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Leonardo Da Vinci

20/9/2022

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Leonardo Da Vinci
Biografia
Leonardo fu l'uomo "universale" del Rinascimento, infatti fu pittore, scultore, architetto,
ingegnere, matematic

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Leonardo Da Vinci Biografia Leonardo fu l'uomo "universale" del Rinascimento, infatti fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, musicista e inventore. Nonostante Leonardo fu "omo senza lettere" dal momento che non aveva una profonda conoscenza della cultura letteraria e del latino, egli era sempre affamato di sapere, infatti s'interessò di anatomia (umana e animale), di tecnica militare, di ingegneria idraulica, di urbanistica, di architettura e di pittura. Leonardo Da Vinci nacque il 15 aprile 1452 ad Anchiano, vicino a Vinci (città da cui prende nome). Era il figlio illegittimo di Ser Piero, un noto notaio, e di una giovane contadina di nome Caterina. La relazione tra il noto padre di Da Vinci e questa ragazza comune non sarebbe stata di certo ben vista dalla società, dunque Leonardo crescerà lontano dalla madre, infatti Leonardo cresce tra Anchiano e Vinci e vive nella casa del padre, che nel frattempo si era sposato con Albiera degli Amadori. Alla morte di quest'ultima nel 1466 Leonardo si trasferisce a Firenze con il padre. Nel 1469 Leonardo entra nella bottega di Andrea del Verrocchio, dove impara a disegnare, a dipingere e a scolpire sotto la guida di Verrocchio, che diventerà suo maestro. Verrocchio ripeteva spesso a Leonardo quanto l'anatomia fosse importante per un artista, proprio per questo Leonardo si recava spesso all'obitorio dell'ospedale e chiedeva...

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Didascalia alternativa:

di poter studiare i cadaveri. Alcuni compagni di apprendistato di Leonardo furono Botticelli, Perugino e Ghirlandaio. Leonardo Da Vinci 1 Nel 1470 Leonardo entra nella cerchia di Lorenzo il Magnifico. Nel 1482 si troverà a Milano, a contatto con Bramante. A Milano Leonardo diventa ben presto l'artista di punta della corte degli Sforza. Nel 1499 fugge a Mantova, Venezia e Roma. Nel 1513 rientra a Milano. Nel 1516 si trova in Borgogna, su invito del re Francesco I e ci resterà fino alla sua morte, avvenuta nel 1519. L'Annunciazione Uno dei primi dipinti di Leonardo, realizzato durante gli anni di apprendistato presso la bottega del maestro Verrocchio, è l'Annunciazione, realizzata tra il 1473 e il 1474, usando la tecnica olio e tempera su tavola, di misure 98 x 217 cm e conservata a Firenze nella Galleria degli Uffizi. In questo dipinto è raffigurata una scena all'aperto. A destra del dipinto troviamo la Vergine, che siede accanto a un leggio sulla soglia di casa, mentre a sinistra troviamo inginocchiato di fronte alla Vergine l'arcangelo Gabriele, che è quindi rappresentato nel momento in cui si inchina per salutare Maria, infatti le sue ali sono ancora spiegate. Alle spalle dell'arcangelo si trova un suggestivo paesaggio di alberi e si possono scorgere delle montagne in lontananza. Per quanto riguarda la resa prospettica del dipinto vi sono delle stranezze, come ad esempio il rapporto spaziale non chiaro tra le figure e l'edificio alle spalle della Vergine, il quale si prolunga nel parapetto che delimita il giardino. Si pensa però che questo sia dovuto al fatto che Leonardo volesse tenere conto del punto di vista di chi osserva l'opera, poiché la tavola doveva essere collocata in alto. Ciò che colpisce dell'opera è sicuramente il contrasto tra l'inquadratura ravvicinata delle figure di Maria e dell'arcangelo e la profondità e l'ampiezza del paesaggio alle loro spalle. In questo dipinto