Il Tempo Come Unico Bene
"Omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est" - tutte le cose appartengono ad altri, solo il tempo è nostro. Questa affermazione condensa l'intero messaggio della lettera: il tempo è l'unico bene veramente in nostro possesso, anche se è "fugace e scivoloso" (fugacis ac lubricae).
Seneca critica la stoltezza dei mortali che si preoccupano di beni materiali, recuperabili, ma non del tempo, che una volta perso non può essere restituito. Con umiltà, il filosofo riconosce di non essere perfetto: anche lui spreca del tempo, ma almeno lo fa consapevolmente, tenendo conto di ciò che perde.
Attraverso l'uso di metafore economiche, Seneca equipara la perdita del tempo a una forma di povertà, forse la più grave. Si paragona a chi è divenuto povero non per propria colpa: tutti lo perdonano ma nessuno lo soccorre.
Il filosofo conclude con una massima popolare: "sera parsimonia in fundo est" (è tardivo il risparmio quando si è al fondo). Come nel fondo di un recipiente rimane il peggio, così chi inizia a risparmiare il proprio tempo in età avanzata trova solo rimasugli. L'invito è chiaro: bisogna iniziare il prima possibile a dare valore al tempo.
💡 Seneca scrive queste riflessioni in età avanzata e vuole risparmiare a Lucilio i suoi stessi errori: meglio imparare dalla saggezza altrui che dall'esperienza personale.
L'epistola si chiude con un semplice "Vale" (stammi bene), formula tipica della corrispondenza latina, che contrasta con la profondità dei temi affrontati.