Le Guerre Balcaniche e l'ascesa del nazionalismo
I Balcani all'inizio del '900 erano una regione di grande interesse strategico, contesa tra gli imperi Ottomano, Russo e Austro-ungarico. La Macedonia, in particolare, era al centro dell'attenzione per la sua posizione commerciale privilegiata. Dopo le lotte tra Russia e Turchia del 1878, erano nati quattro nuovi stati autonomi intorno ad essa.
La Prima Guerra Balcanica scoppiò nell'ottobre 1912 quando Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia formarono la Lega Balcanica e, con l'appoggio della Russia, attaccarono l'Impero Ottomano. I turchi furono sconfitti e persero tutti i territori europei tranne Istanbul. Fu creato il regno d'Albania per impedire l'espansione russa verso il Mediterraneo.
Nella Seconda Guerra Balcanica, l'Impero Ottomano subì un ulteriore indebolimento. Questi conflitti ridisegnarono la mappa dei Balcani e crearono tensioni che avrebbero contribuito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. La Serbia, culturalmente vicina alla Russia, aspirava a creare uno stato panslavo.
⚠️ Importante: Il nazionalismo di fine '800 non era solo un sentimento patriottico, ma un'ideologia che elevava la nazione al di sopra di qualsiasi altro valore, giustificando l'espansione coloniale come "missione civilizzatrice".
Il nazionalismo si unì alle teorie razziste basate su una distorsione delle idee di Darwin sulla selezione naturale. Secondo questa visione, le nazioni più "forti" avevano il diritto di dominare quelle più "deboli", in una lotta per la supremazia considerata necessaria per il progresso. Queste ideologie crearono il terreno fertile per i conflitti mondiali del XX secolo.