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Umberto Saba: Vita, Poetica e Analisi di Alcune Poesie

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20/11/2022

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Umberto Saba

Umberto Saba: Vita, Poetica e Analisi di Alcune Poesie

Umberto Saba è una delle voci più autentiche e originali della poesia italiana del Novecento. Nato a Trieste nel 1883, ha percorso un cammino poetico personale, mantenendosi ai margini delle correnti letterarie dominanti del suo tempo. La sua opera principale, "Il Canzoniere", rappresenta un'autobiografia in versi che esplora i suoi traumi infantili, le relazioni familiari complesse e il suo rapporto con la città natale. Attraverso uno stile che unisce tradizione e modernità, Saba ha saputo creare una poesia "onesta", che parla direttamente al cuore del lettore senza artifici. Il suo valore risiede proprio nella sincerità con cui ha saputo raccontarsi, diventando un classico della letteratura italiana e un punto di riferimento per le generazioni successive.

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20/11/2022

5432

VOLUME 3a
Il Novecento. Il primo periodo (1900-1918)
UMBERTO SABA
PERCHÉ SABA È UN CLASSICO?
1. Per l'ingenuità con cui cercò di obbedire al

Vedi

Il secondo dopoguerra e gli ultimi anni

Dopo la guerra, nel 1945, Saba si trasferì prima a Roma e poi a Milano, dove visse di collaborazioni editoriali. In questo periodo, l'editore Einaudi pubblicò una nuova edizione del "Canzoniere".

Tornato a Trieste nel 1947, soffrì nuovamente di nevrosi, ma riuscì comunque a lavorare alla terza edizione del "Canzoniere" e al saggio autobiografico "Storia e cronistoria del Canzoniere", pubblicati nel 1948.

Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da grande sofferenza:

  • Ricorse all'oppio per alleviare il dolore psichico
  • Affrontò una difficile disintossicazione
  • Meditò più volte il suicidio
  • Morì in una clinica di Gorizia nel 1957

Dopo la sua morte, uscirono l'edizione definitiva del "Canzoniere" 19611961 e il romanzo "Ernesto" 19751975.

Concetto fondamentale: L'autobiografismo è centrale nell'opera di Saba: il "Canzoniere" è una vera e propria autobiografia in versi che segue tutte le stagioni della sua vita, dalle "Poesie dell'adolescenza" fino alle "Sei poesie della vecchiaia".

Le costanti letterarie

La "poesia onesta"

Saba scelse un modo di fare poesia semplice e apparentemente ordinario:

  • Partiva sempre dalla propria esperienza personale
  • Rimaneva nel solco della quotidianità
  • Rifiutava la lezione del Simbolismo e dell'Estetismo decadente
  • Mescolava la lingua della tradizione letteraria con la lingua d'uso comune

Il risultato è un peculiare impasto di elementi poetici e prosaici, dove il quotidiano viene elevato mentre il solenne viene abbassato. Questa caratteristica costituisce la sua cifra stilistica più riconoscibile.

In un'epoca di sperimentalismo e trionfo del verso libero, Saba rimase fedele alle forme metriche tradizionali come il sonetto, la canzone e la terza rima.

Autobiografismo

Nel "Canzoniere", Saba racconta la propria vita, le cui fasi si susseguono nelle varie sezioni dell'opera. Mette a nudo sé stesso, in particolare le sue esperienze più traumatiche, cercando di tornare con la memoria al tempo dell'infanzia per scoprire le origini della sua malattia nervosa lasezione"IlpiccoloBerto"eˋparticolarmentesignificativainquestosensola sezione "Il piccolo Berto" è particolarmente significativa in questo senso.

VOLUME 3a
Il Novecento. Il primo periodo (1900-1918)
UMBERTO SABA
PERCHÉ SABA È UN CLASSICO?
1. Per l'ingenuità con cui cercò di obbedire al

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Saba prosatore

"Scorciatoie e raccontini" (1946)

Il volume comprende 165 "Scorciatoie", brevi prose di carattere aforistico, e 13 "Raccontini", testi un po' più ampi di carattere aneddotico. Questi scritti denunciano principalmente gli orrori dell'Olocausto e le ingiustizie del regime fascista, ma contengono anche elementi di polemica letteraria e critica di costume.

"Storia e cronistoria del Canzoniere" (1948)

Preoccupato di essere frainteso dalla critica, Saba si fece critico di se stesso pubblicando nel 1948 questo saggio sotto lo pseudonimo di Giuseppe Carimandrei. Nel testo spiega la genesi e il significato delle sue poesie, spesso polemizzando con quella che considerava l'ottusità dei critici.

Aspetto significativo: Saba sentiva il bisogno di spiegare la propria poesia perché temeva che i critici non ne comprendessero il valore e il significato profondo. Questo atteggiamento rivela la sua insicurezza ma anche la lucida consapevolezza del proprio valore.

"Ricordi-Racconti" (1956)

Questa raccolta di prose, pubblicata nel 1956, è suddivisa in tre sezioni:

  • "Gli ebrei": riunisce storielle curiose, aneddoti e ritratti relativi alla comunità ebraica triestina, raccontati con bonaria ironia
  • "Sette novelle"
  • "Tre ricordi del mondo meraviglioso"

"Ernesto" (1975)

Lasciato incompiuto e pubblicato postumo, è un romanzo di formazione il cui protagonista adolescente è un'evidente proiezione dell'autore stesso. Alla ricerca delle origini del suo malessere, Saba si concentra in particolare sull'iniziazione sessuale del protagonista con un uomo adulto, suo compagno di lavoro. La scabrosità dell'argomento spinse l'autore a chiedere alla figlia la distruzione del manoscritto, che fu invece conservato.

  • Il romanzo affronta temi tabù per l'epoca, come l'omosessualità e la scoperta della sessualità nell'adolescenza
  • Rappresenta un'ulteriore forma di autoanalisi in cui Saba esplora le radici della propria identità
  • È ambientato nella Trieste di fine Ottocento, città che ha un ruolo fondamentale nell'immaginario poetico di Saba

L'opera, rimasta incompiuta, è stata pubblicata solo nel 1975, molti anni dopo la morte dell'autore, ed è oggi considerata uno dei testi più importanti della narrativa italiana del Novecento per la sua modernità e per il coraggio con cui affronta tematiche complesse.

VOLUME 3a
Il Novecento. Il primo periodo (1900-1918)
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PERCHÉ SABA È UN CLASSICO?
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Poesie significative di Saba

"A mia moglie"

Una delle più celebri e inizialmente controverse poesie di Saba, in cui paragona la moglie Lina a sette femmine di animali:

  • La pollastra: simbolo di domesticità e regalità
  • La giovenca: rappresenta la maternità e la dolcezza
  • La cagna: incarna la fedeltà e l'amore devoto ma anche la gelosia
  • La coniglia: evoca timidezza e istinto materno
  • La rondine: simboleggia la leggiadria e la capacità di portare rinascita
  • La formica e l'ape: emblemi di laboriosità e previdenza

Interpretazione importante: Ciò che sembrava scandaloso ai contemporanei paragonareladonnaamataadanimaliparagonare la donna amata ad animali è in realtà una celebrazione religiosa dell'amore e della natura. Saba stesso definì questa poesia "religiosa", "scritta come altri reciterebbe una preghiera".

