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Verga e il Verismo

4/10/2022

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NATURALISMO E VERISMO
Il Naturalismo in Francia, mentre il corrispettivo in Italia e il Verismo.
In Francia, nasce verso la fine dell'800 e

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NATURALISMO E VERISMO Il Naturalismo in Francia, mentre il corrispettivo in Italia e il Verismo. In Francia, nasce verso la fine dell'800 e vede come esponente principale Emile Zola. Letteratura realistica basata sul metodo scientifico. Fatti, episodi, della realtà, riportati con metodo oggettivo. Ci si rende conto che le periferie sono popolate da un ceto povero, che prima non esisteva. Racconto la realtà così come la vedo -> IMPERSONALITÀ. Personaggi verosimili e ambientazioni realmente esistite. I personaggi parlano la lingua del luogo in cui vivono, si vuole fare una denuncia sociale. ECLISSI DELL'AUTORE, che assume quasi il ruolo del giornalista, racconta una storia con i caratteri della verosimiglianza. Lo scrittore verista assume anche la tecnica di REGRESSIONE DELL'AUTORE, i personaggi dialogano tra loro, tramite il loro linguaggio, non appare la lingua letteraria dell'autore. Storia verosimile in cui i personaggi parlano la loro lingua in un contesto di vita reale VERISMO NATURALISMO Pur adottando stesse tecniche e obiettivi, ovvero quello della denuncia sociale, gli scrittori francesi e italiani, si differenziano negli ambienti, Zola nelle Banlieue, realtà urbana, proletariato urbano. Verga ci parla del popolo della sua Sicilia, che è entrata da poco nel regno d'Italia, dove emerge subito la questione meridionale.(Non c'era stata una riv. industriale in Sicilia). GIOVANNI VERGA La vita: Nasce a Catania nel 1840, origini nobili e fa una serie di...

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viaggi, tra cui Firenze, dove vi risiede a partire dal 1869 e dove conosce Capuana. Il viaggio più importante e` a Milano, dove viene a contatto con la scapigliatura e si sprovincializza. Il più celebre romanzo e` "I Malavoglia". Dopo la notorietà ottenuta grazie ai suoi romanzi sentimentali Eva (1873), Eros e Tigre reale (1875), matura la CONVERSIONE LETTERARIA E L'ADESIONE AL VERISMO. In questo periodo nascono i grandi capolavori, dopo il primo racconto verista, Rosso Malpelo (1878), escono per l'editore Treves di Milano la raccolta di novelle Vita dei campi (1880) e il romanzo / Malavoglia (1881), primo capolavoro di un Ciclo dei Vinti progettato in cinque volumi. Nel 1883 porta a termine la raccolta delle Novelle rusticane e nel 1889 il romanzo Mastro don Gesualdo. Nel 1893 Verga torna in Sicilia, lavora con poca convinzione alla conclusione del Ciclo dei Vinti che infatti non porta a termine. Posizioni politiche conservatrici, nel 1912 aderisce al Partito nazionalista. Dopo il conflitto mondiale, la sua opera letteraria ottiene i primi riconoscimenti critici. Verrà nominato senatore del Regno. Muore a Catania nel 1922. LE OPERE: La produzione preverista: Gli esordi letterari di Verga sono legati agli schemi del romanzo storico-patriottico. -Storia di una capinera→ romanzo epistolare, uscito nel 1871. La vicenda narra la storia di Maria, costretta dalla matrigna a diventare monaca, dopo essersi innamorata perdutamente di un giovane che sposa però la sua sorellastra. Alla fine Maria muore, ella rappresenta un personaggio "vinto" dall'esistenza. -Eva, Eros Tigre reale il primo pubblicato nel 1873, il secondo nel 1875, letteratura commerciale e di intrattenimento. Amori impossibili, ambizioni fallite; adulteri e suicidi per amore. Polemica antiborghese. La produzione verista: Mentre è ancora impegnato nella stesura