Le Chiese Palladiane e gli Affreschi di Veronese
San Giorgio Maggiore risolve il problema della facciata ecclesiastica con genialità: ordine gigante per la navata centrale e schema templare classico. L'interno crea l'illusione dello spazio centrico pur essendo longitudinale.
Il Redentore perfeziona questa soluzione: la facciata sovrappone due schemi templari (maggiore e minore) creando un effetto di profondità straordinario. Il riferimento al Pantheon è evidente ma mai pedante.
L'interno separa apparentemente navata longitudinale e presbiterio centrico, ma in realtà li unifica in un'esperienza spaziale totalizzante. Palladio dimostra di preferire le piante centriche perché rispecchiano l'immagine del creato.
Paolo Veronese negli affreschi di Villa Barbaro crea il perfetto pendant alla geometria palladiana. Le sue illusioni prospettiche sono talmente perfette che simulano la realtà: bambine che si affacciano da porte socchiuse, paggetti che sopraggiungono.
Nella Sala dell'Olimpo, Veronese raggiunge l'apice: Giustiniana Giustiniani si affaccia da un ballatoio dipinto con il cagnolino e il pappagallo, simboli di serenità domestica. La luce non viene dal chiaroscuro ma dal contrasto dei colori complementari.
Cena in casa di Levi (1573) nasce come Ultima Cena ma viene processata dall'Inquisizione per la libertà di interpretazione. Veronese si difende dicendo di dipingere d'istinto per riempire gli spazi - arte come espressione spontanea!
Arte e vita: Negli affreschi di Villa Barbaro, Veronese fa incontrare quotidianità e mitologia, creando un mondo dove l'arte prolunga la vita reale!