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25/10/2022
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La Vita ● ● ● ● ● I Dialogi Sono dieci opere di argomento filosofico, tra cui sono comprese tre consolatio. Non si tratta di dialoghi come quelli di Platone o Cicerone in cui c'è una discussione tra due o più personaggi, ma l'autore parla in prima persona rivolgendosi solo al destinatario -> influenza diatriba cinico-stoica. I temi: ● Seneca 4 a.C. -> nasce a Cordova. Riceve a Roma un'educazione retorica e filosofica e intraprende il cursus honorum; 41 a.C. -> mandato in esilio in Corsica dall'imperatore Claudio che lo aveva accusato di adulterio; 49 a.C. -> torna a Roma e diventa precettore di Nerone; 54 a.C. -> diventa consigliere imperiale; 62 a.C. -> si ritira a vita privata (secessus) perché la sua posizione era sempre più debole; 65 a.C. -> muore suicida perché ritenuto complice della congiura pisoniana. Filosofia come strumento terapeutico -> admonitio => esortare il malato d'animo a cambiare sistema di vita, cioè a liberarsi dagli affectus che gli impediscono il raggiungimento della felicità; Gli errores degli uomini -> il compito del filosofo è dare una forma razionale alla realtà che appare caotica e che perciò angoscia l'uomo; Ricerca della virtù -> realizzazione di sé; La riflessione su di sé -> meditatio => attraverso l'analisi dei propri comportamenti è possibile progredire moralmente (libertà interiore e padronanza di sé), per giungere poi a secedere, cioè ritirarsi dalla vita...
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attiva per giovare a se stessi e agli altri; Morte -> lex naturae; Tempo -> la vita è breve per chi è schiavo di inutili preoccupazioni. Le tre consolatio: La consolatio ad Marciam consolare Marcia, donna di alto rango sociale, per la morte del figlio Metilio. => repertorio della consolazione filosofica (la morte non è un male, ma è il passaggio a una vita migliore) 1 La consolatio ad Helviam Matrem -> consolare la madre per il dolore per la sua condanna e per l'esilio => L'esilio è un semplice mutamento di luogo e non può togliere l'uomo la virtù. Inoltre, secondo la dottrina stoica, il sapiente ha come patria il mondo intero (cosmopolitismo). La consolatio ad Polybium -> consolare un potente liberto dell'imperatore Claudio per la morte di un fratello. Contiene anche una supplica all'imperatore nella speranza di ottenere la grazia. I dialoghi-trattati: ● ● ● ● ● De ira -> condanna totale dell'ira in quanto offusca la ragione; De brevitate vitae -> il sapiente è l'unico a sfruttare bene il tempo utilizzandolo per ricercare la saggezza. Gli occupati lo sprecano in occupazioni frivole e vane; De vita beata -> esposizione dottrina morale stoica e difesa da quelli che accusano i filosofi di non seguire gli stessi precetti che professano. Il filosofo non ha ancora raggiunto gli obbiettivi che si propone; De tranquillitate animi -> rimedi pratici per uscire dalla condizione di insicurezza e instabilità spirituali. De otio -> giustificazione dell'otio e del disimpegno secondo le dottrine stoica ed epicurea; De providentia -> i buoni sono sottoposti a prove divine che consentono loro di progredire moralmente; De constatatia sapientis -> la superiorità morale del sapiente lo rende invulnerabile. I Trattati Hanno impianto e finalità simili ai Dialogi: De clementia -> trattato di filosofia politica in cui esalta la monarchia illuminata. Elogia la clemenza di Nerone, intesa come la moderazione nell'infliggere pene. La clemenza è la più grande virtù che può possedere un sovrano perché gli cura riconoscenza e garantisce la stabilità dell'impero. La clemenza è una qualità basata sulla dipendenza degli inferiori verso un superiore, poiché essi devono far riferimento alla volontà illimitata del sovrano. Perciò la realtà del principato trova supporto nella dottrina stoica che considerava la monarchia come miglior forma di governo. Costituisce però un programma politico astratto e utopistico che sicuramente non si realizzerà con Nerone. ● De beneficiis -> retto modo di fare e riceve benefici, considerati da Seneca come il fondamento della vita civile e dei rapporti sociali; De naturales questiones -> spiegare agli uomini i fenomeni naturali per liberarli dal timore della natura. Inoltre, esalta la ricerca scientifica, considerata come unico mezzo per raggiungere la conoscenza della realtà divina. 