Gaio Gracco e il Fallimento delle Riforme
Dieci anni dopo, nel 123 a.C., Gaio Sempronio Gracco viene eletto tribuno per continuare l'opera del fratello. La sua strategia è più ampia: vuole unire tutte le forze progressiste contro i conservatori del Senato.
Gaio propone riforme rivoluzionarie: permette ai cavalieri (la classe mercantile) di partecipare ai tribunali e vuole concedere la cittadinanza alle popolazioni italiche. Il suo obiettivo è creare un'alleanza tra plebe, cavalieri e alleati contro l'aristocrazia.
Il Senato però gioca d'astuzia: convince la plebe che dare la cittadinanza agli italici significherebbe dividere con loro le distribuzioni di grano. Quando Gaio non riesce a farsi rieleggere per la terza volta, viene dichiarato nemico dello Stato.
Nel 121 a.C. Gaio, ormai sconfitto, si fa uccidere da uno schiavo per evitare la cattura. Con la morte dei due fratelli Gracchi finisce il primo tentativo di riforma della Repubblica, ma inizia un secolo di guerre civili che porterà alla fine del sistema repubblicano.
Punto chiave: Il fallimento dei Gracchi dimostra come le riforme pacifiche fossero ormai impossibili - da questo momento la politica romana sarà dominata dalla violenza.