Donatello

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 donatello
nasce a Firenze nel 1386, fa un apprendistato presso la bottega di Ghiberti, dove
apprende la tecnica della lavorazione con il ce
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nasce a Firenze nel 1386, fa un apprendistato presso la bottega di Ghiberti, dove
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apprende la tecnica della lavorazione con il ce
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apprende la tecnica della lavorazione con il ce
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donatello nasce a Firenze nel 1386, fa un apprendistato presso la bottega di Ghiberti, dove apprende la tecnica della lavorazione con il cesello e la fusione in bronzo. Farà un viaggio a Roma, durante il quale avrà modo di entrare in contatto con l'arte classica. Molta della sua attività artistica si svolge a Firenze, dove contribuisci al patrimonio artistico, opera però anche a Pisa, a Prato, a Ferrara e Siena, dove lavora per la realizzazione della fonte battesimale del battistero. Sono importanti poi i dieci anni che passa a Padova, in cui porta nella città gli ideali rinascimentali. Si rivelerà essere un artista di grande importanza e prchè non solo riprenderà l'arte classica, ma la supererà anche, dando ai suoi personaggi una particolare attenzione alla dimensione psicologica. San Giorgio: è stato commissionato nel 1417 per il tabernacolo esterno dell'orsanmichele. Ci sono alcuni tratti del gusto gotico, ma l'orgogliosa postura e la tranquilla gravità del volto evidenziano invece tratti nuovi donatelliani. San Giorgio infatti appare sicuro di se, con le gambe leggermente divaricate e lo scudo romboidale che fa da punto di ppoggio. Oltre alla fermezza fisica c'è anche una certa fermezza morale, infatti appare sereno e consapevole, però presenta anche una certa inquietudine interiore che si può vedere nell'espressione del volto pensoso, con le sopracciglia contratte e la fronte aggrottata. Nel basamento...

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Stefano S, utente iOS

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Susanna, utente iOS

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Didascalia alternativa:

