1925 morì Ebert la cui presidenza non aveva avuto consensi unanimi e la carica di reichspräsident fu affidata a Paul von Hindenburg, (generale noto durante la Grande guerra) di stampo nazionalista, autoritario e di orientamento ideologico monarchico. A complicare la situazione fu la crisi economica del 1929, con il crollo della borsa di Wall Street la crisi americana trascinò con sé tutti i paesi legati tra cui la Germania rendendola particolarmente vulnerabile. 1930 nasce un governo di centro destra guidato da Heinrich Brüning che avviò una politica deflattiva riducendo le spese dello Stato e i salari ma aumentarono comunque le disoccupazioni e il malcontento favorendo così il successo elettorale dei movimenti estremisti sia di destra sia di sinistra. A trarne vantaggio fu il partito di Hitler, nelle elezioni del settembre 1930 ottenne 6 milioni di voti e risultò il secondo partito del paese. Hitler al potere Nel 1932 il partito nazista risultò il primo per numero di consensi col 37,4%, Hitler chiese la guida del governo. La Germania era del tutto ingovernabile sia per la disoccupazione sia per l'impossibilità di formare in parlamento una maggioranza, per questo gli scontri tra nazisti e comunisti erano all'ordine del giorno. Nonostante Von Hindenburg non intendesse assecondare Hitler nel gennaio 1933 il presidente della Repubblica dovette constatare che il leader nazista poteva garantire il governo al paese. Il 30 gennaio 1933 Von Hindenburg nominò proprio Hitler cancelliere del Reich ponendo le premesse per la fine della Repubblica di Weimar. L'incendio del Reichstag Hitler era diventato cancelliere di una Repubblica parlamentare e avrebbe dovuto governare democraticamente. Tuttavia poco tempo dopo la sua nomina si verificò un episodio che favorì progetti dittatoriali, il 27 febbraio 1933 il Reichstag (sede del parlamento) fu devastata. Sfruttando l'arresto di un comunista der Nube nei pressi del parlamento, accusarono dell'attentato i comunisti e ne approfittarono per scatenare una repressione, la confessione fu estorta sotto tortura e fu condannato a ghigliottina e molti capi della sinistra vennero assassinati. L'incendio fu sfruttato dai nazisti per estendere il proprio potere, soppressero tutte le libertà, ripristinarono la pena di morte e tolsero potere alla polizia. Lo scioglimento del Reichstag 5 marzo 1933 si tennero nuove elezioni neanche questa volta i nazionalsocialisti riuscirono ottenere la maggioranza ma ormai Hitler era deciso a governare senza il parlamento. Per questo propose una legge secondo cui il potere legislativo sarebbe stato sottratto al parlamento e trasferito al governo, poiché tale provvedimento comportava una modifica della Costituzione necessitava di essere votato dai 3 dei deputati. Non disponendo di tale maggioranza Hitler fece arrestare 81 deputati comunisti e ottenne l'appoggio esterno (da parte di partiti che non fanno parte della maggioranza politica). Il passaggio di tutti i poteri al governo fu decisivo e dopo l'approvazione della legge i partiti di opposizione furono soppressi. La Repubblica di Weimar era finita e la Germania si era trasformata in una dittatura. La notte dei lunghi coltelli La presa al potere di Hitler fu completa grazie a un feroce regolamento dei conti all'interno dello stesso partito nazionalsocialista. Il dittatore non aveva più bisogno delle SA e il capo di queste Ernst Rohm riteneva che il nazismo avrebbe dovuto realizzare una seconda rivoluzione per abbattere il capitalismo borghese. Lo scontro tra i due avvenne il 30 giugno 1934 noto come la notte dei lunghi coltelli Hitler fece uccidere il suo avversario, gli esponenti della SA e gli avversari politici. Le SS Un'altra organizzazione armata erano le s.s. create inizialmente come guardia personale di Hitler divenute poi un corpo scelto sui criteri fisici secondo teorie hitleriane. Vennero affidate a Himmler ed erano incaricate in un primo momento dello spionaggio e successivamente della gestione dei campi di concentramento. Il Terzo Reich 1934 von Hindenburg (presidente delle Rep) morì e portò un accrescimento dei poteri di Hitler, divenuto cancelliere, Capo dello Stato e comandante supremo dell'esercito (Fuhrer). La nuova Germania venne ribattezzata Terzo Reich, tutti i poteri erano nelle mani di Hitler =capo assoluto. Nella Germania nazionalsocialista il cittadino non aveva alcun diritto soltanto l'esercito