Luigi XIV: Religione, Cultura e Guerre
Luigi XIV considera ogni minoranza religiosa un pericolo per l'unità statale. Con l'editto di Fontainebleau revoca definitivamente l'editto di Nantes, togliendo la libertà di culto ai protestanti. Circa 200.000 ugonotti riescono a fuggire all'estero, causando un grave danno economico che il re cerca inutilmente di impedire.
Altrettanto dura è la persecuzione dei giansenisti, considerati troppo vicini al protestantesimo. Con l'aiuto dei gesuiti, Luigi XIV arriva a distruggere il monastero di Port-Royal. Il re controlla anche la cultura: fonda l'Accademia Reale delle Scienze e pratica il mecenatismo per creare una "cultura di Stato", censurando le voci dissenzienti.
La politica estera aggressiva di Luigi XIV mira all'espansione territoriale. Il re decuplica l'esercito, costruisce decine di fortezze e organizza una potente marina militare, aumentando drasticamente la pressione fiscale per finanziare queste spese.
Le guerre del Re Sole: Dalla guerra di devoluzione per le Fiandre alla guerra di successione spagnola, Luigi XIV combatte continuamente contro coalizioni europee, ottenendo alcuni successi territoriali ma indebolendo la Francia.
In Russia, Pietro I il Grande (1682-1725) segue un modello simile ma con caratteristiche uniche. Dopo un viaggio segreto in Europa nel 1697, promuove l'"occidentalizzazione" della Russia imponendo costumi europei e riformando l'amministrazione.
Pietro fonda Pietroburgo come nuova capitale, sottomette la Chiesa ortodossa sostituendo il patriarca con il Santo Sinodo sotto controllo statale, e crea la Tavola dei ranghi per organizzare le cariche militari e amministrative. Trasforma la Russia in una grande potenza europea, pur mantenendo inalterata la struttura sociale basata sulla servitù della gleba.