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Storia

21 nov 2025

1191

16 pagine

La Prima Guerra Mondiale: Una Guida Completa

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marikadeprisco06 @marikadeprisco06

La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) rappresentò uno dei conflitti più devastanti della storia, caratterizzato da nuove tecnologie belliche,... Mostra di più

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

Le emozioni della Grande Guerra

La guerra è un'esperienza che stravolge profondamente le emozioni umane. Durante la Prima Guerra Mondiale, la paura divenne l'emozione dominante tra i soldati - la costante paura di morire in quello che si rivelò un massacro di proporzioni inimmaginabili.

Lo scrittore americano Ernest Hemingway, volontario sul fronte italiano, trasformò questa esperienza nel romanzo "Addio alle armi", raccontando la storia di Frederic, un giovane americano che scopre l'amore con l'infermiera Catherine ma anche l'orrore della guerra. Attraverso la ritirata di Caporetto, il protagonista comprende che la guerra non ha nulla di romantico come credeva all'arruolamento.

⚠️ Il romanzo rivela con crudezza la disumanità della guerra, che irrompe nelle vite degli individui, le sconvolge e le spezza senza pietà.

La storia d'amore tragica tra Frederic e Catherine (che muore di parto) rappresenta simbolicamente come la guerra distrugga anche le speranze più intime e personali delle persone coinvolte.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

Le cause della Prima Guerra Mondiale

Le tensioni che portarono al conflitto si accumularono per anni attraverso diverse dinamiche. Le cause politiche includevano il desiderio di rivincita della Francia contro la Germania, le rivalità tra Russia e Austria e la crisi dell'impero ottomano, con due schieramenti contrapposti la Triplice Alleanza Germania,AustriaUngheriaeItaliaGermania, Austria-Ungheria e Italia e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia).

Sul piano economico, la rivalità tra Gran Bretagna e Germania per la supremazia industriale creò tensioni, mentre tutte le potenze cercavano nuovi mercati per sostenere la propria crescita. A queste si aggiunsero importanti cause culturali il nazionalismo diffuso, le teorie razziste e l'applicazione distorta del darwinismo sociale crearono un clima favorevole alla guerra.

Molti intellettuali e movimenti come il Futurismo esaltavano la violenza bellica come strumento di rinnovamento. La guerra veniva addirittura celebrata come "sola igiene del mondo", capace di liberare la società dagli elementi più deboli e ripulire il mondo da una "grande massa di uomini mediocri".

I giovani vedevano nel conflitto l'opportunità di cambiamento, alimentando un clima in cui i governi poterono facilmente giustificare l'entrata in guerra.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

La scintilla che accese il conflitto

L'evento che trasformò le tensioni in guerra aperta fu l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914. Il nazionalista serbo Gavrilo Princip uccise l'erede al trono d'Austria, l'arciduca Francesco Ferdinando, e sua moglie durante una visita ufficiale.

L'Austria-Ungheria colse l'opportunità per attaccare la Serbia, accusandola di non aver impedito l'attentato. Il 23 luglio inviò un ultimatum con richieste umilianti proibire propaganda anti-austriaca, sopprimere le organizzazioni slave e permettere un'inchiesta congiunta sull'attentato.

Il governo serbo, messo alle strette, respinse queste condizioni. Di conseguenza, il 28 luglio l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, innescando il meccanismo delle alleanze che avrebbe trascinato l'Europa intera nel conflitto.

💡 L'attentato fu solo un pretesto l'Austria-Ungheria cercava da tempo un'occasione per aggredire militarmente la Serbia e risolvere la questione balcanica.

Dopo questa dichiarazione di guerra, scattarono automaticamente le clausole delle alleanze militari la Russia si mobilitò in difesa della Serbia, la Germania dichiarò guerra alla Francia il 3 agosto, dando inizio a una reazione a catena che avrebbe coinvolto gran parte del mondo.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

La strategia tedesca e l'inizio delle ostilità

La Germania mise in atto il famoso piano Schlieffen, ideato per una rapida vittoria attraverso l'invasione della Francia aggirando le sue difese tramite Belgio e Lussemburgo, paesi neutrali. Questa violazione provocò l'immediato intervento della Gran Bretagna, completando lo schieramento della Triplice Intesa contro gli Imperi Centrali.