dei romanzi della prima fase, sperimenta un nuovo tipo di racconto, con una diversa ambientazione e personaggi presi dall'umile realtà della sua terra d'origine. La svolta avviene nel 1874 Nedda "bozzetto siciliano”, che ha per protagonista una povera raccoglitrice di olive, la quale perde prima l'amato, poi la figlia, sono ancora presenti aspetti romantici. Bisogna attendere il 1878 anno di uscita della novella Rosso Malpelo. -Vita dei campi→ La raccolta edita nel 1880 rappresenta l'inizio della stagione verista, si compone di 8 testi (Fantasticheria, Cavalleria rusticana, L'amante di Gramigna, Jeli il pastore, La Lupa, Rosso Malpelo, Guerra di Santi, Pentolaccia), ambientati nella campagna siciliana e incentrati su passioni elementari e incontrollabili. L'amore è vissuto come sentimento lacerante e trasgressivo. -I Malavoglia→1881, con questo romanzo Verga dà inizio al Ciclo dei vinti, dovevano essere 5 romanzi →→ I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, La duchessa di Leyra, L'onorevole di Scipioni, L'uomo di lusso, la storia di 5 ambizioni sfortunate, collocate in diversi ambienti sociali e antropologici, da quelli della povera gente in cerca dei mezzi materiali per sostenersi a quelli di rappresentanti del raffinato mondo aristocratico. La composizione del ciclo arriva fino al primo capitolo della Duchessa di Leyra. IL CICLO DEI VINTI→I vinti dalla storia e dal progresso. Voleva partire da un protagonista che appartenesse alla parte più bassa della società e salire man mano. Tutte le classi sociali cercano di innalzarsi attraverso il possesso della "ROBA". Abbiamo ciò che basta, ma vogliamo di più -> IL FALLIMENTO DEGLI UOMINI. Il progresso per Verga sarebbe quello illuminista, con un innalzamento di tutto il genere umano, ma si rende conto che il progresso coincide con l'accumulo di sostanze, di beni, di soldi. I più umili, che vogliono diventare più potenti, lo vogliono fare attraverso il possesso di soldi, ma Verga ci dice che non è l'accumulo che ci fa dire che gli uomini sono progrediti, il progresso per Verga è l'uomo che guadagna cultura e categorie mentali superiori, in grado di capire che alcuni principi sono più validi di altri. CRITICA QUESTA IDEA DISTORTA DI PROGRESSO. -Novelle rusticane scritte tra il 1881 e il 1883, 12 novelle svolgono la funzione di preludio e di temi per Mastro don Gesualdo, com'era stato con Vita dei campi per i Malavoglia. Ambiente della Sicilia, ma si amplia lo scenario sociale con la presenza di esponenti dei ceti più elevati e figure potenti. Leggi economiche che regolano le relazioni umane. Verga riflette gli incupirsi del suo pessimismo, trasformato in una sorta di fatalismo rassegnato nei confronti del destino individuale e collettivo. Non a caso in alcune novelle fa irruzione la storia, come in Libertà si narra, ad es, della rivolta contadina esplosa nell'agosto del 1860 a Bronte dopo l'arrivo dei garibaldini. -Mastro don Gesualdo→ pubblicato sulla rivista "Nuova Antologia" nel 1888 e in volume nel 1889. Ambientato nella prima parte dell'Ottocento, vede come protagonista Gesualdo Motta, un manovale siciliano che, grazie alla sua ambizione diviene un proprietario terriero. Egli è però circondato dalla malignità e dall'invidia dei rivali e dei parenti, specialmente quando decide di recidere il legame con l'ambiente dal quale proviene (abbandona l'amante Diodata) e sposa una nobile decaduta, Bianca Trao, per suggellare la sua ascesa sociale, dalla quale avrà una figlia (probabilmente non sua), Isabella, che non gli riserva affetto, anche perché costretta a sposare un vecchio nobile cinico e spiantato, il duca di Leyra, pur amando il cugino Corrado. Dopo la morte di Bianca Gesualdo si