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L'età Giolittiana: riassunto e schema

27/6/2022

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<h2 id="darudinagiolitti">Da Rudinì a Giolitti</h2>
<p>Dal 1896 al 1901, in Italia si assiste al governo Rudinì, nel quale le nuove forze g

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Da Rudinì a Giolitti

Dal 1896 al 1901, in Italia si assiste al governo Rudinì, nel quale le nuove forze governative iniziarono a vedere con ostilità i socialisti. Nel 1898, successe che una grave crisi economica colpì l'Italia. A causa dell'aumento del prezzo del pane, ci fu un'ondata di proteste e a Milano il generale Bava Beccaris, con l'autorizzazione del re Umberto I, ordinò di cannoneggiare la folla causando una strage. Molti dirigenti socialisti vennero arrestati, e la libertà di stampa fu limitata. Data la situazione, Rudinì si dimise e fu sostituito dal generale Pelloux, il quale intendeva proseguire con la linea repressiva.

L'ostruzionismo dell'estrema sinistra lo costrinse però a sciogliere le camere e a indire nuove elezioni, che videro avanzare i socialisti con la sua conseguente dimissione. Nel giugno del 1900 il governo fu affidato così ad un moderato al di sopra dei partiti, Giuseppe Saracco, per un governo di transizione durante il quale un grave attentato terroristico scosse nuovamente la vita del paese: il 29 luglio 1900, il re Umberto I fu ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci che voleva vendicare le vittime di Milano. Il nuovo re fu Vittorio Emanuele III che affidò il governo ad un leader di sinistra: Zanardelli. Come ministro degli interni, Zanardelli scelse Giolitti, per far assumere al governo un ruolo arbitrato nelle lotte sociali.

Decollo industriale

Secondo il governo Giolitti lo stato liberale non aveva nulla da temere con l'avanzamento delle forze progressiste. Fu così che la politica giolittiana favorì il cosiddetto decollo industriale. Lo sviluppo si concentrò maggiormente nel triangolo industriale, formato da Milano, Torino e Genova, che venne sostenuto in gran parte dal capitale bancario e protetto dalla politica del protezionismo doganale.

Il settore siderurgico, nonostante l'alto costo delle materie prime, ebbe un impetuoso sviluppo. L'industria automobilistica vide l'affermarsi di aziende quali l'Alfa Romeo, la Lancia e la Fiat, mentre l'industria idroelettrica mosse i suoi primi passi con la società Edison. È questo quindi il periodo in cui si ha un aumento del reddito pro capite di circa il 30%, e si vede la nascita di Banche miste. Tuttavia, lo sviluppo si era concentrato prevalentemente al nord, dando luogo alla questione meridionale. Vi era infatti un grande divario tra nord e sud, che continuava ad essere affetto dal suo male cronico: l'analfabetismo. È chiaro quindi che il mezzogiorno era in preda al clientelarismo, una pratica per cui personaggi influenti o individui inseriti di amministrazioni pubbliche siglano accordi finalizzati al proprio vantaggio.

Iniziò così a diffondersi la malavita, la mafia siciliana e la camorra napoletana, due fenomeni criminali che nemmeno Giolitti riuscì ad estirpare, anzi, addirittura talvolta se ne servì. Proprio per questo motivo si guadagnò il nome di Ministro della Malavita, affibbiatogli da Gaetano Salvemini.

Giolitti e la politica interna

A questo punto della storia italiana, Giolitti tentò di allargare le basi del consenso di cui godeva, integrando la sinistra radicale ai socialisti. Il Partito Socialista, guidato da Filippo Turati, era tripartito: in esso si individuavano i riformisti, favorevoli a collaborare con Giolitti e ad abbandonare le idee rivoluzionare. A sinistra invece si collocavano coloro che acclamavano la Rivoluzione, mentre al centro si andava a collocare Turati, che era favorevole alle riforme ma allo stesso tempo perseguiva un obbiettivo rivoluzionario.