"La capra"

Una breve lirica che esprime la fratellanza universale nel dolore:

  • Il poeta parla con una capra legata, bagnata dalla pioggia
  • Nel belato dell'animale riconosce una voce "fraterna al mio dolore"
  • La capra dal "viso semita" diventa simbolo di ogni sofferenza umana

"Città Vecchia"

Descrive i quartieri popolari di Trieste come luogo di autenticità e rivelazione:

  • Il poeta percorre "un'oscura via di città vecchia" per tornare a casa
  • Tra persone umili prostitute,marinai,mendicantiprostitute, marinai, mendicanti ritrova "l'infinito nell'umiltà"
  • Conclude che "qui degli umili sento in compagnia / il mio pensiero farsi / più puro dove più turpe è la via"

"Trieste"

Una delle più note poesie di Saba, in cui descrive il suo rapporto con la città natale:

  • Inizia con un percorso fisico "Hoattraversatatuttalacittaˋ""Ho attraversata tutta la città"
  • Personifica Trieste come un essere dotato di "scontrosa grazia"
  • La paragona a "un ragazzaccio aspro e vorace" e a "un amore con gelosia"
  • Si conclude con l'immagine di un "cantuccio" personale che la città ha fatto per lui

"Goal"

Una poesia che usa una partita di calcio come metafora della vita:

  • Contrappone il portiere sconfitto a quello vincitore
  • Celebra i momenti di gioia collettiva "lafollaunitaebbrezza""la folla - unita ebbrezza"
  • Riflette su come anche nella sconfitta si possa partecipare alla "festa" della vita

Aspetti formali e stilistici

Lo stile di Saba si caratterizza per:

  • Linguaggio chiaro ma non banale, che mescola elementi colloquiali e letterari
  • Fedeltà alle forme metriche tradizionali sonetto,canzone,terzarimasonetto, canzone, terza rima
  • Tono colloquiale che crea un effetto di immediatezza e sincerità
  • Impasto di poetico e prosaico che dà dignità letteraria alla vita quotidiana
VOLUME 3a
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La poetica di Saba e il suo rapporto con la tradizione

Umberto Saba si distingue nel panorama letterario del Novecento per la sua posizione particolare rispetto alla tradizione e alle avanguardie. La sua poetica si fonda su alcuni elementi chiave che lo rendono unico e riconoscibile.

La "poesia onesta"

Il concetto di "poesia onesta" rappresenta il nucleo della poetica di Saba:

  • Rifiuto dell'artificio e della complicazione intellettuale
  • Ricerca di autenticità e verità interiore
  • Fedeltà alla propria ispirazione personale
  • Poesia come specchio fedele dell'anima del poeta

Idea centrale: Per Saba, fare poesia significa esprimere con sincerità la propria esperienza personale, senza alcuna mediazione artificiosa o intellettualistica.

Il rapporto con la psicoanalisi

L'incontro con la psicoanalisi attraverso Edoardo Weiss ha profondamente influenzato la concezione poetica di Saba:

  • La poesia diventa strumento di autoanalisi
  • L'inconscio è visto come fonte sia della creatività che della nevrosi
  • La scrittura permette di esplorare e dare senso ai traumi infantili
  • La poesia si configura come "surrogato della terapia psicanalitica"

La posizione nel contesto letterario del Novecento

Saba si mantiene consapevolmente ai margini delle correnti poetiche dominanti:

  • Estraneo al Simbolismo: rifiuta l'oscurità e l'ermetismo
  • Lontano dalle Avanguardie: non aderisce al verso libero e alle sperimentazioni formali
  • Legato alla tradizione: mantiene le forme metriche classiche sonetto,canzone,terzarimasonetto, canzone, terza rima
  • Considerato maestro dell'Antinovecento: diventa punto di riferimento per chi cerca una poesia più diretta e comunicativa

Il plurilinguismo di Saba

Lo stile di Saba si caratterizza per un peculiare impasto linguistico:

  • Mescola la lingua letteraria con la lingua d'uso quotidiano
  • Crea un singolare equilibrio tra poetico e prosaico
  • Innalza il quotidiano e abbassa il solenne
  • Usa un plurilinguismo che non ha nulla di ironico adifferenzadialtriautoricomeGaddaa differenza di altri autori come Gadda

Questo impasto linguistico è frutto di una precisa scelta estetica che mira a creare una poesia accessibile ma non banale, capace di dare dignità letteraria all'esperienza quotidiana.

L'eredità letteraria

Saba ha lasciato un'impronta duratura nella poesia italiana:

  • Ha anticipato la poesia "antinovecentesca" del secondo dopoguerra
  • Ha influenzato poeti come Caproni, Sereni e Giudici
  • Ha rappresentato una terza via tra ermetismo e realismo
  • Ha dimostrato che è possibile fare grande poesia partendo dall'esperienza personale e dalla quotidianità
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Il Novecento. Il primo periodo (1900-1918)
UMBERTO SABA
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Il rapporto con Trieste nelle poesie di Saba

Trieste occupa un posto centrale nell'immaginario poetico di Saba, rappresentando non solo il luogo fisico della nascita ma un vero e proprio paesaggio dell'anima. Tre poesie in particolare illustrano questo rapporto speciale: "Trieste", "Città Vecchia" e "Il molo".

"Trieste"

In questa poesia, Saba descrive un percorso fisico attraverso la città che diventa metafora di un viaggio interiore:

  • "Ho attraversata tutta la città" - il cammino inizia nel cuore urbano
  • "Poi ho salita un'erta" - il movimento ascensionale simboleggia la ricerca di una prospettiva più ampia
  • "Un cantuccio in cui solo siedo" - l'approdo a un luogo personale di riflessione

La personificazione di Trieste è particolarmente significativa:

  • "Trieste ha una scontrosa grazia" - la città è descritta con caratteristiche umane
  • "È come un ragazzaccio aspro e vorace" - il paragone evoca un'adolescenza ribelle, forse riflettendo l'immagine che Saba ha di sé
  • "Come un amore con gelosia" - suggerisce un rapporto ambivalente, fatto di attrazione e conflitto

Concetto chiave: Trieste diventa un "correlativo oggettivo" dell'interiorità del poeta, un luogo che riflette la sua "vita pensosa e schiva" e gli offre un "cantuccio" di rifugio.

"Città Vecchia"

In questa poesia, Saba esplora i quartieri popolari di Trieste, trovando bellezza e significato in luoghi apparentemente degradati:

  • "Per ritornare alla mia casa prendo un'oscura via di città vecchia" - il percorso attraverso luoghi marginali
  • "Qui tra la gente che viene che va dall'osteria alla casa o al lupanare" - l'immersione nella vita reale della città
  • "Io ritrovo passandopassando l'infinito nell'umiltà" - la rivelazione spirituale che nasce dall'incontro con l'umanità autentica

La poesia si conclude con un'affermazione di fratellanza universale:

  • "Sono tutte creature della vita e del dolore" - il riconoscimento della comune condizione umana
  • "S'agita in esse, come in me, il Signore" - la dimensione religiosa che lega il poeta agli umili
  • "Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via" - il paradosso di una purificazione spirituale che avviene nei luoghi apparentemente più impuri

"Il molo"

In questa poesia, il molo San Carlo di Trieste diventa il simbolo del legame profondo con la città natale:

  • "Per me al mondo non v'ha un più caro e fido luogo di questo" - la dichiarazione di attaccamento
  • "Dove mai più solo mi sento e in buona compagnia" - il paradosso di una solitudine che non è isolamento
  • "Non so, fuori di lei, pensar gioconda l'opera, i giorni miei quasi felici" - l'impossibilità di immaginare una vita altrove

La conclusione della poesia è emblematica:

  • "Sai che un più vario, un più movimentato porto di questo è solo il nostro cuore" - il parallelo tra il porto luogodipartenzeeritorniluogo di partenze e ritorni e il cuore umano, entrambi caratterizzati dal movimento delle emozioni

Le tre poesie, insieme, compongono un ritratto di Trieste come spazio fisico e mentale, luogo di appartenenza e di esplorazione, di memoria e di scoperta continua.