è possibile notare le caratteristiche dello stile leonardesco, cioè: la modulazione luministica • la resa naturalistica della realtà Leonardo Da Vinci 2 • l'attenzione agli elementi del paesaggio • l'interessa per la botanica In questo dipinto notiamo inoltre la decorazione classeggiante del leggio che deriva dall'influsso degli insegnamenti del Verrocchio riguardo la scultura e l'oreficeria. Abbiamo una prospettiva centrale e una prospettiva aerea, in quanto Leonardo si era dedicato profondamente al suo studio, avvicinandosi alle teorie prospettico- matematiche di Brunelleschi e Alberti e poi si dedicò all'osservazione diretta del mondo naturale e allo studio delle sue leggi. Leonardo si accorse che l'aria ha una sua densità ed è ricca di pulviscolo atmosferico che si interpone tra l'occhio di chi osserva e l'oggetto osservato "sporcando" la percezione delle cose, specialmente se sono a una certa distanza da chi osserva, infatti a seconda della posizione dell'oggetto osservato cambiano le condizioni di luminosità, che influiscono sulla visione, di conseguenza gli oggetti più lontani appaiono più piccoli, meno nitidi e con un colore attenuato. Per ottenere questo effetto Leonardo utilizza la tecnica dello sfumato, con la quale sovrapponeva delle velature trasparenti per graduare colori e luci. Leonardo applicava questa tecnica sia ai paesaggi che alle figure, eliminando i contorni "marcati", fondendo così la figura con l'atmosfera, in modo da esprimere i personaggi con maggiore naturalezza sia negli atteggiamenti che nei movimenti, interpretando i moti dell'animo. Queste tecniche sono state applicate in tre dipinti: • l'Annunciata, in cui in lontananza si vedono delle montagne che si intravedono dietro la foschia, con colori tra il grigio e l'azzurro tenue • la Vergine delle rocce, in cui le montagne si fondono con il chiarore circostante • la Gioconda, in cui il colore delle sorgenti delle acque si fondono con l'umida bruma che avvolge il paesaggio Il Battesimo di Cristo Presto Leonardo iniziò a lavorare autonomamente, senza l'aiuto del suo maestro, però continuarono a lavorare insieme per alcune commissioni, tra cui il Battesimo di Cristo, un'opera realizzata tra il 1475 e il 1480 per il Monastero fiorentino di San Salvi, frutto della collaborazione del Verrocchio con i suoi allievi, tra cui Leonardo (e si pensa anche Botticelli). Leonardo Da Vinci 3 Questo dipinto è realizzato utilizzando la tecnica tempera e olio su tavola ed è di misure 177 x 151 cm ed è conservato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Verrocchio ha impostato la composizione dell'opera e ha realizzato le figure di Cristo e di San Giovanni, Botticelli ha realizzato l'angelo con lo sguardo rivolto verso l'esterno e invece lo sfondo paesaggistico è certamente opera di Leonardo e possiamo notare anche la sua mano nel volto dell'angelo visto di schiena, che presenta delle guance arrossate e dei capelli biondi ricci e pieni di luce, caratterizzato da un lieve sorriso e dallo sguardo intenso. Di quest'opera colpisce molto il fatto che lo sfondo paesaggistico, nonostante si trovi in secondo piano, cattura maggiormente l'attenzione, anche più dei personaggi, che dovrebbero essere il punto focale dell'opera. L'Adorazione dei Magi L'Adorazione dei Magi è un dipinto realizzato tra il 1481 e il 1482, usando la tecnica olio e tempera su tavola e di misure 246 x 243 cm, realizzato da Leonardo per il Monastero toscano di San Donato in Scopeto e conservato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Questo dipinto è rimasto incompiuto, poiché Leonardo partì da Firenze per dirigersi a Milano nel 1482 e quindi non terminò l'opera. Questo dipinto, come possiamo vedere, è quindi rimasto allo