La trama: dalla scoperta alla follia
Tutto inizia con un dettaglio che sembra insignificante: Vitangelo Moscarda (detto Gengè) scopre che il suo naso pende leggermente verso destra, cosa che sua moglie Dida aveva sempre notato ma lui mai. Questo momento diventa il punto di svolta che fa crollare tutte le sue certezze su se stesso.
Da questa scoperta nasce la molteplicità dell'io: Vitangelo capisce che esistono infinite versioni di lui stesso. È "uno" per se stesso, "centomila" per tutte le persone che lo conoscono, e "nessuno" perché non ha mai un'identità fissa e definita.
Determinato a liberarsi dalle maschere sociali, inizia a comportarsi in modo strano e imprevedibile. Vuole distruggere l'immagine che gli altri hanno costruito di lui, ma questo lo porta solo a incomprensioni con moglie, amici e soci della banca ereditata dal padre.
Il suo percorso finisce tragicamente: viene considerato pazzo da tutti e rinchiuso in un ospizio. Paradossalmente, però, nell'isolamento totale trova una strana forma di libertà, anche se questa libertà assomiglia molto alla follia.
💡 Ricorda: La storia di Vitangelo mostra come la ricerca ossessiva dell'autenticità possa portare alla perdita completa di sé.