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Il tema dell'infanzia e il rapporto con la psicoanalisi

L'infanzia occupa un posto centrale nella poesia di Saba, soprattutto dopo l'incontro con la psicoanalisi. La sezione "Il piccolo Berto" del "Canzoniere" rappresenta il tentativo più compiuto di esplorare le origini infantili del suo malessere esistenziale.

Il trauma dell'infanzia

Il principale trauma infantile di Saba è il distacco dalla balia Peppa:

  • Fu affidato alla balia subito dopo la nascita e visse con lei i primi tre anni di vita
  • Il ritorno forzato presso la madre biologica fu vissuto come un abbandono traumatico
  • Questo evento segnò l'inizio del suo malessere psicologico: "Il mondo / fu a lui sospetto d'allora, fu sempre / otalealmenogliparveo tale almeno gli parve nemico"

Interpretazione psicoanalitica: Secondo la lettura che Saba stesso dà della sua vita, attraverso gli strumenti della psicoanalisi, questo primo abbandono è all'origine della sua nevrosi e della sua difficoltà a stabilire relazioni serene.

"Il piccolo Berto"

Questa sezione del "Canzoniere" rappresenta un vero e proprio viaggio psicoanalitico nell'infanzia:

  • Il titolo stesso riprende il nome con cui la balia lo chiamava "Berto"invecediUmberto"Berto" invece di Umberto
  • Le poesie mostrano un processo di regressione alla memoria infantile
  • Alternano la voce adulta del poeta a quella del bambino che fu

Nella poesia "Mia figlia", il contatto con la figlia diventa occasione di regressione:

  • "Mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo; / ed io alla sua carezza m'addormento"
  • "Divento / legno in mare caduto che sull'onda / galleggia" - l'immagine evoca l'abbandono infantile
  • "Al seno / approdo di colei che Berto ancora / mi chiama, al primo, all'amoroso seno, / ai verdi paradisi dell'infanzia"

La ricerca delle figure genitoriali

Le poesie di Saba mostrano una continua ricerca delle figure genitoriali:

  • La balia Peppa rappresenta l'amore materno autentico: "Paradiso / era al fanciullo, è paradiso ancora / all'uomo in lotta colla vita"
  • La madre biologica è figura ambivalente, descritta come "amorosa" ma anche come colei che lo ha "rubato" alla balia
  • Il padre assente è prima "l'assassino", poi riconosciuto come simile: "e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto"

Psicoanalisi e poesia

L'incontro con la psicoanalisi, attraverso Edoardo Weiss nel 1929, ha profondamente influenzato la poesia di Saba:

  • Gli ha fornito strumenti per comprendere le origini del proprio malessere
  • Ha rafforzato la sua concezione della poesia come forma di autoanalisi
  • Ha influenzato la struttura stessa del "Canzoniere", che diventa una sorta di viaggio terapeutico

Nell'articolo "Poesia, filosofia e psicanalisi" 19461946, Saba scrive che poesia e nevrosi hanno la stessa origine nell'inconscio:

  • La poesia è vista come manifestazione dell'inconscio, così come lo è il sogno
  • Curare la nevrosi significherebbe spegnere anche l'impulso poetico
  • La poesia diventa quindi un "surrogato della terapia psicanalitica"

Questa concezione della poesia come autoanalisi e come forma di conoscenza di sé ha reso Saba un precursore della poesia contemporanea, che spesso si configura come esplorazione dell'interiorità e dei traumi personali.

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Analisi di "A mia moglie"

"A mia moglie" è una delle poesie più emblematiche di Saba, che suscitò scandalo quando fu pubblicata per la prima volta a causa dei suoi insoliti paragoni tra la moglie e vari animali femmine.

L'immagine femminile

Attraverso i paragoni con gli animali, emerge un'immagine complessa e multiforme della donna:

  • La pollastra: incarnazione di nobiltà naturale, con "il lento passo di regina"
  • La giovenca: simbolo di maternità gioiosa e di tenerezza
  • La cagna: rappresentazione dell'amore devoto ma anche della gelosia protettiva
  • La coniglia: emblema della timidezza e dell'istinto materno di protezione
  • La rondine: immagine della grazia e della capacità di portare rinnovamento
  • La formica e l'ape: simboli di laboriosità e previdenza

Questi paragoni, lungi dall'essere offensivi, rivelano l'ammirazione del poeta per le qualità naturali e autentiche della moglie.

Concetto chiave: Secondo Saba, gli animali femmine "avvicinano a Dio" perché incarnano virtù naturali come la dolcezza, la fedeltà e la devozione, qualità che ritrova nella moglie Lina.

La poesia come preghiera

In "Storia e cronistoria del Canzoniere", Saba spiega che "A mia moglie" è una poesia religiosa, "scritta come altri reciterebbe una preghiera". Questo carattere religioso si manifesta in diversi elementi:

  • L'anafora "Tu sei come..." che crea un ritmo rituale
  • Il riferimento agli animali che "avvicinano a Dio"
  • La struttura che ricorda una litania o un'invocazione

A differenza della tradizione medievale, dove gli animali erano simboli di verità superiori, in Saba gli animali sono visti realisticamente: il poeta non trova in loro le virtù di Lina, ma scopre in Lina le loro virtù naturali.

L'aspetto psicologico

Al di là dell'aspetto affettivo, emerge nei versi la complessa relazione del poeta con l'elemento femminile:

  • L'interrogativo "Chi mai farti soffrire?", interpretato in chiave edipica, rimanda alla coppia moglie-madre
  • L'identificazione della moglie con la madre rivela il desiderio di non arrecare sofferenza alle figure femminili amate
  • L'immagine conclusiva della nonna che narra la favola della formica al nipote aggiunge una dimensione generazionale all'amore coniugale

Lo stile

Lo stile della poesia è emblematico dell'approccio di Saba:

  • Linguaggio tendenzialmente semplice ma con termini ricercati assonna,tiquereli,provvida,pecchiaassonna, ti quereli, provvida, pecchia
  • Sintassi con frequenti inversioni non comuni nel linguaggio quotidiano
  • Struttura metrica che rispetta la tradizione ma con libertà strofeirregolaridiendecasillabiesettenaristrofe irregolari di endecasillabi e settenari
  • Ripetizioni e parallelismi che creano un ritmo incantatorio

Saba definì questa poesia "infantile", suggerendo che se un bambino potesse sposarsi e scrivere una poesia per sua moglie, scriverebbe questa: un'osservazione che sottolinea l'autenticità e l'immediatezza del sentimento espresso.

La poesia "A mia moglie" rappresenta perfettamente l'arte di Saba di trasformare l'esperienza personale e l'osservazione del quotidiano in poesia universale, capace di rivelare la profondità nascosta nelle cose apparentemente semplici.