stato di abbozzo, ma è presente una parziale stesura del colore, che ci lascia intuire in che modo procedeva Leonardo nella realizzazione dei suoi dipinti, infatti le figure sono modellate dal chiaroscuro con il listro e dipinte per velature sovrapposte, con le quali si vuole rendere i volumi e il senso del movimento, infine sono evidenziate nei punti di luce con pennellate di un pigmento bianco, detto biacca, quindi è possibile dire che il procedimento di Leonardo va dallo scuro al chiaro (dalle ombre alla luce). Al centro del dipinto troviamo la Madonna e il bambino, alle loro spalle troviamo San Giuseppe, mentre disposti in semicerchio attorno a queste figure troviamo i tre re magi e i loro seguaci e gli angeli. Infine sullo sfondo è raffigurato un paesaggio e troviamo anche degli edifici in rovina (che potrebbero indicare la fine dell'era pagana con la venuta di Cristo). Notiamo inoltre la resa psicologica dei personaggi, che anticipa l'Ultima cena, opera per eccellenza in cui riscontriamo la resa psicologica dei personaggi, attraverso la quale Leonardo Da Vinci 4 notiamo la grande vastità di espressioni e di gesti, attraverso cui traspaiono i sentimenti dei personaggi. Vergine delle Rocce La Vergine delle rocce fu il primo incarico ufficiale di Leonardo a Milano e gli fu incaricato dalla confraternita dell'Immacolata Concezione di Maria, la quale richiese a Leonardo e ai due pittori Evangelista e Ambrogio de Predis un polittico, da collocare all'interno della Chiesa di San Francesco Grande. Il dipinto è stato realizzato tra il 1483 e il 1486, usando la tecnica olio su tavola trasportato su tela, di misure 198 × 123 cm ed è conservato a Parigi al Museo del Louvre. Esiste anche una seconda versione dell'opera, molto simile all'originale, ma non identica, realizzata negli anni successivi alla realizzazione della prima e ad oggi è conservata a Londra alla National Gallery. La prima versione del dipinto è sicuramente la migliore tra le due, in quanto è stata realizzata esclusivamente da Leonardo, senza l'aiuto di collaboratori. La scena rappresentata nel dipinto è ambientata all'interno di una grotta buia, che si apre su un paesaggio roccioso, e in questa ambientazione avviene l'incontro tra San Giovanni Battista e Gesù da piccoli. La Vergine con la mano destra abbraccia San Giovanni e lo presenta al figlio Gesù, che siede ai suoi piedi accanto all'angelo e benedice il cugino, il quale si era inginocchiato in segno di adorazione. Nell'opera è possibile notare dei riferimenti teologici, tra cui il gesto dell'angelo che indica San Giovanni Battista, con il quale si vuole mettere in evidenza l'importanza del sacramento del battesimo, incarnato dal santo. Il paesaggio è avvolto nell'oscurità, ma è illuminato da una luce che filtra dal fondo attraverso le fenditure della roccia, ma le figure dei due fanciulli, dell'angelo e di Maria sono illuminate anche frontalmente da una fonte di luce esterna al quadro, collocata a sinistra. Inoltre tutte le figure rappresentate nel dipinto sono disposte a piramide e sono concatenate tra loro dagli sguardi e dai gesti che si scambiano. Leonardo Da Vinci 5 Leonardo perfeziona la sua tecnica dello sfumato in questo dipinto, trasmettendo il movimento dei personaggi, ma anche i sentimenti attraverso gli atteggiamenti del corpo. La seconda versione del dipinto è meno curata ed è presente una minore attenzione ai dettagli, inoltre si nota che quest'opera non è stata realizzata interamente da Leonardo, infatti si nota l'intervento di collaboratori. Quest'opera non è identica alla prima, infatti si possono notare delle differenze nella figura dell'angelo, il quale in questo dipinto non indica San Giovanni, le figure sono più statutarie e