Delacroix, Hayez e il Sublime di Burke
Delacroix in "La libertà che guida il popolo" crea un'allegoria potentissima della rivoluzione del 1830. La donna-libertà ha il seno scoperto come le Veneri classiche, ma è mezza vestita e combattente come Atena. Il bambino armato potrebbe essere un riferimento ai "Miserabili", mentre l'uomo elegante rappresenta la borghesia in rivolta.
L'innovazione rispetto a Géricault è evidente: invece dei colori cupi della "Zattera" (che comunicano sofferenza), usa colori vivaci - rosso, bianco e azzurro della bandiera francese - simboli di vita e speranza.
Edmund Burke teorizza per primo il sublime estetico: è l'emozione più forte che l'uomo possa provare, un misto di paura e piacere davanti a ciò che la ragione non riesce a spiegare. Kant lo divide in sublime dinamico (sentimenti) e matematico (l'infinitamente grande che ci fa sentire piccoli).
Francesco Hayez con "Il bacio" crea il capolavoro del Romanticismo italiano. Non celebra l'amore romantico ma l'amor di patria! I colori degli abiti rappresentano le bandiere: l'uomo porta i colori italiani (rosso, verde, bianco), la donna quelli francesi (azzurro, bianco, rosso) - simboleggia l'alleanza anti-austriaca.
💡 Segreto dell'opera: È un bacio d'addio (nota il piede del ragazzo sul gradino), non una celebrazione dell'amore!