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Poesie su Trieste e i ricordi

"Ultimi versi a Lina"

Questa poesia rappresenta un intenso esercizio di memoria, in cui Saba rievoca momenti condivisi con la moglie nella Trieste di un tempo:

  • Immagini della memoria: "La banda militare", "i fanaletti oscillanti alla marcia", "le laceranti sirene dei vapori che partivano"
  • Tono nostalgico: "queste cose furono un giorno - ricordi - cui venne, una a una, una fine"
  • Metafora finale: "La memoria, amica come l'edera alle tombe, cari frammenti ne riporta in dono"

Elemento significativo: Il paragone della memoria con l'edera che cresce sulle tombe richiama "Dei Sepolcri" di Foscolo, evidenziando la funzione consolatoria del ricordo che mantiene in vita ciò che è perduto.

"Città Vecchia"

In questa celebre poesia, Saba esplora i quartieri popolari di Trieste, trovando in essi una forma di autenticità e di rivelazione:

  • Il percorso: "per ritornare alla mia casa prendo un'oscura via di città vecchia"
  • L'ambiente urbano: "Qui tra la gente che viene che va dall'osteria alla casa o al lupanare"
  • L'illuminazione: "io ritrovo passandopassando l'infinito nell'umiltà"

La poesia cataloga le figure umane dei quartieri popolari:

  • "prostituta e marinaio"
  • "il vecchio che bestemmia"
  • "la femmina che bega" litigalitiga
  • "la tumultuante giovane impazzita d'amore"

Queste figure marginali diventano "creature della vita e del dolore" unite da una comune umanità in cui "s'agita in esse, come in me, il Signore".

La conclusione è particolarmente significativa:

  • "Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via"

Questo paradosso evidenzia la capacità di Saba di trovare purezza spirituale nei luoghi apparentemente più degradati, un tema ricorrente nella sua poesia.

"Trieste"

Questa poesia rappresenta un ritratto intimo della città natale, vista come un essere vivente con caratteristiche umane:

  • Il percorso fisico: "Ho attraversata tutta la città. Poi ho salita un'erta"
  • Il luogo personale: "un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città"
  • La personificazione: "Trieste ha una scontrosa grazia"
  • I paragoni: "Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace" e "come un amore con gelosia"

La poesia si conclude con un'immagine di reciprocità:

  • "La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva"

Trieste non è solo uno sfondo, ma un personaggio che interagisce con il poeta, offrendogli un rifugio che rispecchia la sua personalità.

Le tre poesie, insieme, mostrano come Saba utilizzi il tema della città e dei ricordi per esplorare la propria identità e il proprio rapporto con il mondo. La memoria diventa uno strumento di autoconoscenza, mentre la città si trasforma in un paesaggio interiore che riflette i moti dell'anima del poeta.

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"Il molo" e l'attaccamento a Trieste

"Il molo" è una poesia che esprime in modo particolarmente intenso il legame di Saba con la sua città natale, concentrandosi sul molo San Carlo di Trieste, un luogo carico di significati personali e simbolici.

Analisi della poesia

La poesia si apre con una dichiarazione di amore per questo luogo:

  • "Per me al mondo non v'ha un più caro e fido luogo di questo"
  • "Dove mai più solo mi sento e in buona compagnia che al molo San Carlo"

Questo incipit contiene un apparente paradosso: il poeta si sente contemporaneamente solo e in compagnia, suggerendo che la solitudine in questo luogo non è isolamento ma connessione con se stesso.

Il molo evoca ricordi d'infanzia:

  • "Vedo navi il cui nome è già un ricordo d'infanzia"
  • L'immagine dei "garzoni" che "s'aggirano" e delle "casse a bordo di quel veliero" richiama sogni infantili di viaggi e ricchezze

Interpretazione chiave: Il molo rappresenta un punto di contatto tra passato e presente, tra la realtà quotidiana e i sogni d'infanzia, tra la stabilità della terra ferma e l'apertura al mondo rappresentata dal mare.

Il legame con la patria è espresso con forza:

  • "Non per tale un ritorno or lascerei molo San Carlo, quest'estrema sponda d'Italia"
  • "Così ben profondate ho le radici nella mia terra"

La conclusione è emblematica del modo in cui Saba trasforma luoghi fisici in metafore esistenziali:

  • "Sai che un più vario, un più movimentato porto di questo è solo il nostro cuore"

Questo paragone tra il porto luogodiarriviepartenze,dicommercieincontriluogo di arrivi e partenze, di commerci e incontri e il cuore umano esprime la visione di Saba della vita interiore come un continuo movimento di emozioni e pensieri.

Il confronto con "Ultimi versi a Lina"

Entrambe le poesie esprimono un forte legame con Trieste, ma in modi complementari:

  • In "Ultimi versi a Lina", Trieste è vista attraverso il filtro della memoria e della nostalgia, con immagini del passato che "furono un giorno" ma ora sono finite
  • In "Il molo", Trieste è presente e viva, un luogo che continua a nutrire emotivamente il poeta

Le "laceranti sirene dei vapori che partivano" in "Ultimi versi a Lina" trovano eco nelle navi di "Il molo", ma con una differenza fondamentale:

  • Nella prima poesia, i vapori che partono simboleggiano la perdita e la fine
  • Nella seconda, il porto e le navi rappresentano la continuità della vita e la possibilità di un "ritorno"

Il significato del molo nella poetica di Saba

Il molo diventa un simbolo ricco di significati:

  • Luogo di confine: tra terra e mare, tra Italia e mondo esterno, tra certezza e ignoto
  • Spazio di libertà: dove il poeta può essere solo con i propri pensieri ma sentirsi parte di una realtà più ampia
  • Radice identitaria: "quest'estrema sponda d'Italia" che rappresenta le origini non solo geografiche ma esistenziali del poeta
  • Metafora del cuore: come il porto accoglie navi che vengono e vanno, così il cuore accoglie emozioni e pensieri in continuo movimento

La poesia si conclude con un'apostrofe ad un'interlocutrice probabilmentelapoesiastessaprobabilmente la poesia stessa: "Né a te dispiaccia, amica mia, se amore reco pur tanto al luogo ove son nato". Questo dimostra come per Saba la poesia stessa sia un interlocutore, un'amica con cui dialogare e a cui confidare i propri sentimenti più profondi.

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20 nov 2022

12 pagine

Umberto Saba: Vita, Poetica e Analisi di Alcune Poesie

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Umberto Saba è una delle voci più autentiche e originali della poesia italiana del Novecento. Nato a Trieste nel 1883, ha percorso un cammino poetico personale, mantenendosi ai margini delle correnti letterarie dominanti del suo tempo. La sua opera principale,... Mostra di più

VOLUME 3a
Il Novecento. Il primo periodo (1900-1918)
UMBERTO SABA
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Il secondo dopoguerra e gli ultimi anni

Dopo la guerra, nel 1945, Saba si trasferì prima a Roma e poi a Milano, dove visse di collaborazioni editoriali. In questo periodo, l'editore Einaudi pubblicò una nuova edizione del "Canzoniere".

Tornato a Trieste nel 1947, soffrì nuovamente di nevrosi, ma riuscì comunque a lavorare alla terza edizione del "Canzoniere" e al saggio autobiografico "Storia e cronistoria del Canzoniere", pubblicati nel 1948.

Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da grande sofferenza:

  • Ricorse all'oppio per alleviare il dolore psichico
  • Affrontò una difficile disintossicazione
  • Meditò più volte il suicidio
  • Morì in una clinica di Gorizia nel 1957

Dopo la sua morte, uscirono l'edizione definitiva del "Canzoniere" 19611961 e il romanzo "Ernesto" 19751975.

Concetto fondamentale: L'autobiografismo è centrale nell'opera di Saba: il "Canzoniere" è una vera e propria autobiografia in versi che segue tutte le stagioni della sua vita, dalle "Poesie dell'adolescenza" fino alle "Sei poesie della vecchiaia".

Le costanti letterarie

La "poesia onesta"

Saba scelse un modo di fare poesia semplice e apparentemente ordinario:

  • Partiva sempre dalla propria esperienza personale
  • Rimaneva nel solco della quotidianità
  • Rifiutava la lezione del Simbolismo e dell'Estetismo decadente
  • Mescolava la lingua della tradizione letteraria con la lingua d'uso comune

Il risultato è un peculiare impasto di elementi poetici e prosaici, dove il quotidiano viene elevato mentre il solenne viene abbassato. Questa caratteristica costituisce la sua cifra stilistica più riconoscibile.

In un'epoca di sperimentalismo e trionfo del verso libero, Saba rimase fedele alle forme metriche tradizionali come il sonetto, la canzone e la terza rima.

Autobiografismo

Nel "Canzoniere", Saba racconta la propria vita, le cui fasi si susseguono nelle varie sezioni dell'opera. Mette a nudo sé stesso, in particolare le sue esperienze più traumatiche, cercando di tornare con la memoria al tempo dell'infanzia per scoprire le origini della sua malattia nervosa lasezione"IlpiccoloBerto"eˋparticolarmentesignificativainquestosensola sezione "Il piccolo Berto" è particolarmente significativa in questo senso.

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Saba prosatore

"Scorciatoie e raccontini" (1946)

Il volume comprende 165 "Scorciatoie", brevi prose di carattere aforistico, e 13 "Raccontini", testi un po' più ampi di carattere aneddotico. Questi scritti denunciano principalmente gli orrori dell'Olocausto e le ingiustizie del regime fascista, ma contengono anche elementi di polemica letteraria e critica di costume.

"Storia e cronistoria del Canzoniere" (1948)

Preoccupato di essere frainteso dalla critica, Saba si fece critico di se stesso pubblicando nel 1948 questo saggio sotto lo pseudonimo di Giuseppe Carimandrei. Nel testo spiega la genesi e il significato delle sue poesie, spesso polemizzando con quella che considerava l'ottusità dei critici.

Aspetto significativo: Saba sentiva il bisogno di spiegare la propria poesia perché temeva che i critici non ne comprendessero il valore e il significato profondo. Questo atteggiamento rivela la sua insicurezza ma anche la lucida consapevolezza del proprio valore.

"Ricordi-Racconti" (1956)

Questa raccolta di prose, pubblicata nel 1956, è suddivisa in tre sezioni:

  • "Gli ebrei": riunisce storielle curiose, aneddoti e ritratti relativi alla comunità ebraica triestina, raccontati con bonaria ironia
  • "Sette novelle"
  • "Tre ricordi del mondo meraviglioso"

"Ernesto" (1975)

Lasciato incompiuto e pubblicato postumo, è un romanzo di formazione il cui protagonista adolescente è un'evidente proiezione dell'autore stesso. Alla ricerca delle origini del suo malessere, Saba si concentra in particolare sull'iniziazione sessuale del protagonista con un uomo adulto, suo compagno di lavoro. La scabrosità dell'argomento spinse l'autore a chiedere alla figlia la distruzione del manoscritto, che fu invece conservato.

  • Il romanzo affronta temi tabù per l'epoca, come l'omosessualità e la scoperta della sessualità nell'adolescenza
  • Rappresenta un'ulteriore forma di autoanalisi in cui Saba esplora le radici della propria identità
  • È ambientato nella Trieste di fine Ottocento, città che ha un ruolo fondamentale nell'immaginario poetico di Saba

L'opera, rimasta incompiuta, è stata pubblicata solo nel 1975, molti anni dopo la morte dell'autore, ed è oggi considerata uno dei testi più importanti della narrativa italiana del Novecento per la sua modernità e per il coraggio con cui affronta tematiche complesse.

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Poesie significative di Saba

"A mia moglie"

Una delle più celebri e inizialmente controverse poesie di Saba, in cui paragona la moglie Lina a sette femmine di animali:

  • La pollastra: simbolo di domesticità e regalità
  • La giovenca: rappresenta la maternità e la dolcezza
  • La cagna: incarna la fedeltà e l'amore devoto ma anche la gelosia
  • La coniglia: evoca timidezza e istinto materno
  • La rondine: simboleggia la leggiadria e la capacità di portare rinascita
  • La formica e l'ape: emblemi di laboriosità e previdenza

Interpretazione importante: Ciò che sembrava scandaloso ai contemporanei paragonareladonnaamataadanimaliparagonare la donna amata ad animali è in realtà una celebrazione religiosa dell'amore e della natura. Saba stesso definì questa poesia "religiosa", "scritta come altri reciterebbe una preghiera".

"La capra"

Una breve lirica che esprime la fratellanza universale nel dolore:

  • Il poeta parla con una capra legata, bagnata dalla pioggia
  • Nel belato dell'animale riconosce una voce "fraterna al mio dolore"
  • La capra dal "viso semita" diventa simbolo di ogni sofferenza umana

"Città Vecchia"

Descrive i quartieri popolari di Trieste come luogo di autenticità e rivelazione:

  • Il poeta percorre "un'oscura via di città vecchia" per tornare a casa
  • Tra persone umili prostitute,marinai,mendicantiprostitute, marinai, mendicanti ritrova "l'infinito nell'umiltà"
  • Conclude che "qui degli umili sento in compagnia / il mio pensiero farsi / più puro dove più turpe è la via"

"Trieste"

Una delle più note poesie di Saba, in cui descrive il suo rapporto con la città natale:

  • Inizia con un percorso fisico "Hoattraversatatuttalacittaˋ""Ho attraversata tutta la città"
  • Personifica Trieste come un essere dotato di "scontrosa grazia"
  • La paragona a "un ragazzaccio aspro e vorace" e a "un amore con gelosia"
  • Si conclude con l'immagine di un "cantuccio" personale che la città ha fatto per lui

"Goal"

Una poesia che usa una partita di calcio come metafora della vita:

  • Contrappone il portiere sconfitto a quello vincitore
  • Celebra i momenti di gioia collettiva "lafollaunitaebbrezza""la folla - unita ebbrezza"
  • Riflette su come anche nella sconfitta si possa partecipare alla "festa" della vita

Aspetti formali e stilistici

Lo stile di Saba si caratterizza per:

  • Linguaggio chiaro ma non banale, che mescola elementi colloquiali e letterari
  • Fedeltà alle forme metriche tradizionali sonetto,canzone,terzarimasonetto, canzone, terza rima
  • Tono colloquiale che crea un effetto di immediatezza e sincerità
  • Impasto di poetico e prosaico che dà dignità letteraria alla vita quotidiana
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La poetica di Saba e il suo rapporto con la tradizione

Umberto Saba si distingue nel panorama letterario del Novecento per la sua posizione particolare rispetto alla tradizione e alle avanguardie. La sua poetica si fonda su alcuni elementi chiave che lo rendono unico e riconoscibile.