L'Italia, pur facendo parte della Triplice Alleanza, si dichiarò neutrale, sostenendo che l'alleanza avesse carattere difensivo e che l'Austria avesse attaccato per prima. Inoltre, le tensioni con l'Austria per le terre irredente (Trentino, Friuli, Veneto) rendevano difficile combattere al suo fianco.

Sul fronte occidentale, l'avanzata tedesca arrivò a soli 35 chilometri da Parigi, ma i francesi riuscirono a bloccare i nemici lungo il fiume Marna 612settembre6-12 settembre. La battaglia causò circa 500.000 vittime e nessuno ottenne la vittoria decisiva sperata.

Con l'autunno 1914, il conflitto si trasformò da guerra di movimento a guerra di posizione. Gli eserciti scavarono le trincee, fossati che col tempo furono allargati e dotati di ripari e reticolati di filo spinato. Questa situazione di stallo avrebbe caratterizzato il fronte occidentale per gran parte del conflitto.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

Il dibattito sull'intervento italiano

Dopo la dichiarazione di neutralità, in Italia si aprì un acceso dibattito sulla possibilità di entrare in guerra. La questione delle terre irredente di Trento e Trieste, ancora sotto dominio austriaco, divideva l'opinione pubblica tra due schieramenti interventisti e neutralisti.

I neutralisti, maggioritari ma meno influenti, includevano Giolitti, la Chiesa e gran parte della popolazione. Papa Benedetto XV condannò ripetutamente il conflitto, definendolo un'"inutile strage" e un'"orrenda carneficina che disonora l'Europa", invitando i governi a trovare accordi pacifici.

Gli interventisti, pur essendo in minoranza, erano molto più attivi e rumorosi. Si dividevano tra destra (nazionalisti, irredentisti, grandi industriali e il Re) e sinistra (rappresentata da democratici, repubblicani e alcuni socialisti come Bissolati).

🔍 Il dibattito mostrò una profonda spaccatura nel paese mentre la maggioranza della popolazione desiderava la pace, le élite politiche e culturali spingevano per la guerra.

La propaganda interventista trovò voce in figure influenti come Gabriele D'Annunzio e Benito Mussolini. Quest'ultimo, inizialmente direttore dell'Avanti! (giornale socialista neutralista), cambiò posizione e fu espulso dal partito, fondando "Il Popolo d'Italia" per sostenere l'intervento.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

La propaganda interventista

Gli interventisti di destra, pur essendo in minoranza, erano estremamente attivi. Questo gruppo includeva i nazionalisti e gli irredentisti, convinti che la violenza fosse un segno di vitalità nazionale. Erano sostenuti dai grandi industriali, dal Re Vittorio Emanuele III e dalla piccola borghesia.

Il poeta Gabriele D'Annunzio divenne un simbolo di questo movimento, sostenendo che la guerra avrebbe "ripulito il mondo da una grande massa di uomini mediocri". Secondo questa visione, il conflitto avrebbe lasciato "meno bocche intorno alla stessa tavola", riducendo la popolazione considerata in eccesso.

Sul fronte della sinistra interventista troviamo esponenti democratici come Salvemini e De Andreis, repubblicani e socialisti come Bissolati e Labriola. Questi ritenevano che l'Italia dovesse schierarsi con i paesi democratici contro i regimi autoritari di Austria e Germania.

Figura chiave fu Benito Mussolini, ex direttore dell'Avanti! (giornale socialista). Inizialmente neutralista, cambiò drasticamente posizione, fu espulso dal partito socialista e fondò "Il Popolo d'Italia", conducendo una vigorosa campagna a favore dell'intervento e sostenendo gli ideali nazionalistici.

 In ogni istante della nostra vita proviamo qualcosa.

