Le Opere Rivoluzionarie di Manet
"Olympia" (1863) provocò uno scandalo ancora maggiore, nonostante seguisse l'iconografia tradizionale ispirandosi alla "Venere di Urbino" di Tiziano. Manet rappresenta una donna nuda che guarda con consapevolezza l'osservatore - chiaro riferimento a una prostituta, come suggerisce anche il nome. La tecnica pittorica è rivoluzionaria: i colori sono stesi senza chiaroscuri e ogni elemento ha un preciso valore cromatico in relazione all'insieme.
Nel dipinto gli elementi si concatenano armonicamente: il fiocco rosa sui capelli, il nastrino nero al collo, il braccialetto dorato, fino al mazzo di fiori variopinti reso con pennellate rapide, tipicamente impressioniste. Il corpo ambrato della donna risalta contro il bianco dei lenzuoli e il giallo chiaro della sovraccoperta, creando un contrasto cromatico intensificato dal fondo scuro.
"Il Bar alle Folies-Bergère" (1881) rappresenta l'apice della modernità di Manet. Qui il pittore cattura un momento qualunque in un luogo contemporaneo, rendendo la transitorietà della vita moderna. In primo piano vediamo oggetti banali (bottiglie, una fruttiera, fiori) resi con tocchi impressionistici, mentre la protagonista è una giovane cameriera con sguardo malinconico.
Da osservare: L'elemento più straordinario del dipinto è il grande specchio alle spalle della cameriera, che riflette la scena creando un gioco di prospettive complesso. Lo specchio amplia lo spazio, mostra il dorso della cameriera, un cliente (forse lo stesso Manet) e la folla del locale, suggerendo la continuità della vita oltre la cornice del quadro.