Tra successi e sconfitte
Spinto da interessi politici ed economici, Giolitti riprese la politica coloniale con la guerra in Libia nel 1911. L'Italia dichiarò guerra alla Turchia, che dominava la Libia, e dopo un anno di conflitto ottenne la cessione del territorio con il trattato di Losanna. Tuttavia, l'avventura coloniale comportò notevoli spese, beneficiando principalmente banche, armatori e industria militare.
Highlight: Nel 1912 venne introdotto il suffragio universale maschile, un importante passo verso la democratizzazione del paese.
Giolitti cercò di avvicinare alle istituzioni i due grandi movimenti di massa dell'epoca: socialisti e cattolici. Nel 1913 stipulò il patto Gentiloni con l'Unione Elettorale Cattolica, ottenendo così la maggioranza. Tuttavia, la guerra in Libia e la crisi economica indebolirono il governo Giolitti, portando alle sue dimissioni e alla fine dell'età giolittiana.
La cultura italiana
Durante l'età giolittiana si diffuse definitivamente in Italia la cultura di massa, grazie alla pubblicazione di numerosi giornali, alla diffusione della pubblicità e a un'attiva industria editoriale. Nacquero nuove idee e discipline, come l'antropologia criminale di Cesare Lombroso.
Definizione: L'antropologia criminale di Lombroso distingueva tra "delinquente nato", con tendenze criminali innate, e "delinquente occasionale", recuperabile perché spinto al crimine da fattori esterni.
Un importante movimento culturale dell'epoca fu il futurismo, l'unico movimento d'avanguardia nato in Italia in quel periodo. Fondato da Filippo Marinetti con il suo Manifesto del Futurismo, questo movimento esprimeva una violenta rottura con il passato, esaltando il pericolo, la ribellione e la nuova civiltà tecnologica.
Quote: "Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità." - Filippo Marinetti, Manifesto del Futurismo
Il futurismo cercava di interpretare la nuova realtà attraverso la scienza e la tecnica, rappresentando un'importante svolta nella cultura italiana dell'epoca.