Gioia, tristezza, dolore, serenità, amore... tutte emozioni che rappresentano l'
esse

L'Italia entra in guerra

La decisione di quale alleanza scegliere fu cruciale per l'Italia. L'Austria promise le terre irredente, ma voleva attendere la fine del conflitto prima di fare concessioni concrete. La Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia) offrì invece garanzie più immediate.

Il 26 aprile 1915 fu stipulato il Patto di Londra, un trattato segreto che impegnava l'Italia a entrare in guerra entro un mese. In cambio, le venivano garantiti, in caso di vittoria, territori che andavano ben oltre le terre irredente Trento, Trieste, l'Istria, Nizza, Savoia e la possibilità di partecipare alla spartizione delle colonie tedesche.

Il 3 maggio l'Italia uscì ufficialmente dalla Triplice Alleanza e il 24 maggio dichiarò guerra all'Austria-Ungheria (solo nell'agosto 1916 estese la dichiarazione alla Germania).

⚠️ Il Patto di Londra fu stipulato segretamente, ignorando completamente i neutralisti e il Parlamento, creando un pericoloso precedente per la democrazia italiana.

Nel frattempo, il governo contribuiva a creare un clima di tensione, incoraggiando manifestazioni di piazza. Gabriele D'Annunzio definì quel periodo le "radiose giornate" di maggio, mentre l'opinione pubblica veniva guidata verso l'accettazione della guerra, che molti credevano sarebbe stata breve.

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L'Italia in guerra

L'esercito italiano si rivelò gravemente impreparato per un conflitto di quella portata scarsa organizzazione, preparazione tecnica insufficiente e molti soldati privi persino dell'elmetto. Lo schieramento presentava un punto debole tra il confine del Trentino e del Veneto, dove i nemici avrebbero potuto aprire un varco e cogliere alle spalle la maggior parte delle truppe.

Il generale Luigi Cadorna, comandante dell'esercito italiano, utilizzava metodi di combattimento ormai obsoleti, come gli attacchi frontali in massa. Non si fidava dell'esercito formato da militari di leva e impose una disciplina durissima, ricorrendo a gravi punizioni per ogni mancanza.

Tra giugno e dicembre 1915 si svolsero le prime quattro battaglie dell'Isonzo, caratterizzate da attacchi frontali che provocarono migliaia di vittime con scarsi risultati.

💡 Per far fronte al bisogno di soldati, fu esteso il servizio di leva obbligatorio, portando al fronte giovani spesso impreparati e demotivati.

Nel giugno 1916 gli austriaci scatenarono la Strafexpedition (spedizione punitiva) contro l'ex alleato italiano. Le truppe austriache attaccarono il punto debole italiano ad Asiago, ma dovettero ritirarsi per la resistenza italiana e per l'attacco russo sull'altro fronte. Cadorna rispose con le "spallate autunnali", controffensive che ottennero un discreto successo.

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La vita in trincea

La guerra di posizione trasformò le trincee nel simbolo stesso del conflitto. I soldati dovevano sopportare condizioni estreme, soprattutto d'inverno a causa di neve e gelo. Le condizioni igieniche erano pessime e si diffondevano facilmente epidemie come il colera.

Il momento più terrificante era l'assalto alle trincee nemiche. La paura colpiva tutti i soldati e si manifestava con singhiozzi, tremori, crisi di diarrea, vomito e, nei casi più gravi, rifiuto di obbedire agli ordini, follia o suicidio. I militari dovevano vivere costantemente con la presenza della morte, circondati dai cadaveri di compagni e nemici.

Oltre alle armi tradizionali (artiglieria pesante, fucili, mitragliatrici), la Prima Guerra Mondiale vide l'impiego di nuove tecnologie belliche che sconvolsero l'opinione pubblica gas tossici, aviazione per bombardamenti, carri armati e sottomarini.

Anche i civili furono duramente colpiti dal conflitto. Chi abitava nelle zone di guerra era costretto a fuggire, mentre il resto della popolazione subiva limitazioni delle libertà personali, razionamento del cibo, rialzo dei prezzi e aumento dei carichi di lavoro, specialmente nelle fabbriche che dovevano garantire rifornimenti ai militari.