godeva di autonomia, controbilanciata però dalle SS. I nazisti dominavano anche la polizia di Stato a cui si aggiunse la Gestapo > polizia segreta incaricata di radicare il dissenso politico, questa non doveva rispondere alla magistratura e quindi non esitava a torturare e uccidere gli oppositori e instaurò un clima di terrore. Il sistema concentrazionario: un simbolo per ogni associalità I campi di concentramento detti in tedesco lager, erano usati con l'intento di sbarazzarsi dell'opposizione politica ma anche di coloro ritenuti estranei alla società tedesca per la sua purezza. I primi furono creati dal 1933 tra cui Dachau per rinchiudere gli avversari politici e poi dal 38 anche gli ebrei. Gli Untermenschen(subumani )erano intralcio alla societa, per questo nei campi di concentramento venivano cuciti sulle divise dei triangoli colorati per riconoscerli( giallo > ebrei, rosa >omosessuali, nero> disoccupati etc) Il nazismo e il mondo del lavoro Per aumentare il consenso Hitler varò una serie di interventi tra cui costruzione di autostrade, piazze e edifici, sul piano economico creò un programma di lavori pubblici. Su iniziativa di Hitler venne creata una nuova fabbrica di automobili, la Volkswagen (1938). Realizzata la Deutsche Arbeitsfront un'organizzazione che aveva il compito di riunire lavoratori e datori di lavoro, finalizzata a realizzare gli obiettivi del regime. Il totalitarismo nazista Ogni aspetto della vita tedesca doveva essere dominato dal nazismo. Tutte le associazioni, di qualunque genere, vennero sciolte o convertite in nuove di stampo nazista. I giovani vennero inquadrati fin dall'infanzia in organizzazioni di tipo militare, la Hitlerjugend (Gioventù hitleriana), con lo scopo di creare una nuova generazione fanatica che ignorasse l' esistenza di idee diverse da quelle naziste e che una volta adulta avrebbe fatto "tremare il mondo". Il nazionalismo L'ideologia nazista ruotava intorno a un nazionalismo esasperato. Ogni tedesco doveva essere pronto a dare la vita per il popolo a cui apparteneva. L' identità tedesca nasceva dalla razza, considerata biologicamente superiore a tutte le altre, e dal territorio in cui nel tempo i tedeschi s'erano radicati, il sacro suolo germanico. (Blut und Boden= sangue e suolo). Ma non potevano accontentarsi solo di quello e con la teoria dello spazio vitale (Lebensraum) i tedeschi avevano bisogno di spazi ben più ampi, da conquistare a scapito dei popoli inferiori. Questo giustificò le guerre di aggressione di Hitler. Il razzismo La concezione razzista era ampiamente condivisa e appoggiata anche da numerosi scienziati. Si credeva che le diverse etnie avessero profonde differenze di intelligenza e di carattere, oltre a quelle fisiche, fissate dalla natura e insuperabili. Una volta fissato questo principio risultava accettabile e consequenziale stabilire una gerarchia delle razze, secondo la quale la razza superiore era quella ariana, di cui i tedeschi erano i rappresentanti più puri. Questa però comprendeva anche gli scandinavi e anglosassoni. Molto inferiore era la razza latina, per esempio francesi e italiani. Considerata subumana era la razza slava e al pari di animali nocivi c'erano gli ebrei, capaci di contaminare e corrompere le razze superiori con la loro presenza. I nazisti credevano inoltre che gli americani fossero di ceppo germanico, ma comunque corrotti e indeboliti dalla presenza degli ebrei e che la rivoluzione d' ottobre fosse stata provocata dai giudei russi. C'era una concezione pseudoscientifica che giustificava la pretesa di cancellare ogni presenza ebraica e di persone disabili e malate di mente dalla Germania, per evitare la contaminazione della razza. Applicarono le teorie eugenetiche (pratiche medico-scientifiche diffuse nella Germania nazista con lo scopo di migliorare e sviluppare le caratteristiche un' etnia, prevenendo la nascita di soggetti "indesiderabili" attraverso il ricorso dell' infaticidio e aborto. Il culto della forza Per le razze superiori era giusto sconfiggere e sterminare le razze considerate inferiori. Ogni forma di dubbio o compassione per i più deboli era considerata inopportuno. La Germania era perciò destinata a dominare sulle altre nazioni in quanto si trovava al vertice di una presunta gerarchia delle Nazioni. Il principio dello Herrenvolk (popolo dominatore) avrebbe giustificato il disprezzo della razza germanica nei confronti delle altre etnie inferiori. I roghi di libri Per la rigenerazione spirituale dei tedeschi era necessario che la loro cultura venisse depurata quindi andava eliminato tutto quello che era legato alla razza ebraica. Gli ebrei venivano incolpati della crisi mondiale della finanza, di aver impedito che l'anima tedesca potesse manifestarsi totalmente. 