monumentali, i colori risultano diversi in quanto è presente un chiaroscuro marcato e sul capo dei personaggi figurano delle aureole e accanto a San Giovanni vi è una croce. La dama con l'ermellino La dama con l'ermellino è un ritratto realizzato tra il 1489 e il 1490, usando la tecnica olio su tavola, di misure 55 x 40,5 cm e conservato a Cracovia in Polonia. In questo dipinto Leonardo ha ritratto Cecilia Gallerani, amante di Ludovico Sforza, cavaliere dell'Ordine dell'Ermellino. L'ermellino era simbolo di purezza e di incorruttibilità, inoltre deriva dal greco galè, che alluderebbe al cognome della dama. La dama è raffigurata ripresa di tre quarti, a mezzo busto, su uno sfondo nero ed è molto accentuata la rotazione della figura, in quanto è presente una doppia rotazione, infatti il busto è rivolto a sinistra, mentre la testa è rivolta a destra. Inoltre sembra che la dama stia volgendo il suo sguardo a qualcuno che sopraggiunge nella stanza, ma è anche caratterizzata dall'imperturbabilità tipica di una statua. Dal modo in cui le mani sono state raffigurate trapela la conoscenza che Leonardo aveva dell'anatomia. È presente inoltre un sorriso accennato che dona al volto della dama un'espressione mista tra innocenza e malizia. L'Uomo vitruviano L'Uomo vitruviano è stato realizzato nel 1490 ed è un disegno a matita e inchiostro su carta, di dimensioni 34,4 x 24,5 cm, ad oggi conservato a Venezia nelle Gallerie dell'Accademia. Il disegno dell'Uomo vitruviano è un disegno esclusivo ed è stato Leonardo Da Vinci 6 interpretato servendosi dei due testi presenti nella parte superiore del disegno e a piè di pagina. È il più famoso tra i disegni di Leonardo e l'uomo rappresenta l'unione simbolica tra arte e scienza, in quanto è perfettamente collocato all'interno di due figure geometriche, ossia il cerchio e il quadrato, che sono delle forme considerate perfette dal filosofo Platone. Queste due forme geometriche rappresentano la creazione: il quadrato rappresenta la Terra, mentre il cerchio rappresenta l'Universo. L'uomo entra in contatto con le due figure in maniera proporzionale e questo rappresenta il fatto che l'uomo si trova in perfetta sintonia con la Terra e con l'Universo. L'Ultima cena L'Ultima cena è un'opera realizzata tra il 1494 e il 1498, realizzata usando tempera grassa, lacche e oli su muro, di misure 460 × 480 cm ed è stata commissionata a Leonardo dai frati domenicani del convento della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. L'artista ha deciso di realizzare quest'opera usando tempera grassa, lacche e oli su muro, in modo da poter avere tempi di esecuzione più lunghi e di poter dare quell'effetto sfumato tipico dello stile leonardesco, cosa che con l'affresco non sarebbe stato possibile fare. Purtroppo però, a causa dell'utilizzo di questa tecnica e a causa dell'umidità dovuta all'esposizione della parete a nord, la pellicola pittorica aveva iniziato ben presto a disgregarsi e a cadere. L'opera è stata poi oggetto di un lungo restauro tra il 1978 e il 1999, il quale ha portato alla luce i colori intensi, i lineamenti dei volti, i particolari dettagli degli oggetti sulla tavola. Quest'opera è considerata la prima opera della "maniera moderna" per via della naturalezza del movimento e per la rappresentazione dei sentimenti, infatti questa è l'opera per eccellenza in cui figura la resa psicologica dei personaggi, che sono valorizzati da una grande gestualità e appaiono vivi e "parlanti". Si nota che le figure sono state realizzate prestando molta attenzione all'anatomia e sono inoltre caratterizzate da un dinamismo e da una plasticità che rivelano una visione Leonardo Da Vinci 7 scultorea della pittura. Leonardo ha deciso di rappresentare Gesù