2 Le Lettere A Lucilio 124 lettere divise in 20 libri scritte tra il 62 a.C. e il 65 a.C. e dedicate all'amico Lucilio. Sono lettere realizzate in vista della pubblicazione, quindi non sono fittizie, anzi vi sono diversi riferimenti a esperienze personali dalle quali Seneca trae spunto per riflessioni e insegnamenti utili. -> problemi di filosofia morale Seneca -> maestro e consigliere di Lucilio che lo guida verso il raggiungimento della virtù. Caratteristiche ● Il filo conduttore delle lettere è il progressivo avanzamento di Lucilio verso la conoscenza filosofica -> l'intento di Seneca è portare Lucilio al perfezionamento morale che coincide nell'otio. Tematiche ● Similarità con il sermo -> Il tono è disinvolto e colloquiale e vi è assenza di sistematicità nella disposizione delle lettere nella raccolta. L'otio e il secessus -> Seneca esorta ripetutamente Lucilio a lasciare i suoi doveri sociali e politici per dedicarsi esclusivamente alla pratica della sapientia, intesa come unico mezzo per raggiungere i veri valori => lotta contro le passioni e i falsi giudizi La morte e il tempo -> la morte è concepita come una legge a cui nessuno può sottrarsi. Per cui il sapiente, a differenza dello stolto, si è reso conto di questa imprescindibile necessità, perciò, va incontro alla morte senza rimorsi e senza timore. La concezione del tempo è la stessa che troviamo nel De Brevitate Vitae: non conta quanto, ma come si vive. Il logos -> vi è la volontà di conoscere la divinità che è l'intelligenza del mondo. La dottrina seguita da Seneca è ovviamente quella stoica, anche se critica alcuni suoi punti e ribadisce diverse volte la sua autonomia di giudizio. Ci sono anche riferimenti alla filosofia epicurea. Le Tragedie Seneca scrisse dieci tragedie: nove di argomento mitologico e una di argomento storico. Le tre che ebbero più successo furono: Medea, Fedra e Tieste. ● Vennero scritte probabilmente nel periodo in cui Seneca era accanto a Nerone come precettore e poi come consigliere, per mostrargli le conseguenze di un governo dispotico. Furono realizzate per la lettura difronte a un pubblico selezionato e non per la messa in scena a teatro. L'intento pedagogico-morale -> Seneca vuole proporre esempi negativi dello scontro nell'animo tra il furor (impulso irrazionale) e la razionalità. La visione pessimistica da molto spazio all'elemento irrazionale e cupo, ma ciò è funzionale all'obbiettivo di Seneca che attraverso i personaggi tragici vuole trasmettere un ammaestramento morale. I personaggi -> non sono propriamente drammatici, ma sono portatori di temi tratti dalla tradizione mitico-letteraria. Lo stile -> caratterizzato da ridondanza, ripetitività ed esuberanza espressiva che permette di raggiungere culmini di intensa emozione e commozione. 3 L'Apokolokyntosis È un'opera a sé che venne scritta dopo la morte dell'imperatore Claudio; perciò, in essa Seneca sfoga tutto il suo odio per colui che lo aveva condannato all'esilio. Rientra nel genere della satira menippea caratterizzata da: ● Mescolanza di versi e prosa; Contenuti sia seria sia scherzosi. Il titolo viene interpretato in due modi, dal momento che "kolokynte" in greco significa zucchina: Trasformazione in zucca; Deificazione di una zucca. Stile -> andamento satirico e mordace, livelli linguistici e stilistici diversi. Trama ● Seneca parte raccontando ciò che accade dopo la morte di Claudio. L'imperatore si reca in cielo e si presenta a Giove, ma non viene riconosciuto poiché non riesce ad esprimersi per via della sua balbuzie. Dopo una lacuna del testo, gli dèi si trovano in un concilio per discutere la divinizzazione di Claudio, ma interviene Augusto che lo accusa di aver ucciso diversi membri della famiglia, perciò deve essere condannato agli Inferi. Mentre scendi negli Inferi, passa per la Via Sacra e assiste al suo funerale scoprendo di essere morto. Viene condannato a giocare con i dadi per sempre. Le caratteristiche della prosa di Seneca Sono caratteristiche proprie di tutte le opere filosofiche di Seneca: Dialogo vivace e linguaggio confidenziale -> intento non solo di persuadere il destinatario, ma anche di coinvolgerlo emotivamente; La sententiae e la concinnitas -> capacità di rendere con le minime parole il massimo del significato attraverso l'uso di frasi ad effetto folgoranti e definitive, e diversi procedimenti retorici. Inoltre, vi è anche l'uso dell'asindeto, cioè dell'assenza di nessi logici che, rimanendo impliciti, rendono il contenuto stringato e vigoroso. ● 4 5