La "poesia onesta"

Il concetto di "poesia onesta" rappresenta il nucleo della poetica di Saba:

  • Rifiuto dell'artificio e della complicazione intellettuale
  • Ricerca di autenticità e verità interiore
  • Fedeltà alla propria ispirazione personale
  • Poesia come specchio fedele dell'anima del poeta

Idea centrale: Per Saba, fare poesia significa esprimere con sincerità la propria esperienza personale, senza alcuna mediazione artificiosa o intellettualistica.

Il rapporto con la psicoanalisi

L'incontro con la psicoanalisi attraverso Edoardo Weiss ha profondamente influenzato la concezione poetica di Saba:

  • La poesia diventa strumento di autoanalisi
  • L'inconscio è visto come fonte sia della creatività che della nevrosi
  • La scrittura permette di esplorare e dare senso ai traumi infantili
  • La poesia si configura come "surrogato della terapia psicanalitica"

La posizione nel contesto letterario del Novecento

Saba si mantiene consapevolmente ai margini delle correnti poetiche dominanti:

  • Estraneo al Simbolismo: rifiuta l'oscurità e l'ermetismo
  • Lontano dalle Avanguardie: non aderisce al verso libero e alle sperimentazioni formali
  • Legato alla tradizione: mantiene le forme metriche classiche sonetto,canzone,terzarimasonetto, canzone, terza rima
  • Considerato maestro dell'Antinovecento: diventa punto di riferimento per chi cerca una poesia più diretta e comunicativa

Il plurilinguismo di Saba

Lo stile di Saba si caratterizza per un peculiare impasto linguistico:

  • Mescola la lingua letteraria con la lingua d'uso quotidiano
  • Crea un singolare equilibrio tra poetico e prosaico
  • Innalza il quotidiano e abbassa il solenne
  • Usa un plurilinguismo che non ha nulla di ironico adifferenzadialtriautoricomeGaddaa differenza di altri autori come Gadda

Questo impasto linguistico è frutto di una precisa scelta estetica che mira a creare una poesia accessibile ma non banale, capace di dare dignità letteraria all'esperienza quotidiana.

L'eredità letteraria

Saba ha lasciato un'impronta duratura nella poesia italiana:

  • Ha anticipato la poesia "antinovecentesca" del secondo dopoguerra
  • Ha influenzato poeti come Caproni, Sereni e Giudici
  • Ha rappresentato una terza via tra ermetismo e realismo
  • Ha dimostrato che è possibile fare grande poesia partendo dall'esperienza personale e dalla quotidianità
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Il rapporto con Trieste nelle poesie di Saba

Trieste occupa un posto centrale nell'immaginario poetico di Saba, rappresentando non solo il luogo fisico della nascita ma un vero e proprio paesaggio dell'anima. Tre poesie in particolare illustrano questo rapporto speciale: "Trieste", "Città Vecchia" e "Il molo".

"Trieste"

In questa poesia, Saba descrive un percorso fisico attraverso la città che diventa metafora di un viaggio interiore:

  • "Ho attraversata tutta la città" - il cammino inizia nel cuore urbano
  • "Poi ho salita un'erta" - il movimento ascensionale simboleggia la ricerca di una prospettiva più ampia
  • "Un cantuccio in cui solo siedo" - l'approdo a un luogo personale di riflessione

La personificazione di Trieste è particolarmente significativa:

  • "Trieste ha una scontrosa grazia" - la città è descritta con caratteristiche umane
  • "È come un ragazzaccio aspro e vorace" - il paragone evoca un'adolescenza ribelle, forse riflettendo l'immagine che Saba ha di sé
  • "Come un amore con gelosia" - suggerisce un rapporto ambivalente, fatto di attrazione e conflitto

Concetto chiave: Trieste diventa un "correlativo oggettivo" dell'interiorità del poeta, un luogo che riflette la sua "vita pensosa e schiva" e gli offre un "cantuccio" di rifugio.

"Città Vecchia"

In questa poesia, Saba esplora i quartieri popolari di Trieste, trovando bellezza e significato in luoghi apparentemente degradati:

  • "Per ritornare alla mia casa prendo un'oscura via di città vecchia" - il percorso attraverso luoghi marginali
  • "Qui tra la gente che viene che va dall'osteria alla casa o al lupanare" - l'immersione nella vita reale della città
  • "Io ritrovo passandopassando l'infinito nell'umiltà" - la rivelazione spirituale che nasce dall'incontro con l'umanità autentica

La poesia si conclude con un'affermazione di fratellanza universale:

  • "Sono tutte creature della vita e del dolore" - il riconoscimento della comune condizione umana
  • "S'agita in esse, come in me, il Signore" - la dimensione religiosa che lega il poeta agli umili
  • "Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via" - il paradosso di una purificazione spirituale che avviene nei luoghi apparentemente più impuri

"Il molo"

In questa poesia, il molo San Carlo di Trieste diventa il simbolo del legame profondo con la città natale:

  • "Per me al mondo non v'ha un più caro e fido luogo di questo" - la dichiarazione di attaccamento
  • "Dove mai più solo mi sento e in buona compagnia" - il paradosso di una solitudine che non è isolamento
  • "Non so, fuori di lei, pensar gioconda l'opera, i giorni miei quasi felici" - l'impossibilità di immaginare una vita altrove

La conclusione della poesia è emblematica:

  • "Sai che un più vario, un più movimentato porto di questo è solo il nostro cuore" - il parallelo tra il porto luogodipartenzeeritorniluogo di partenze e ritorni e il cuore umano, entrambi caratterizzati dal movimento delle emozioni

Le tre poesie, insieme, compongono un ritratto di Trieste come spazio fisico e mentale, luogo di appartenenza e di esplorazione, di memoria e di scoperta continua.

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Il tema dell'infanzia e il rapporto con la psicoanalisi

L'infanzia occupa un posto centrale nella poesia di Saba, soprattutto dopo l'incontro con la psicoanalisi. La sezione "Il piccolo Berto" del "Canzoniere" rappresenta il tentativo più compiuto di esplorare le origini infantili del suo malessere esistenziale.

Il trauma dell'infanzia

Il principale trauma infantile di Saba è il distacco dalla balia Peppa:

  • Fu affidato alla balia subito dopo la nascita e visse con lei i primi tre anni di vita
  • Il ritorno forzato presso la madre biologica fu vissuto come un abbandono traumatico
  • Questo evento segnò l'inizio del suo malessere psicologico: "Il mondo / fu a lui sospetto d'allora, fu sempre / otalealmenogliparveo tale almeno gli parve nemico"

Interpretazione psicoanalitica: Secondo la lettura che Saba stesso dà della sua vita, attraverso gli strumenti della psicoanalisi, questo primo abbandono è all'origine della sua nevrosi e della sua difficoltà a stabilire relazioni serene.