10 maggio 1933 a Berlino e altre città, studenti tedeschi bruciarono migliaia di libri che il regime aveva vietato, erano ovviamente libri scritti da ebrei e altri nemici = roghi dei libri. L'allineamento della cultura Bisognava trasmettere in modo persuasivo i valori del nazismo, Questa missione spettava alla "Camera per la cultura del Reich", sotto la guida di Joseph Goebbels. Per ogni settore venne istituita una sotto camera a cui tutti dovevano essere iscritti e di cui si era tenuti a seguire le direttive. La Germania fu dominata dalle idee naziste fu il cosiddetto allineamento della cultura secondo cui ogni mezzo era utilizzato per la propaganda. Il Terzo Reich divenne il modello compiuto del totalitarismo. Totalitarismo Si riferisce ad alcuni regimi politici sorti nel 900 ovvero il nazismo, comunismo stalinista e il fascismo italiano. Storicamente il termine fu introdotto in Italia negli anni 20 in modo denigratorio nei confronti del partito fascista. Successivamente venne adoperato dai fascisti stessi in un'accezione positiva per evidenziare la volontà di imporsi senza limitazione. Aspetti essenziali: -esistenza di un partito unico dotato di legittimitá -presenza di un leader indiscusso -ideologia ufficiale, non era possibile esprimere dissenso -uso sistematico della violenza (terrore poliziesco nei confronti delle opposizioni e di qualunque gruppo sociale non corrispondente all'ideologia ufficiale del regime). -progetto di un completo assoggettamento della società alla politica -ricorso costante alla propaganda con lo scopo di mobilitare le masse condizionandole. La centralità della figura di Hitler Ein volk, ein Reich, ein Führer era uno degli slogan più usati, il carisma di Hitler contribuì a costruire il consenso intorno al nazismo, seppe rendere la sua autorità sia dal punto di vista istituzionale che giuridica incontestabili e la sua capacità decisionale indiscutibile grazie ai legami basati sulla fedeltà personale. I rapporti con i cattolici e protestanti Le Chiese cristiane in Germania sottovalutarono il regime hitleriano. Nel 1933 la Santa Sede firmò un concordato con la Germania per far cessare la propaganda antireligiosa. Pio XI nel 1937 emana L'enciclica Mit brennender sorge (con viva preoccupazione) per denunciare il mancato rispetto del concordato. Anche il mondo protestante non voglio non seppe forse a Hitler. Hitler mise a capo della chiesa evangelica un suo amico Muller ed emanò una legge di unificazione tra le chiese rimettendo i poteri nelle mani dell'amico. Questa legge però portò alla nascita della chiesa confessante, un movimento di opposizione religiosa antinazista il cui fondatore Niemöller. La discriminazione degli ebrei L'antisemitismo era un tratto caratterizzante del nazismo, in quegli anni la tesi del complotto internazionale ebraico era largamente diffusa tanto che il documento antisemita i protocolli dei Savi di Sion venne riproposto dall'ideologo Rosemberg e fu ristampato. Hitler apprezzava a tal punto da basare sul suo contenuto la politica razziale del regime ed a farlo studiare nelle scuole. Gli ebrei nel 1933 vennero discriminati per legge. Dalla discriminazione alle persecuzioni La condizione degli ebrei si aggravò nel 1935 con l'approvazione delle leggi di Norimberga che garantivano la preservazione della razza ariana, venne preclusa la possibilità di esercitare alcune professioni, venne impedito ogni contatto con i tedeschi puri ariani (lebenslauf-spazio vitale). I matrimoni già celebrati vennero dichiarati nulli e dopo l'approvazione delle leggi, numerosi ebrei scelsero di emigrare. La sera del 9 novembre 1938 la cosiddetta Notte dei cristalli Hitler scatenò nuove violenze antiebraiche, fu evidente a tutti che non esistevano più le condizioni per gli ebrei di condurre una vita sicura. Ma per molti cittadini fuggire era troppo tardi. La notte dei cristalli viene considerata uno spartiacque nella storia tedesca se prima le violenze antiebraiche erano tollerate ma non organizzate, questa volta il governo ne fu direttamente responsabile.