La crisi dell'impero carolingio e invasioni normanne segnò un periodo di profonda trasformazione nell'Europa medievale. Dopo la morte di Carlo Magno nell'814, l'impero si frammentò progressivamente a causa delle lotte dinastiche tra i suoi eredi e delle crescenti minacce esterne. I Vichinghi dal nord e i Saraceni dal sud iniziarono a compiere incursioni sempre più frequenti, approfittando della debolezza dell'autorità centrale.
In questo contesto di instabilità emerse la crescita del potere locale nell'età signorile. I signori feudali, che controllavano territori più piccoli ma meglio difendibili, assunsero maggiori responsabilità nella protezione delle popolazioni locali. Costruirono castelli e fortificazioni, organizzarono milizie territoriali e svilupparono sistemi di alleanze per garantire la sicurezza dei loro domini. Questo processo portò alla nascita di nuove forme di organizzazione sociale e politica, caratterizzate da un potere più frammentato ma anche più capillare sul territorio.
Le strategie di difesa medievali contro vichinghi e saraceni si evolsero nel tempo per rispondere alle diverse minacce. I signori locali costruirono una rete di torri d'avvistamento lungo le coste e i fiumi principali per dare l'allarme in caso di incursioni. Le città furono circondate da mura più alte e spesse, mentre nei territori rurali si diffuse il sistema dell'incastellamento, con la popolazione che si raccoglieva intorno a fortezze strategicamente posizionate. Queste trasformazioni non solo garantirono una migliore protezione, ma influenzarono profondamente l'organizzazione del territorio e la vita quotidiana delle persone, contribuendo a plasmare il caratteristico paesaggio medievale europeo che in parte sopravvive ancora oggi.