della statua c'è anche un basso rilievo di san Giorgio e la principessa, in cui la linea d'orizzonte è posta all'altezza della testa della principessa. Il cavaliere, al centro della scena, sta trafiggendo il drago, simbolo del peccato e delle barbarie ed è rappresentato in maniera molto verosimile. Il suo mantelle svolazza molto in alto e con il piede sinistro stringe la pancia del cavallo. La principessa, che è la personificazione della chiesa, osserva il combattimento a mani giunte e alle sue spalle c'è un portico classicheggiante, che è simbolo di razionalità e si contrappone così con il mostro, che invece è simbolo di primitività. C'è un passaggio dal bassorilievo dei personaggi principali allo stiacciato di quelli secondari, che crea un effetto d chiaroscuro. I profeti Geremia e Abacuc: sono destinati al campanile di Giotto e emerge particolarmente il chiaroscuro. Le ombre e le luci infatti si mischiano articolarmene nei mantelli delle due statue, come se fossero molto rigide., cosa che fornisce una certa imponenza che non si era più vista nelle sculture ellenistiche. Essi infatti sono ripresi da montelli vivi, il volto di Geremia è un vero e proprio ritratto di un uomo non più tanto giovane con le sopracciglia aggrottate e gli occhi incavati. Abacuc invece è calvo, magro e molto lontano dagli ideali di perfezione di bellezza. In entrambi i casi viene praticato un certo naturalismo integrale, nel senso che viene rappresentata la natura per quello che è e non viene filtrata dagli occhi dell'artista. La novità di Donatello sta proprio nel non rappresentare la bellezza esteriore,quanto più la grandezza dell'animo e si allontana infatti dagli ideali di serenità che aveva il gotico. Il banchetto di erode: si trova nella fonte battesimale del battistero di Siena. Si tratta di una formella in bronzo, realizzato con molta cura. A sinistra troviamo un servo che offre a Erode un vassoio con sopra la testa mozzata del battista, l'uomo, nonostante ne avesse comandato la decapitazione, è rappresentato con le mani avanti quasi in segno di orrore a quella vista, così il tutto assume dei tratti drammatici e il banchetto diventa un delitto. Soltanto erodiade si protende verso di lui indicandolo, mentre gli altri componenti si ritraggono, mostrando così tutti i vari effetti che il delitto ha causato sui presenti. A creare un senso di profondità e prospettiva ci pensano il vuoto che si crea al centro della stanza, la fuga prospettica dal pavimento e la disposizione degli oggetti nella tavola, ma anche il succedersi degli archi nello sfondo sempre più stiacciati. Al di là degli archi si stanno svolgendo altre due scene, in una un suonatore di viola intona la danza dei sette veli che salomè sta ballando, e in un altra abbiamo di nuovo il servitore che mostra la testa ad erodiade e a due ancelle. In questo modo Donatello attraverso la lontananza nello spazio scandisce anche quella nel tempo, ovvero ciò che è avvenuto prima. E viceversa vicino nello spazio e vicino nel tempo, ovvero ciò che è avvenuto dopo. Questo è il ciclo narrativo medievale. Monumento equestre al gattamelata: è un monumento celebrativo in onore del capitano Erasmo da narni, soprannominato gattamelata. È situato su un alto basamento di trachite, che visto dal lato corto appare come una tozza colonna che funge da sepolcro del condottiero. Si ispira alla statuaria romana, in particolare alla statua equestre di marco Aurelio di cui imita anche la collocazione, si trova infatti sulla basilica di san Giovanni in laterano. Volge la testa verso sinistra, con la mano sinistra regge le redini e con la destra impugna il bastone, orientato in modo da continuare una linea immaginaria diagonale che percorre tutta la statua, insieme allo sviluppo per fasce orizzontali che dividono in 3 la statua. Il suo sguardo è severo e risoluto e fa in modo di fondere gli ideali umanistici dell'uomo astuto in azione con quelli celebrativi della potenza imperiale. Nel cavallo risalta il suo naturalismo integrale, con la zampa anteriore leggermente sollevata e la punta dello zoccolo che poggia sul cannone . Esso infatti, nonostante alcuni rimandi all'arte classica, fa trasparire il fatto che nasce da uno studio del vero, che si vede anche dalla realistica forma della sella e dalla presenza delle staffe. La tecnica usata è quella della fusione, in cui i pezzi poi sono stati assemblati con grappe interne e rifinite con il cesello, realizzate bene quasi come come quelle degli antichi. David: è stato realizzato per Cosimo dei medici per il vecchio palazzo di famiglia. Si tratta di una fusione a cera persa di dimensioni quasi naturali rifinita con il cesello. Era stata costruita per essere guardata, oltre che frontalmente, anche per una visione tergale e dal basso. Ha alcuni tratti particolari, come il copricapo o i calzari, infatti si è pensato che raffigurasse il Dio Hermes nel momento in cui guarda la testa mozzata di argo. È la prima volta dopo tanto tempo che si raffigura un uomo nudo virile, Donatello ispirandosi infatti agli ideali classici gli da un'aria pensierosa che si contrappone invece alla posizione innaturale, di ispirazione policletea. Tutto il peso è scaricato sulla gamba destra e di conseguenza il bacino sinistro è abbassato. La spalla sinistra invece è leggermente alzata, la mano destra impugna una spada e il piede sinistro poggia sulla testa del nemico ucciso. La luce viene usata per modellare le masse e si concentra verso i piedi del David, creando molte ombre ai piedi della statua. Vasari dice che sembra quasi impossibile che non sia stata realizzata con un modello vivente. Maddalena penitente: appartiene all'ultimo periodo di vita di Donatello ed è realizzata in pioppo bianco e collocata nel battistero di san Giovanni. Vengono eliminati tutti i riferimenti all'arte classica e ci si concentra invece sull'aspetto psicologico del personaggio. Essa infatti appare poco in salute fisicamente, a causa dl digiuno e dell'astinenza, ma anche ferita nell'animo. Il volto è scavato e sofferente, le mani lunghe e magre sono congiunte in preghiera, i capelli sono informi e i piedi scheletrici. Anche la scelta del materiale non è casuale perché il legno è un materiale umile ma allo stesso tempo vivo. Sono stati ritrovate anche delle tracce i policromia e anche qualche filo di doratura tra i capelli. Con questa statua si riconferma il fatto che Donatello volesse rappresentare i valori della dignità umana.