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Le nuove armi e il fronte interno

La Prima Guerra Mondiale introdusse armi chimiche devastanti. I tedeschi furono i primi a utilizzare i gas tossici, inizialmente rilasciati da bombole in direzione del vento verso le trincee nemiche, provocando morte per soffocamento o avvelenamento.

Durante il conflitto si svilupparono anche l'aviazione, utilizzata per osservare i campi di battaglia e per bombardamenti mirati, e il carro armato, che sarebbe diventato un'arma fondamentale nei conflitti successivi. Nella guerra navale fece la sua comparsa il sottomarino, con cui i tedeschi ottennero inizialmente significativi vantaggi.

L'industria fornì alle forze armate mezzi rapidi di trasporto come le autoambulanze, mentre la radiofonia permise lo sviluppo di comunicazioni con o senza fili, essenziali per coordinare le operazioni militari.

💡 Il conflitto coinvolse per la prima volta nella storia l'intera società i soldati formavano il "fronte esterno", mentre i lavoratori nelle fabbriche costituivano il "fronte interno", entrambi indispensabili.

Le popolazioni civili subirono conseguenze drammatiche limitazioni delle libertà personali, rialzo dei prezzi, razionamento del cibo, diffusione di epidemie e aumento dei carichi di lavoro. Il peggioramento delle condizioni di vita causò proteste e scioperi in Francia, Germania e Italia (a Torino nel 1917 ci furono manifestazioni per gli alimenti con 10 vittime).

Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

Che cos'è l'assistente AI di Knowunity?

Il nostro assistente AI è costruito specificamente per le esigenze degli studenti. Sulla base dei milioni di contenuti presenti sulla piattaforma, possiamo fornire agli studenti risposte davvero significative e pertinenti. Ma non si tratta solo di risposte, l'assistente è in grado di guidare gli studenti attraverso le loro sfide quotidiane di studio, con piani di studio personalizzati, quiz o contenuti nella chat e una personalizzazione al 100% basata sulle competenze e sugli sviluppi degli studenti.

Dove posso scaricare l'applicazione Knowunity?

È possibile scaricare l'applicazione dal Google Play Store e dall'Apple App Store.

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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

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4.8/5

Google Play

L'applicazione è molto facile da usare e ben progettata. Finora ho trovato tutto quello che cercavo e ho potuto imparare molto dalle presentazioni! Utilizzerò sicuramente l'app per i compiti in classe! È molto utile anche come fonte di ispirazione.

Stefano S

utente iOS

Questa applicazione è davvero grande! Ci sono tantissimi appunti e aiuti con lo studio [...]. La mia materia problematica, per esempio, è il francese e l'app ha così tante opzioni per aiutarmi. Grazie a questa app ho migliorato il mio francese. La consiglio a tutti.

Samantha Klich

utente Android

Wow, sono davvero stupita. Ho appena provato l'app perché l'ho vista pubblicizzata molte volte e sono rimasta assolutamente sbalordita. Questa app è L'AIUTO che cercate per la scuola e soprattutto offre tantissime cose, come allenamenti e schede, che a me personalmente sono state MOLTO utili.

Anna

utente iOS

È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo

Anastasia

utente Android

Fantastica per qualsiasi materia avere gli appunti anche di altre persone è molto utile perchè posso confrontarmi e vedere come migliorarmi. con i quiz riesco ad apprendere al meglio.

Francesca

utente Android

moooolto utile,gli appunti sono belli e funzionanti,schoolGPT da dei consigli formidabili!!

Marianna

utente Android

L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!

Sudenaz Ocak

utente Android

A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

utente Android

Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

utente Android

L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

utente iOS

in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

Chiara

utente IOS

Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

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Stefano S

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Samantha Klich

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Anna

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È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo

Anastasia

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Francesca

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moooolto utile,gli appunti sono belli e funzionanti,schoolGPT da dei consigli formidabili!!

Marianna

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L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!