ammala, solo e rispettato da tutti, viene portato nel palazzo palermitano dove vivono la figlia e il genero, il quale scialacqua le ricchezze che il suocero ha accumulato, Muore infine tra atroci sofferenze, schernito dalla servitù. Nuovi ricchi si mescolano a umili artigiani e contadini. Morale utilitaristica, ognuno appare chiuso e l'ossessiva difesa del proprio interesse. Prototipo dell'arrampicatore di successo che è riuscito a scalare le vette più alte della gerarchia sociale. Fallimento come uomo, poiché non soddisfatto della ricchezza accumulata ha preteso di essere accolto tra i potenti, sancendo la sua nuova posizione con un matrimonio di interesse. Gesualdo è a metà tra due mondi inconciliabili. E' a tutti gli effetti un vinto, condannato dalla sua stessa ambizione e dal destino che si abbatte inevitabilmente su quanti scelgono di abbandonare la propria condizione tradendo il codice severo delle proprie origini. Verga utilizza pluralità di moduli espressivi di voci e di punti di vista. La tecnica del racconto muta a seconda della fisionomia psicologica e sociale dei vari personaggi, deformazione grottesca o quasi caricaturale. Lettura incipit: al centro della scena vi è una casa nobile, come nei Vicerè, dimora che non è più quella di una volta, la famiglia è completamente squattrinata. Tecniche letterarie simili tra De Roberto e Verga, il narratore lascia che sia il lettore a dare attenzione ai dettagli. Mano invisibile che sistema le cose in modo che al lettore non vengano meno dei dettagli. Il teatro → linguaggio scarno ed essenziale, grande successo lo ottiene in particolare Cavalleria rusticana (1884), vicenda di passione e gelosia in una Sicilia esotica e arcaica, che ha per protagonisti i personaggi di Turiddu, tornato a casa dopo l'esperienza militare, e compare Alfio, i quali si contendono l'amore di Lola fino al tragico epilogo sancito da un duello d'amore. Altri drammi sono In portineria (1885), La Lupa (1896), La caccia al lupo e la caccia alla volpe (1902), Rose caduche (1928), Dal tuo al mio (1903), ambientato in una solfatara siciliana, ha il suo centro poetico nell'amara rappresentazione del crollo di tutti gli ideali collettivi dinanzi alle leggi brutali della vita moderna e ai meschini interessi di un individualismo utilitaristico. I TEMI: ottica narrativa antiromantica e anti-individualista. Avvicinarsi alla realtà con scrupolo scientifico, come lo scienziato si avvicina alla materia nel proprio studio in maniera informata, eppure distaccata dal punto di vista emotivo, così, lo scrittore persegue una conoscenza il più possibile oggettiva del mondo che intende rappresentare. Abbandonata la protesta nei confronti della società borghese, contenuta nei romanzi del periodo milanese, la conoscenza della realtà da cui proviene, quella Sicilia che all'epoca è oggetto delle indagini di politici e intellettuali relative alla cosiddetta "questione meridionale". Approccio neutrale alla realtà, che permetta di narrare i fatti in modo obiettivo. L'autore rinuncia a esprimere giudizi, "regredendo" al livello del mondo narrato dei personaggi. Luoghi, cose, persone, cose si presentano sulla scena da soli, nel medesimo istante in cui l'occhio del lettore scorre la pagina. altre parole, con tale "artificio della regressione" egli non descrive la scena da fuori ricostruendo l'ambiente con le parole di un intellettuale colto quale è, ma lo fa emergere poco dopo dalle parole e dagli stessi pensieri dei personaggi, sostituendo completamente il proprio punto di vista con il loro. Come Verga scrive nella lettera dedicatoria a L'amante di Gramigna, l'autore scompare per lasciare spazio a una narrazione affidata a un soggetto anonimo e