"Il piccolo Berto"

Questa sezione del "Canzoniere" rappresenta un vero e proprio viaggio psicoanalitico nell'infanzia:

  • Il titolo stesso riprende il nome con cui la balia lo chiamava "Berto"invecediUmberto"Berto" invece di Umberto
  • Le poesie mostrano un processo di regressione alla memoria infantile
  • Alternano la voce adulta del poeta a quella del bambino che fu

Nella poesia "Mia figlia", il contatto con la figlia diventa occasione di regressione:

  • "Mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo; / ed io alla sua carezza m'addormento"
  • "Divento / legno in mare caduto che sull'onda / galleggia" - l'immagine evoca l'abbandono infantile
  • "Al seno / approdo di colei che Berto ancora / mi chiama, al primo, all'amoroso seno, / ai verdi paradisi dell'infanzia"

La ricerca delle figure genitoriali

Le poesie di Saba mostrano una continua ricerca delle figure genitoriali:

  • La balia Peppa rappresenta l'amore materno autentico: "Paradiso / era al fanciullo, è paradiso ancora / all'uomo in lotta colla vita"
  • La madre biologica è figura ambivalente, descritta come "amorosa" ma anche come colei che lo ha "rubato" alla balia
  • Il padre assente è prima "l'assassino", poi riconosciuto come simile: "e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto"

Psicoanalisi e poesia

L'incontro con la psicoanalisi, attraverso Edoardo Weiss nel 1929, ha profondamente influenzato la poesia di Saba:

  • Gli ha fornito strumenti per comprendere le origini del proprio malessere
  • Ha rafforzato la sua concezione della poesia come forma di autoanalisi
  • Ha influenzato la struttura stessa del "Canzoniere", che diventa una sorta di viaggio terapeutico

Nell'articolo "Poesia, filosofia e psicanalisi" 19461946, Saba scrive che poesia e nevrosi hanno la stessa origine nell'inconscio:

  • La poesia è vista come manifestazione dell'inconscio, così come lo è il sogno
  • Curare la nevrosi significherebbe spegnere anche l'impulso poetico
  • La poesia diventa quindi un "surrogato della terapia psicanalitica"

Questa concezione della poesia come autoanalisi e come forma di conoscenza di sé ha reso Saba un precursore della poesia contemporanea, che spesso si configura come esplorazione dell'interiorità e dei traumi personali.

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Analisi di "A mia moglie"

"A mia moglie" è una delle poesie più emblematiche di Saba, che suscitò scandalo quando fu pubblicata per la prima volta a causa dei suoi insoliti paragoni tra la moglie e vari animali femmine.

L'immagine femminile

Attraverso i paragoni con gli animali, emerge un'immagine complessa e multiforme della donna:

  • La pollastra: incarnazione di nobiltà naturale, con "il lento passo di regina"
  • La giovenca: simbolo di maternità gioiosa e di tenerezza
  • La cagna: rappresentazione dell'amore devoto ma anche della gelosia protettiva
  • La coniglia: emblema della timidezza e dell'istinto materno di protezione
  • La rondine: immagine della grazia e della capacità di portare rinnovamento
  • La formica e l'ape: simboli di laboriosità e previdenza

Questi paragoni, lungi dall'essere offensivi, rivelano l'ammirazione del poeta per le qualità naturali e autentiche della moglie.

Concetto chiave: Secondo Saba, gli animali femmine "avvicinano a Dio" perché incarnano virtù naturali come la dolcezza, la fedeltà e la devozione, qualità che ritrova nella moglie Lina.

La poesia come preghiera

In "Storia e cronistoria del Canzoniere", Saba spiega che "A mia moglie" è una poesia religiosa, "scritta come altri reciterebbe una preghiera". Questo carattere religioso si manifesta in diversi elementi:

  • L'anafora "Tu sei come..." che crea un ritmo rituale
  • Il riferimento agli animali che "avvicinano a Dio"
  • La struttura che ricorda una litania o un'invocazione

A differenza della tradizione medievale, dove gli animali erano simboli di verità superiori, in Saba gli animali sono visti realisticamente: il poeta non trova in loro le virtù di Lina, ma scopre in Lina le loro virtù naturali.

L'aspetto psicologico

Al di là dell'aspetto affettivo, emerge nei versi la complessa relazione del poeta con l'elemento femminile:

  • L'interrogativo "Chi mai farti soffrire?", interpretato in chiave edipica, rimanda alla coppia moglie-madre
  • L'identificazione della moglie con la madre rivela il desiderio di non arrecare sofferenza alle figure femminili amate
  • L'immagine conclusiva della nonna che narra la favola della formica al nipote aggiunge una dimensione generazionale all'amore coniugale

Lo stile

Lo stile della poesia è emblematico dell'approccio di Saba:

  • Linguaggio tendenzialmente semplice ma con termini ricercati assonna,tiquereli,provvida,pecchiaassonna, ti quereli, provvida, pecchia
  • Sintassi con frequenti inversioni non comuni nel linguaggio quotidiano
  • Struttura metrica che rispetta la tradizione ma con libertà strofeirregolaridiendecasillabiesettenaristrofe irregolari di endecasillabi e settenari
  • Ripetizioni e parallelismi che creano un ritmo incantatorio

Saba definì questa poesia "infantile", suggerendo che se un bambino potesse sposarsi e scrivere una poesia per sua moglie, scriverebbe questa: un'osservazione che sottolinea l'autenticità e l'immediatezza del sentimento espresso.

La poesia "A mia moglie" rappresenta perfettamente l'arte di Saba di trasformare l'esperienza personale e l'osservazione del quotidiano in poesia universale, capace di rivelare la profondità nascosta nelle cose apparentemente semplici.

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Poesie su Trieste e i ricordi

"Ultimi versi a Lina"

Questa poesia rappresenta un intenso esercizio di memoria, in cui Saba rievoca momenti condivisi con la moglie nella Trieste di un tempo:

  • Immagini della memoria: "La banda militare", "i fanaletti oscillanti alla marcia", "le laceranti sirene dei vapori che partivano"
  • Tono nostalgico: "queste cose furono un giorno - ricordi - cui venne, una a una, una fine"
  • Metafora finale: "La memoria, amica come l'edera alle tombe, cari frammenti ne riporta in dono"

Elemento significativo: Il paragone della memoria con l'edera che cresce sulle tombe richiama "Dei Sepolcri" di Foscolo, evidenziando la funzione consolatoria del ricordo che mantiene in vita ciò che è perduto.

"Città Vecchia"

In questa celebre poesia, Saba esplora i quartieri popolari di Trieste, trovando in essi una forma di autenticità e di rivelazione:

  • Il percorso: "per ritornare alla mia casa prendo un'oscura via di città vecchia"
  • L'ambiente urbano: "Qui tra la gente che viene che va dall'osteria alla casa o al lupanare"
  • L'illuminazione: "io ritrovo passandopassando l'infinito nell'umiltà"

La poesia cataloga le figure umane dei quartieri popolari:

  • "prostituta e marinaio"
  • "il vecchio che bestemmia"
  • "la femmina che bega" litigalitiga
  • "la tumultuante giovane impazzita d'amore"

Queste figure marginali diventano "creature della vita e del dolore" unite da una comune umanità in cui "s'agita in esse, come in me, il Signore".

La conclusione è particolarmente significativa:

  • "Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via"

Questo paradosso evidenzia la capacità di Saba di trovare purezza spirituale nei luoghi apparentemente più degradati, un tema ricorrente nella sua poesia.

"Trieste"

Questa poesia rappresenta un ritratto intimo della città natale, vista come un essere vivente con caratteristiche umane:

  • Il percorso fisico: "Ho attraversata tutta la città. Poi ho salita un'erta"
  • Il luogo personale: "un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città"
  • La personificazione: "Trieste ha una scontrosa grazia"
  • I paragoni: "Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace" e "come un amore con gelosia"

La poesia si conclude con un'immagine di reciprocità:

  • "La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva"

Trieste non è solo uno sfondo, ma un personaggio che interagisce con il poeta, offrendogli un rifugio che rispecchia la sua personalità.