Sudenaz Ocak

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A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

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Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

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L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

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in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

Chiara

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Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

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La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) rappresentò uno dei conflitti più devastanti della storia, caratterizzato da nuove tecnologie belliche, trincee e milioni di vittime. Questo evento storico trasformò radicalmente l'assetto geopolitico europeo, segnando il declino delle vecchie potenze e l'emergere degli... Mostra di più

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Le emozioni della Grande Guerra

La guerra è un'esperienza che stravolge profondamente le emozioni umane. Durante la Prima Guerra Mondiale, la paura divenne l'emozione dominante tra i soldati - la costante paura di morire in quello che si rivelò un massacro di proporzioni inimmaginabili.

Lo scrittore americano Ernest Hemingway, volontario sul fronte italiano, trasformò questa esperienza nel romanzo "Addio alle armi", raccontando la storia di Frederic, un giovane americano che scopre l'amore con l'infermiera Catherine ma anche l'orrore della guerra. Attraverso la ritirata di Caporetto, il protagonista comprende che la guerra non ha nulla di romantico come credeva all'arruolamento.

⚠️ Il romanzo rivela con crudezza la disumanità della guerra, che irrompe nelle vite degli individui, le sconvolge e le spezza senza pietà.

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Le cause della Prima Guerra Mondiale

Le tensioni che portarono al conflitto si accumularono per anni attraverso diverse dinamiche. Le cause politiche includevano il desiderio di rivincita della Francia contro la Germania, le rivalità tra Russia e Austria e la crisi dell'impero ottomano, con due schieramenti contrapposti: la Triplice Alleanza Germania,AustriaUngheriaeItaliaGermania, Austria-Ungheria e Italia e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia).

Sul piano economico, la rivalità tra Gran Bretagna e Germania per la supremazia industriale creò tensioni, mentre tutte le potenze cercavano nuovi mercati per sostenere la propria crescita. A queste si aggiunsero importanti cause culturali: il nazionalismo diffuso, le teorie razziste e l'applicazione distorta del darwinismo sociale crearono un clima favorevole alla guerra.

Molti intellettuali e movimenti come il Futurismo esaltavano la violenza bellica come strumento di rinnovamento. La guerra veniva addirittura celebrata come "sola igiene del mondo", capace di liberare la società dagli elementi più deboli e ripulire il mondo da una "grande massa di uomini mediocri".

I giovani vedevano nel conflitto l'opportunità di cambiamento, alimentando un clima in cui i governi poterono facilmente giustificare l'entrata in guerra.

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L'evento che trasformò le tensioni in guerra aperta fu l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914. Il nazionalista serbo Gavrilo Princip uccise l'erede al trono d'Austria, l'arciduca Francesco Ferdinando, e sua moglie durante una visita ufficiale.

L'Austria-Ungheria colse l'opportunità per attaccare la Serbia, accusandola di non aver impedito l'attentato. Il 23 luglio inviò un ultimatum con richieste umilianti: proibire propaganda anti-austriaca, sopprimere le organizzazioni slave e permettere un'inchiesta congiunta sull'attentato.

Il governo serbo, messo alle strette, respinse queste condizioni. Di conseguenza, il 28 luglio l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, innescando il meccanismo delle alleanze che avrebbe trascinato l'Europa intera nel conflitto.

💡 L'attentato fu solo un pretesto: l'Austria-Ungheria cercava da tempo un'occasione per aggredire militarmente la Serbia e risolvere la questione balcanica.

Dopo questa dichiarazione di guerra, scattarono automaticamente le clausole delle alleanze militari: la Russia si mobilitò in difesa della Serbia, la Germania dichiarò guerra alla Francia il 3 agosto, dando inizio a una reazione a catena che avrebbe coinvolto gran parte del mondo.

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L'Italia, pur facendo parte della Triplice Alleanza, si dichiarò neutrale, sostenendo che l'alleanza avesse carattere difensivo e che l'Austria avesse attaccato per prima. Inoltre, le tensioni con l'Austria per le terre irredente (Trentino, Friuli, Veneto) rendevano difficile combattere al suo fianco.