corale, proveniente dall'ambiente stesso dei personaggi raffigurati. Uso del discorso indiretto libero, riportando cioè le parole pensate o pronunciate da un personaggio senza introdurre con un verbo reggente dichiarativo come "dire" o con i consueti segni di punteggiatura. Narratore impersonale, quest'ultimo infatti, può manifestarsi al lettore attraverso un meccanismo narrativo, detto straniamento: la voce narrante presenta come normali e accettabili comportamenti e modi di pensare che non lo sono affatto; o al contrario considera come strane situazioni che invece sono del tutto naturali e giustificabili. Differenze Zola e Verga: Zola, nei suoi romanzi non sente l'esigenza di scomparire, l'autore giudica la materia trattata, quella di Verga invece è un'immersione ed eclissi completa nell'oggetto. Zola non si esime dal giudicare gli eventi perché è convinto di poter contribuire a migliorare, Verga non nutre la stessa illusione: secondo lui la letteratura non deve analizzare la miseria in vista di possibili trasformazioni future. Anzi per lui è proprio il progresso, invocato da Zola e dagli altri autori naturalisti, a essere la causa della degradazione della società e della civiltà. Per quanto riguarda il linguaggio Verga riproduce il linguaggio dei contadini, pescatori, minatori in modo del tutto mimetico e adotta una soluzione, ambigua, ma necessaria per potersi rivolgere ai lettori di tutta Italia. La sua rivoluzione linguistica consiste nell'esprimere la popolarità siciliana a livello artistico, operando non tanto sul lessico, quanto sulla struttura sintattica del periodo, in modo da ricalcare modi e costrutti del parlato antiletterario, che accoglie grammaticalmente, commistioni linguistiche e tutte quelle tecniche espressive con cui si manifestano la mentalità e la cultura dei personaggi rappresentati. Un "manifesto" del Verismo verghiano (Prefazione a L'amante di Gramigna, da Vita dei campi) La rappresentazione degli umili Il contesto scelto da Verga, per dare corpo al suo ideale di rappresentazione della realtà è quello popolare siciliano, fissato nella sua memoria e caratterizzato da ataviche strutture morali, culturali e sociali. La Sicilia costituisce un ambiente mitico e anteriore alla Storia, che si sottrae all'estinzione perché rispetta le tradizioni tramandate da generazioni. Il destino dei personaggi non può essere mutato. Rosso Malpelo (Vita dei campi) Le passioni di un mondo arcaico: sentimenti e desideri sono al centro della sua attenzione per la loro componente irrazionale. I personaggi più che spiegare "fanno". Sono esclusi e diversi in conflitto permanente con la collettività, che li rifiuta e li espelle, a loro è riservato un destino tragico, poiché li animano un anticonformismo e un coraggio che non possono avere esiti positivi. La presenza dell'amore-passione indica il persistere di un atteggiamento ancora romantico. La Lupa La concezione della vita: vv I Malavoglia La roba (Novelle rusticane) La morte di Gesualdo (Mastro-don Gesualdo) I MALAVOGLIA L'opera è composta tra il 1876 e il 1880. Il nucleo del futuro capolavoro si può individuare nella novella Fantasticheria. Quello della composizione di quest'opera è un lavoro lungo ed estenuante che prevede drastici rifacimenti e varie fasi di stesura. Il romanzo è composto di 15 capitoli e copre un arco cronologico che va dal 1863 al 1875 e narra le vicende della famiglia Toscano, detti Malavoglia, che vivono ad Aci Trezza. Sono pescatori molto laboriosi, che vivono dignitosamente possedendo la casa del nespolo, e una barca, la Provvidenza. Il capo famiglia, il vecchio Padron ' Ntoni, è il patriarca; suo figlio Bastianazzo sposato con Maruzza, detta la Longa, ha 5 figli: il giovane 'Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia. Dal momento che si verifica l'allontanamento forzato e spontaneo di alcuni membri della famiglia, questa è colpita da numerose disgrazie. Nel 1863 Ntoni parte per la leva militare, manca la forza-lavoro. I Malavoglia perdono una partita di lupini, Bastianazzo muore e successivamente moriranno anche Maruzza e Luca, che era partito per la leva militare. Ntoni quando torna dalla leva, dove la realtà era diversa da quella della Sicilia, vuole andare a cercare fortuna, ma finirà in carcere. Lia, amante del droghiere inizierà a prostituirsi. La famiglia vende la casa del nespolo. Il vecchio padron Ntoni muore, non esiste più la casa del nespolo, che simboleggiava la solidità della famiglia, ma Alessi riesce a riscattarla. E' assente la figura di un protagonista. Il coro vede, osserva e commenta, in questo modo Verga mette in luce la realtà di quel preciso momento storico. Padron Ntoni rappresenta la tradizione,i valori, per lui nulla doveva cambiare. Ntoni rappresenta il desiderio del nuovo. Lia vuole fuggire dalla miseria. Alessi cerca di preservare i valori e l'impegno della famiglia. Zio Crocifisso era l'uomo più ricco del paese. La Sicilia di Verga sembra un'isola felice, ma ci si rende conto che il popolo siciliano sa che i valori stanno cambiando e queste idee che arrivano da lontano interessano l'isola per fare il salto ed essere come il resto d'Europa. La famiglia di cui ci racconta Verga nei Malavoglia e` la Famiglia Toscano, conosciuti come i Malavoglia (intesi come voglia di lavorare), casa del nespolo che dimostrava proprio la solidità di questa famiglia, ancora ancorata alle vecchie tradizioni che si tramandano di padre in figlio. Possiedono anche una barca chiamata Provvidenza. A questa famiglia non manca nulla, e ha saputo mantenere intatti i propri valori. Nelle loro mani capita, quello che sembra essere un buon affare, ovvero comprare una partita di lupini per potersi arricchire, un compaesano (un usuraio), presta loro i soldi per portare a termine l'affare (momento fondamentale del romanzo) --> Famiglia che vuole cambiare la propria vita per fare il salto. Finisce in tragedia, poiché la barca naufraga e la famiglia perde tutto il carico, muore anche un famigliare, e si indebitano con l'usuraio. Inoltre uno dei figli entrato in leva militare muore. I Malavoglia sono costretti a vendere la casa del Nespolo. IL MESSAGGIO CHE VERGA VUOLE MANDARE È QUELLO CHE, DATE LE CONDIZIONI ECONOMICO SOCIALI IN CUI SI TROVA LA SICILIA, QUESTA NON È ANCORA PRONTA PER FARE QUEL SALTO, IL POPOLO E ANCORA IN UNO STADIO "PRIMITIVO" E NON HA I MEZZI PER COMPIERE QUESTO PASSAGGIO. Ogni cosa deve avvenire a suo tempo NON È PESSIMISTA. Sia le novelle, sia i romanzi, hanno al loro interno personaggi che utilizzano il linguaggio più basso della popolazione Siciliana, il linguaggio si basa su una sovrabbondanza di proverbi e modi di dire, spesso utilizzati dalle classi meno colte, perché servono per spiegare un'idea astratta, che a loro verrebbe difficile da spiegare con la terminologia adeguata. Lingua che si connota di realismo. Verga non fa sfoggio delle proprie capacità descrittive e narrative, ma lascia che i personaggi si muovano da soli. La Storia per Verga ha una funzione non del tutto dissimile dall'idea del pessimismo storico di Leopardi. Nel pessimismo storico Leopardi ritiene che la natura crei l'uomo felice, l'uomo resta felice fino a che vive seguendo la NATURA, poi interviene la RAGIONE, che allontana l'uomo dalla natura e gli provoca infelicità, sono felici gli uomini primitivi e i fanciulli, che hanno un approccio naturale col mondo esterno. Verga constata che la Sicilia della sua epoca