La Crisi del 1929 e le Teorie Economiche
La Crisi del '29 rappresentò uno dei momenti più drammatici della storia economica mondiale. La Germania, già gravata dai debiti di guerra, si trovò in una situazione particolarmente critica nonostante gli aiuti americani attraverso il Piano Dawes, creando le condizioni che avrebbero poi favorito l'ascesa del nazismo (Crisi del '29 e nazismo).
Definizione: La Grande Depressione fu una crisi economica mondiale che ebbe inizio nel 1929 con il crollo della borsa di Wall Street e si protrasse fino ai primi anni '30, smentendo le teorie economiche classiche dell'equilibrio automatico dei mercati.
La risposta di molti paesi alla crisi fu caratterizzata da politiche di austerity, che includevano la svalutazione della moneta e il protezionismo. Queste misure, anziché risolvere la situazione, portarono a una ulteriore contrazione dei consumi e della spesa pubblica, aggravando la depressione economica (Crisi del 1929: cause e conseguenze pdf).
In questo contesto emerse la figura di John Maynard Keynes, economista inglese che rivoluzionò il pensiero economico del tempo. La sua teoria, in netto contrasto con quella classica, sosteneva che il sistema economico tendesse naturalmente alla sottoccupazione, richiedendo quindi un intervento attivo dello Stato per mantenere livelli adeguati di occupazione e consumo.
Evidenziazione: La teoria keynesiana propose un ruolo attivo dello Stato nell'economia attraverso la spesa pubblica, considerata necessaria per stimolare la domanda aggregata e creare nuovi posti di lavoro.