Sul fronte occidentale, l'avanzata tedesca arrivò a soli 35 chilometri da Parigi, ma i francesi riuscirono a bloccare i nemici lungo il fiume Marna 612settembre6-12 settembre. La battaglia causò circa 500.000 vittime e nessuno ottenne la vittoria decisiva sperata.

Con l'autunno 1914, il conflitto si trasformò da guerra di movimento a guerra di posizione. Gli eserciti scavarono le trincee, fossati che col tempo furono allargati e dotati di ripari e reticolati di filo spinato. Questa situazione di stallo avrebbe caratterizzato il fronte occidentale per gran parte del conflitto.

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Il dibattito sull'intervento italiano

Dopo la dichiarazione di neutralità, in Italia si aprì un acceso dibattito sulla possibilità di entrare in guerra. La questione delle terre irredente di Trento e Trieste, ancora sotto dominio austriaco, divideva l'opinione pubblica tra due schieramenti: interventisti e neutralisti.

I neutralisti, maggioritari ma meno influenti, includevano Giolitti, la Chiesa e gran parte della popolazione. Papa Benedetto XV condannò ripetutamente il conflitto, definendolo un'"inutile strage" e un'"orrenda carneficina che disonora l'Europa", invitando i governi a trovare accordi pacifici.

Gli interventisti, pur essendo in minoranza, erano molto più attivi e rumorosi. Si dividevano tra destra (nazionalisti, irredentisti, grandi industriali e il Re) e sinistra (rappresentata da democratici, repubblicani e alcuni socialisti come Bissolati).

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La propaganda interventista

Gli interventisti di destra, pur essendo in minoranza, erano estremamente attivi. Questo gruppo includeva i nazionalisti e gli irredentisti, convinti che la violenza fosse un segno di vitalità nazionale. Erano sostenuti dai grandi industriali, dal Re Vittorio Emanuele III e dalla piccola borghesia.

Il poeta Gabriele D'Annunzio divenne un simbolo di questo movimento, sostenendo che la guerra avrebbe "ripulito il mondo da una grande massa di uomini mediocri". Secondo questa visione, il conflitto avrebbe lasciato "meno bocche intorno alla stessa tavola", riducendo la popolazione considerata in eccesso.

Sul fronte della sinistra interventista troviamo esponenti democratici come Salvemini e De Andreis, repubblicani e socialisti come Bissolati e Labriola. Questi ritenevano che l'Italia dovesse schierarsi con i paesi democratici contro i regimi autoritari di Austria e Germania.

Figura chiave fu Benito Mussolini, ex direttore dell'Avanti! (giornale socialista). Inizialmente neutralista, cambiò drasticamente posizione, fu espulso dal partito socialista e fondò "Il Popolo d'Italia", conducendo una vigorosa campagna a favore dell'intervento e sostenendo gli ideali nazionalistici.

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Il 26 aprile 1915 fu stipulato il Patto di Londra, un trattato segreto che impegnava l'Italia a entrare in guerra entro un mese. In cambio, le venivano garantiti, in caso di vittoria, territori che andavano ben oltre le terre irredente: Trento, Trieste, l'Istria, Nizza, Savoia e la possibilità di partecipare alla spartizione delle colonie tedesche.

Il 3 maggio l'Italia uscì ufficialmente dalla Triplice Alleanza e il 24 maggio dichiarò guerra all'Austria-Ungheria (solo nell'agosto 1916 estese la dichiarazione alla Germania).

⚠️ Il Patto di Londra fu stipulato segretamente, ignorando completamente i neutralisti e il Parlamento, creando un pericoloso precedente per la democrazia italiana.

Nel frattempo, il governo contribuiva a creare un clima di tensione, incoraggiando manifestazioni di piazza. Gabriele D'Annunzio definì quel periodo le "radiose giornate" di maggio, mentre l'opinione pubblica veniva guidata verso l'accettazione della guerra, che molti credevano sarebbe stata breve.