e` terra primitiva, il popolo e un popolo arcaico, legato ad alcuni valori che scorrono nel sangue dei Siciliani, popolo guidato dalle passioni, valore della famiglia, valore dell'onore. Quel genere di popolazione agisce con passione e quindi e` a uno stadio che Rousseau definisce che vive secondo natura. La Sicilia e molto diversa da quell'Italia settentrionale, il sistema economico diverso non e` ancora arrivato in Sicilia. Allora anche quella parte di popolo vuole arrivare a compiere quel salto, staccandosi da quelle condizioni arcaiche e agire secondo un nuovo modello di pensiero, che NON E' REGOLATO DAI SENTIMENTI, MA DA LEGGI ECONOMICHE,( molla che fa muovere gli uomini). Coinvolge questo popolo che cambia il suo rapporto con l'esterno facendo muovere da leggi economiche ATTACCAMENTO ALLA ROBA (tutti i beni materiali di cui possiamo impossessarci), allora quel popolo che aveva vissuto guidato da passioni primordiali, improvvisamente dimostra il suo attaccamento al possesso. Lotta che si sposta sul piano dell'accumulazione, più accumulo più sarà potente e felice. Le leggi economiche però non hanno sentimenti e spesso divorano coloro che non le hanno capite davvero.( parabola della famiglia Malavoglia). IDEALE DELL'OSTRICA→ l'ostrica sta bene fino a quando e` aggrappata al suo scoglio e resta lì, dove ha deciso la natura, chi decide di allontanarsi dal luogo che la natura gli ha dato comincia la propria fine. Verga come Leopardi ha una visione meccanicistica della vita, nulla riscatta il ceto degli umili, la natura e` indifferente al destino degli uomini. L'unico modo per salvarsi e` rimanere dove la natura ha deciso. Verga ha una visione negativa del progresso, il progresso che vede non e' quello della mente umana, ma in quel momento il progresso coincide con le leggi economiche che tutto divorano, allora non vale la pena rincorrere quell'ideale. I personaggi Verghiani non si tolgono la loro vita, ma la loro vita finisce sempre in maniera tragica, poiché credono che perseguire quell'ideale li porterà alla felicità. Destino ineluttabile, da cui nessuno puo` fuggire. (Ginestra di Leopardi che accetta il destino ineluttabile che arriverà). INUTILE ASSUMERE ATTEGGIAMENTI DI SUPERIORITÀ PERCHÈ LA NATURA E INDIFFERENTE, VA AVANTI NEL SUO CORSO, BISOGNA TENERSI ANCORATI AI PROPRI VALORI,TENENDO CONTO CHE LA VITA E IN SE STESSA PROBLEMATICA, ACCETTARE CHE IL DESTINO TI HA CREATO LI. E' una critica nei confronti del progresso, il progresso sarebbe il riscatto sociale per questi individui, che Verga non vede. IL MESSAGGIO NEGATIVO E SUL MONDO NUOVO CHE STA ABBANDONANDO GLI ANTICHI VALORI E PORTERÀ A TUTTI QUEI CONCETTI DI POTENZA ECONOMICA, NAZIONALISMO. Usa il coro per commentare le azioni di questa famiglia. Tonalità epica, ovvero gli ideali di un momento storico preciso, i valori. I protagonisti dell'epica sono da un lato quegli eroi dotati di pietas. L'immagine iniziale che Verga ci fornisce è l'immagine di un mondo arcaico, che è depositario di valori molto precisi che quel popolo nei secoli ha mantenuto intatti e tutto ha funzionato bene finchè hanno creduto e difeso i propri ideali, La situazione precisa quando tutti quei valori e ideali cominciano a scontrarsi con i valori e ideali della legge economica, allora tutti quei componenti della società arcaica di quel momento tradiscono i loro ideali in nome della "roba" e del progresso economico. La vicenda dei Malavoglia coinvolge tutti i compaesani che gli ruotano attorno, rappresentano un momento storico del passaggio da valori tradizionali a nuovi valori ca), che però sono disvalori. I TESTI: Il naufragio della Provvidenza Nella tempesta L'abbandono di 'Ntoni Il commiato definitivo di 'Ntoni