Il secondo dopoguerra in Italia rappresenta un periodo di straordinaria trasformazione economica e sociale per il paese.
Il periodo tra il 1946 e il 1975, noto come "Miracolo economico italiano", ha visto l'Italia trasformarsi da paese prevalentemente agricolo a potenza industriale. Durante il boom economico in Italia anni '50-60, il paese ha registrato tassi di crescita eccezionali, con un aumento medio del PIL del 6,3% annuo. Questo periodo è stato caratterizzato da profondi cambiamenti sociali: l'urbanizzazione si è intensificata, con massicci spostamenti di popolazione dal Sud al Nord industrializzato, mentre il tenore di vita degli italiani è migliorato significativamente grazie alla diffusione di elettrodomestici, automobili e altri beni di consumo.
Un momento cruciale di questo periodo è stato il "Biennio rosso" (1919-1920), caratterizzato da intense lotte operaie e contadine. Le Leghe rosse hanno guidato occupazioni di fabbriche e terre, richiedendo migliori condizioni di lavoro e riforme sociali. Questo periodo di agitazione sociale ha influenzato profondamente la politica italiana del dopoguerra, contribuendo alla nascita di nuovi partiti e movimenti. I partiti politici italiani nel secondo dopoguerra si sono riorganizzati attorno a tre principali correnti: la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. La ricostruzione post-bellica ha beneficiato del Piano Marshall, che ha fornito aiuti economici fondamentali per la ripresa industriale. L'Italia ha anche avviato importanti riforme strutturali, come la riforma agraria e la creazione di enti statali per lo sviluppo economico, che hanno posto le basi per il successivo boom economico degli anni '70.