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L'Italia in guerra

L'esercito italiano si rivelò gravemente impreparato per un conflitto di quella portata: scarsa organizzazione, preparazione tecnica insufficiente e molti soldati privi persino dell'elmetto. Lo schieramento presentava un punto debole tra il confine del Trentino e del Veneto, dove i nemici avrebbero potuto aprire un varco e cogliere alle spalle la maggior parte delle truppe.

Il generale Luigi Cadorna, comandante dell'esercito italiano, utilizzava metodi di combattimento ormai obsoleti, come gli attacchi frontali in massa. Non si fidava dell'esercito formato da militari di leva e impose una disciplina durissima, ricorrendo a gravi punizioni per ogni mancanza.

Tra giugno e dicembre 1915 si svolsero le prime quattro battaglie dell'Isonzo, caratterizzate da attacchi frontali che provocarono migliaia di vittime con scarsi risultati.

💡 Per far fronte al bisogno di soldati, fu esteso il servizio di leva obbligatorio, portando al fronte giovani spesso impreparati e demotivati.

Nel giugno 1916 gli austriaci scatenarono la Strafexpedition (spedizione punitiva) contro l'ex alleato italiano. Le truppe austriache attaccarono il punto debole italiano ad Asiago, ma dovettero ritirarsi per la resistenza italiana e per l'attacco russo sull'altro fronte. Cadorna rispose con le "spallate autunnali", controffensive che ottennero un discreto successo.

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La vita in trincea

La guerra di posizione trasformò le trincee nel simbolo stesso del conflitto. I soldati dovevano sopportare condizioni estreme, soprattutto d'inverno a causa di neve e gelo. Le condizioni igieniche erano pessime e si diffondevano facilmente epidemie come il colera.

Il momento più terrificante era l'assalto alle trincee nemiche. La paura colpiva tutti i soldati e si manifestava con singhiozzi, tremori, crisi di diarrea, vomito e, nei casi più gravi, rifiuto di obbedire agli ordini, follia o suicidio. I militari dovevano vivere costantemente con la presenza della morte, circondati dai cadaveri di compagni e nemici.

Oltre alle armi tradizionali (artiglieria pesante, fucili, mitragliatrici), la Prima Guerra Mondiale vide l'impiego di nuove tecnologie belliche che sconvolsero l'opinione pubblica: gas tossici, aviazione per bombardamenti, carri armati e sottomarini.

Anche i civili furono duramente colpiti dal conflitto. Chi abitava nelle zone di guerra era costretto a fuggire, mentre il resto della popolazione subiva limitazioni delle libertà personali, razionamento del cibo, rialzo dei prezzi e aumento dei carichi di lavoro, specialmente nelle fabbriche che dovevano garantire rifornimenti ai militari.

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Le nuove armi e il fronte interno

La Prima Guerra Mondiale introdusse armi chimiche devastanti. I tedeschi furono i primi a utilizzare i gas tossici, inizialmente rilasciati da bombole in direzione del vento verso le trincee nemiche, provocando morte per soffocamento o avvelenamento.

Durante il conflitto si svilupparono anche l'aviazione, utilizzata per osservare i campi di battaglia e per bombardamenti mirati, e il carro armato, che sarebbe diventato un'arma fondamentale nei conflitti successivi. Nella guerra navale fece la sua comparsa il sottomarino, con cui i tedeschi ottennero inizialmente significativi vantaggi.

L'industria fornì alle forze armate mezzi rapidi di trasporto come le autoambulanze, mentre la radiofonia permise lo sviluppo di comunicazioni con o senza fili, essenziali per coordinare le operazioni militari.

💡 Il conflitto coinvolse per la prima volta nella storia l'intera società: i soldati formavano il "fronte esterno", mentre i lavoratori nelle fabbriche costituivano il "fronte interno", entrambi indispensabili.

Le popolazioni civili subirono conseguenze drammatiche: limitazioni delle libertà personali, rialzo dei prezzi, razionamento del cibo, diffusione di epidemie e aumento dei carichi di lavoro. Il peggioramento delle condizioni di vita causò proteste e scioperi in Francia, Germania e Italia (a Torino nel 1917 ci furono manifestazioni per gli alimenti con 10 vittime).

Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

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4.8/5

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Stefano S

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