Giolitti offrì quindi a Turati un posto nel suo governo, che però non accettò. Le motivazioni erano chiare, se Turati avesse accettato, sarebbe stato accusato di revisionismo dal suo seguito e avrebbe avuto contro il suo stesso partito. La politica di Giolitti è spesso considerata ambigua, poiché caratterizzata da un atteggiamento bifronte. Se da un lato voleva sostenere il popolo, dall'altro appoggiava i nazionalisti. Alcune riforme di Giolitti erano favorevoli ai Comuni, ad esempio la Statizzazione delle Ferrovie del 1905. Questa era una riforma già proposta da Manghetti, che fu nuovamente rifiutata con il Governo Giolitti, che decise di mettere in pratica la tattica della Ritirata Strategica. Giolitti quindi si ritirava nel momento in cui la situazione era al proprio limite, lasciando incriminare il nome di un nuovo ministro il cui governo, chiaramente debole, cadrà permettendo il ritorno al Governo Giolitti. Questa tattica non può però durare per sempre. Infatti dopo una serie di ritirate e ritorni, il governo di Giolitti si concluderà definitivamente nel 1914.

Questo è anche il periodo in cui nascono le associazioni dei lavoratori, con le quali il Partito Socialista va a legarsi strettamente, considerando il sindacato più adatto al partito alla lotta rivoluzionaria. Ma la riforma più importante di Giolitti è sicuramente la Riforma Elettorale del 1912. Con questa riforma il suffragio veniva esteso a tutti i maschi maggiorenni istr

Riassunto - Storia

  • Governo Rudinì e crisi economica del 1898
  • Assassinio di re Umberto I e ascesa di Vittorio Emanuele III
  • Decollo industriale nel triangolo industriale
  • Disuguaglianze tra Nord e Sud e diffusione del clientelarismo
  • Politica ambigua di Giolitti e riforme elettorali

Per un riassunto semplificato dell'età giolittiana, il governo di Giolitti vide il decollo industriale nel triangolo industriale, ma anche l'accentuarsi delle disuguaglianze tra Nord e Sud. La sua politica ambigua e le riforme elettorali caratterizzarono questo periodo.

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Caricato da Mariarosaria Altieri

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Studio giurisprudenza, e ho un rapporto travagliato con la matematica! Sul mio profilo puoi trovare un sacco di riassunti di filosofia, storia e tutte le altre materie umanistiche.

Le domande più frequenti su Storia

Q: Quali sono le principali caratteristiche della politica interna di Giolitti durante l'età giolittiana?

A: Durante l'età giolittiana, Giolitti tentò di allargare le basi del consenso di cui godeva, integrando la sinistra radicale ai socialisti. Il Partito Socialista era tripartito: in esso si individuavano i riformisti, favorevoli a collaborare con Giolitti, i rivoluzionari e coloro che si collocavano al centro.

Q: Quale fu l'approccio di Giolitti al decollo industriale durante l'età giolittiana?

A: Secondo Giolitti, lo stato liberale non aveva nulla da temere con l'avanzamento delle forze progressiste, quindi favorì il decollo industriale. Lo sviluppo si concentrò maggiormente nel triangolo industriale, protetto dalla politica del protezionismo doganale.

Q: Quali furono gli eventi chiave durante il governo di Rudinì nell'età giolittiana?

A: Durante il governo di Rudinì, si verificò una grave crisi economica in Italia a causa dell'aumento del prezzo del pane, che portò a proteste e a un'ondata di repressione. Il generale Bava Beccaris ordinò di cannoneggiare la folla a Milano, causando una strage, e molti dirigenti socialisti vennero arrestati.

Q: Come si è sviluppata l'industrializzazione in Italia durante l'età giolittiana?

A: Durante l'età giolittiana, l'industrializzazione in Italia ha visto un forte sviluppo, soprattutto nel triangolo industriale formato da Milano, Torino e Genova. Questo sviluppo è stato sostenuto in gran parte dal capitale bancario e protetto dalla politica del protezionismo doganale.

Q: Qual è stata la posizione di Giolitti rispetto alla malavita durante l'età giolittiana?

A: Durante l'età giolittiana, Giolitti non è riuscito ad estirpare la malavita, anzi a volte sembra sia ricorso alla malavita per fini politici. Questo comportamento gli ha valso il soprannome di 'Ministro della Malavita'.

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