nell'esatto momento in cui dice: "In verità vi dico: uno di voi mi tradirà" e sceglie proprio questo passo del vangelo poiché questo ha scaturito le diverse reazioni degli apostoli, che Leonardo rappresenta attraverso la resa psicologica. Cristo è raffigurato al centro della scena con le braccia spalancate e con un'espressione calma e sta comunicando agli apostoli, che sono raggruppati a tre a tre. Notiamo subito i gesti delle mani, che legano le figure tra loro, e le espressioni dei volti, che lasciano trapelare i sentimenti degli apostoli, che sono sdegno (Bartolomeo, che scatta in piedi), ore e diniego (Giacomo minore e Andrea, che mostra i palmi delle mani), aggressività (Pietro, che impugna un coltello), vergogna (Giuda), rassegnazione (Giovanni), incredulità (Tommaso, che sembra domandare chi sia il traditore), orrore (Giacomo maggiore), dolore (Filippo) e sconcerto (Matteo, Taddeo, Simone Zelota). Leonardo ha deciso di non raffigurare Giuda isolato dagli altri apostoli, come spesso avveniva nella rappresentazione dell'ultima cena per mettere in risalto il traditore, bensì lo ha raffigurato insieme agli altri apostoli e si è concentrato sulla differenza di atteggiamento, infatti stringe si ritrae e stringe la sacca di denari. La luce proviene da tre direzioni differenti: • dalla tre finestre dipinte sullo sfondo, che valorizzano la figura di Cristo e richiamano alla Trinità • dal lato frontale, illuminando Cristo e gli apostoli • la luce reale, che passa dalle aperture che si trovano sul lato sinistro del refettorio Per quanto riguarda la prospettiva vi è continuità tra l'architettura reale e quella dipinta e il punto di vista dell'opera è rialzato rispetto all'osservatore. La Gioconda Leonardo aveva già dimostrato le sue capacità di ritrattista con il ritratto della Dama con l'ermellino o della Belle Ferronnière, quindi tornato a Firenze potè cimentarsi nel campo del ritratto con la Gioconda. In questo ritratto è raffigurata Lisa (infatti il ritratto è anche conosciutocome Mona Lisa), moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo (da cui prende nome il ritratto). Leonardo Da Vinci 8 Leonardo però si affezionò all'opera e non la consegnò mai al committente e la portò con sé a Milano, a Roma e in Francia nel 1516. Il ritratto è stato realizzato tra il 1503 e il 1506, usando la tecnica olio su tavola, è di misure 77 x 53 cm ed è conservato a Parigi al Museo del Louvre. La figura della Mona Lisa è raffigurata con le mani in primo piano e indossa una veste sobria scura, un manto scuro e un velo trasparente sui capelli, che sta ad indicare che è una puerpera, ossia una donna che ha appena partorito. Come possiamo notare addosso alla Mona Lisa non compaiono gioielli, cosa molto ambigua per il tempo perché nei ritratti si privilegia lo status sociale e si sottolineava la ricchezza attraverso abiti e gioielli. La figura e il paesaggio alle sue spalle sono illuminati da un'unica luce soffusa, che sfuma i contorni delle guance, del collo e delle montagne in lontananza e si riflette sulle pieghe delle maniche e sull'acqua. In questo dipinto tutto sembra in movimento: lo spazio, il fiume, il ponte e il personaggio. Ciò che più ha fatto parlare di questo ritratto è sicuramente il fatto che la Mona Lisa è raffigurata senza sopracciglia e il suo sorriso ermetico, ma anche la sua espressione che cambia a seconda dei punti di osservazione e questo incarna l'essenza dei sentimenti umani, che sono in continua mutazione. Con questo sembra che Leonardo volsse esprimere l'inafferrabilità dell'animo umano e lo fa attraverso l'utilizzo dello sfumato, con il quale applica delle velature di colore, e attraverso l'impiego di una luce dorata che ovatta le forme. Leonardo Da Vinci 9