Il Crocifisso e la Cappella degli Scrovegni
Giotto rivoluzionò l'iconografia della croce latina rispetto al modello bizantino. Nei suoi crocifissi, come quello di Santa Maria Novella a Firenze, il corpo di Cristo appare accasciato, con le braccia oblique, le dita piegate in avanti e la testa abbandonata. La luce gioca un ruolo fondamentale modella plasticamente il corpo e, per la prima volta, proviene da una direzione precisa (sinistra).
La Cappella degli Scrovegni fu commissionata da Enrico Scrovegni, ricco mercante di Padova figlio di un usuraio, probabilmente per espiare i peccati della sua famiglia. La cappella ha forma rettangolare con un'abside e una volta a botte. Gli affreschi ricoprono interamente le pareti, organizzati secondo una griglia geometrica.
In questi affreschi, Giotto creò una continuità tra lo spazio reale e quello pittorico. La prospettiva intuitiva (non ancora geometrica) permette di costruire lo spazio in modo diverso per ogni scena. I personaggi compiono azioni in uno spazio che si estende in profondità, con architetture che sembrano praticabili.
💡 Osservando gli affreschi come "L'Annuncio ad Anna" o "L'Incontro alla porta aurea", noterai che Giotto elimina spesso la parete frontale degli edifici per permetterti, da osservatore, di "entrare" nella scena.
La comunicazione per Giotto doveva essere chiara e immediata. Le figure sono semplici e modellate con il chiaroscuro, mentre l'arredamento e gli elementi del paesaggio sono essenziali. Ciò che colpisce è la sua straordinaria capacità di analizzare i sentimenti umani, raggiungendo alti livelli di pathos e facendo percepire gli eventi sacri come attuali e vicini all'esperienza quotidiana.