L'Architettura rinascimentale rappresenta uno dei periodi più rivoluzionari nella storia dell'arte italiana, con Firenze come centro nevralgico di questa trasformazione culturale.
Il Rinascimento fiorentino si distingue per le sue caratteristiche innovative, in particolare attraverso il lavoro di Filippo Brunelleschi, figura centrale di questo periodo. La sua più grande opera, la Cupola di Santa Maria del Fiore, rappresenta il perfetto connubio tra ingegneria e arte. La cupola, alta 116 metri, fu costruita senza centine di supporto, utilizzando una tecnica innovativa di mattoni disposti a spina di pesce. La struttura ottagonale si erge maestosa sulla cattedrale, coronata dalla lanterna che Brunelleschi progettò come elemento conclusivo, anche se non riuscì a vederla completata in vita.
La rivoluzione di Brunelleschi non si limita all'architettura: la sua prospettiva matematica ha cambiato per sempre il modo di rappresentare lo spazio nell'arte. Attraverso le sue famose tavolette, Brunelleschi dimostrò come rappresentare scientificamente la profondità su una superficie bidimensionale, utilizzando un punto di fuga centrale. Questo sistema prospettico divenne fondamentale per tutti gli artisti fiorentini del Rinascimento, influenzando profondamente la pittura, la scultura e l'architettura. Le caratteristiche dell'architettura rinascimentale includono l'uso di proporzioni matematiche, simmetria, ordini classici e una chiara organizzazione degli spazi. Questi elementi si ritrovano in numerosi esempi di architettura rinascimentale come Palazzo Medici, la Chiesa di Santo Spirito e la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, tutti progetti che dimostrano come il Rinascimento abbia trasformato non solo l'arte ma anche il modo di concepire lo spazio urbano.