La Fine della Prima Guerra d'Indipendenza e le Conseguenze per l'Italia
Il periodo conclusivo del risorgimento italiano nel 1849 rappresentò un momento cruciale per la storia della penisola. Gli eventi di marzo segnarono una svolta decisiva quando il governo piemontese, in un tentativo di riprendere l'iniziativa militare, denunciò l'armistizio il 12 marzo, riprendendo le ostilità contro l'Austria. Questo atto coraggioso ma rischioso si rivelò fatale per le aspirazioni immediate dei patrioti italiani del risorgimento.
La battaglia di Novara, combattuta tra il 21 e il 23 marzo, si concluse con una pesante sconfitta per l'esercito piemontese. Questa disfatta militare portò all'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II, un passaggio di consegne che avrebbe avuto conseguenze durature per il futuro dell'Italia. L'Armistizio di Vignale, firmato il 24 marzo, permise al Piemonte di mantenere sia il Re che lo Statuto Albertino, trasformandolo nell'unica monarchia costituzionale della penisola.
Evidenziazione: Il Piemonte, nonostante la sconfitta militare, riuscì a preservare la sua autonomia costituzionale, diventando un faro di speranza per il movimento unitario italiano.
Nel frattempo, la situazione a Roma prese una piega drammatica. Papa Pio IX, esiliato a Gaeta, lanciò un appello alle potenze cattoliche per recuperare il suo trono. La risposta non si fece attendere: Luigi Napoleone e l'Austria inviarono truppe per schiacciare la Repubblica Romana. Il 4 luglio 1849, Roma cadde sotto l'assalto francese, mentre il 24 agosto anche Venezia si arrese agli austriaci. Questi eventi segnarono la fine della fase rivoluzionaria del risorgimento italiano, con il ritorno dei sovrani legittimi Leopoldo II in Toscana e Ferdinando II nel Regno delle Due Sicilie.