Gli Hittiti: Conquistatori dell'Anatolia
Immagina di essere un popolo nomade delle steppe che improvvisamente diventa una superpotenza del mondo antico! Questo è quello che accadde agli Hittiti quando arrivarono nella penisola anatolica nel secondo millennio a.C.
Il loro segreto? Tre innovazioni militari rivoluzionarie che li resero imbattibili: il cavallo, il carro da guerra e le armi di ferro. Mentre altri popoli combattevano ancora a piedi con armi di bronzo, gli Hittiti dominavano i campi di battaglia con la loro tecnologia superiore.
Inizialmente il territorio era frammentato in tanti piccoli principati che litigavano continuamente tra loro. Ma nel 1650 a.C. tutto cambiò: un re riuscì a unificare tutti sotto un'unica corona e fondò la capitale Hattushas.
Il momento di massimo splendore arrivò con il re Shuppiluliuma, che guidò gli Hittiti alla conquista della Siria e del Libano. Questo però scatenò un conflitto epico con l'Egitto, perché quei territori appartenevano ai faraoni! La guerra si concluse con la famosa battaglia di Qadesh - un pareggio che portò al primo trattato di pace della storia.
Curiosità: Il trattato di pace tra Hittiti ed Egizi è considerato il primo accordo diplomatico scritto della storia umana!
Purtroppo questo grande impero finì nel 1200 a.C. quando i misteriosi "popoli del mare" invasero e distrussero sia il regno hittita che quello egizio.
La società hittita era guidata da un re-sacerdote-comandante scelto dall'aristocrazia guerriera. L'economia prosperava grazie al commercio di legname, argento e rame, mentre culturalmente adottarono la scrittura cuneiforme mesopotamica e svilupparono un'architettura monumentale. Come religione praticavano il politeismo, adorando divinità che rappresentavano le forze della natura.