Le tre poesie, insieme, mostrano come Saba utilizzi il tema della città e dei ricordi per esplorare la propria identità e il proprio rapporto con il mondo. La memoria diventa uno strumento di autoconoscenza, mentre la città si trasforma in un paesaggio interiore che riflette i moti dell'anima del poeta.

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"Il molo" e l'attaccamento a Trieste

"Il molo" è una poesia che esprime in modo particolarmente intenso il legame di Saba con la sua città natale, concentrandosi sul molo San Carlo di Trieste, un luogo carico di significati personali e simbolici.

Analisi della poesia

La poesia si apre con una dichiarazione di amore per questo luogo:

  • "Per me al mondo non v'ha un più caro e fido luogo di questo"
  • "Dove mai più solo mi sento e in buona compagnia che al molo San Carlo"

Questo incipit contiene un apparente paradosso: il poeta si sente contemporaneamente solo e in compagnia, suggerendo che la solitudine in questo luogo non è isolamento ma connessione con se stesso.

Il molo evoca ricordi d'infanzia:

  • "Vedo navi il cui nome è già un ricordo d'infanzia"
  • L'immagine dei "garzoni" che "s'aggirano" e delle "casse a bordo di quel veliero" richiama sogni infantili di viaggi e ricchezze

Interpretazione chiave: Il molo rappresenta un punto di contatto tra passato e presente, tra la realtà quotidiana e i sogni d'infanzia, tra la stabilità della terra ferma e l'apertura al mondo rappresentata dal mare.

Il legame con la patria è espresso con forza:

  • "Non per tale un ritorno or lascerei molo San Carlo, quest'estrema sponda d'Italia"
  • "Così ben profondate ho le radici nella mia terra"

La conclusione è emblematica del modo in cui Saba trasforma luoghi fisici in metafore esistenziali:

  • "Sai che un più vario, un più movimentato porto di questo è solo il nostro cuore"

Questo paragone tra il porto luogodiarriviepartenze,dicommercieincontriluogo di arrivi e partenze, di commerci e incontri e il cuore umano esprime la visione di Saba della vita interiore come un continuo movimento di emozioni e pensieri.

Il confronto con "Ultimi versi a Lina"

Entrambe le poesie esprimono un forte legame con Trieste, ma in modi complementari:

  • In "Ultimi versi a Lina", Trieste è vista attraverso il filtro della memoria e della nostalgia, con immagini del passato che "furono un giorno" ma ora sono finite
  • In "Il molo", Trieste è presente e viva, un luogo che continua a nutrire emotivamente il poeta

Le "laceranti sirene dei vapori che partivano" in "Ultimi versi a Lina" trovano eco nelle navi di "Il molo", ma con una differenza fondamentale:

  • Nella prima poesia, i vapori che partono simboleggiano la perdita e la fine
  • Nella seconda, il porto e le navi rappresentano la continuità della vita e la possibilità di un "ritorno"

Il significato del molo nella poetica di Saba

Il molo diventa un simbolo ricco di significati:

  • Luogo di confine: tra terra e mare, tra Italia e mondo esterno, tra certezza e ignoto
  • Spazio di libertà: dove il poeta può essere solo con i propri pensieri ma sentirsi parte di una realtà più ampia
  • Radice identitaria: "quest'estrema sponda d'Italia" che rappresenta le origini non solo geografiche ma esistenziali del poeta
  • Metafora del cuore: come il porto accoglie navi che vengono e vanno, così il cuore accoglie emozioni e pensieri in continuo movimento

La poesia si conclude con un'apostrofe ad un'interlocutrice probabilmentelapoesiastessaprobabilmente la poesia stessa: "Né a te dispiaccia, amica mia, se amore reco pur tanto al luogo ove son nato". Questo dimostra come per Saba la poesia stessa sia un interlocutore, un'amica con cui dialogare e a cui confidare i propri sentimenti più profondi.

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"Il piccolo Berto" e il rapporto con la balia

La sezione "Il piccolo Berto" del "Canzoniere" rappresenta uno dei momenti più intensi dell'esplorazione del trauma infantile di Saba, concentrandosi sul rapporto con la balia Peppa e sul dolore provocato dal distacco da lei.

"Mia figlia"

Questa poesia si articola in tre parti che mostrano come l'abbraccio della figlia faccia regredire il poeta ai ricordi d'infanzia:

Prima parte: L'abbraccio della figlia

  • "Mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo; / ed io alla sua carezza m'addormento"
  • "Divento / legno in mare caduto che sull'onda / galleggia" - immagine che evoca l'abbandono infantile
  • "Al seno / approdo di colei che Berto ancora / mi chiama, al primo, all'amoroso seno, / ai verdi paradisi dell'infanzia"

Immagine chiave: La regressione psicologica è rappresentata attraverso la metafora del "legno in mare caduto", che esprime sia la vulnerabilità sia l'abbandono fiducioso al flusso dei ricordi.

Seconda parte: La ricerca della balia

  • "Insonne / mi levo all'alba. Che farà la mia / vecchia nutrice?"
  • "E a lei m'affretto, / pure una volta, con il cuore ansante"
  • Il poeta ritrova la balia e si riconosce nel "fanciullo" che l'aiutava: "Quel fanciullo io sono / che a lei spontaneo soccorreva"

Terza parte: Il trauma dell'abbandono

  • "Un grido / s'alza di bimbo sulle scale. E piange / anche la donna che va via. Si frange / per sempre un cuore in quel momento"
  • La rivelazione dell'identità: "È Umberto / Saba quel bimbo"
  • La conseguenza: "Il mondo / fu a lui sospetto d'allora, fu sempre / otalealmenogliparveo tale almeno gli parve nemico"

La poesia si conclude con un'immagine di rituale consolatorio:

  • "Appeso al muro è un orologio antico"
  • "Lo regolava nel tempo felice / il dolce balio; è un caro a lui conforto / regolarlo in suo luogo"
  • "«È tardi. Torna da tua moglie, Berto»" - le parole della balia che chiudono la poesia

"Le rondini"

Questa poesia, sempre dalla sezione "Il piccolo Berto", descrive le visite domenicali del poeta adulto alla sua vecchia balia:

  • "Han fatto il nido intorno alla casetta, / dove mi accoglie colei che mi aspetta / ogni domenica sera"
  • "Mi accoglie come accoglieva il bambino / quando saliva beato alla povera / casa della sua balia"
  • "Paradiso / era al fanciullo, è paradiso ancora / all'uomo in lotta colla vita"

La balia racconta al poeta la loro storia:

  • "A lungo parla / come, morto il suo figlio unico, in luogo / m'ebbe di quello"
  • "Il suo dolore quando / anch'io le fui, senza sua colpa, un giorno / rubato"

La riflessione finale esprime la consapevolezza di un trauma irrimediabile:

  • "Troppo / tardi - mi dico mentre l'alberato / lungo viale discendo, che al turbine / mi riconduce"
  • "In un mondo / nuovo m'aggiro; quello ch'era al fondo / dolore si fa lieto in superficie"

Questi versi esprimono la trasformazione del dolore profondo in una forma di accettazione superficiale, grazie al recupero del legame con la balia, seppur tardivo.

Il significato del rapporto con la balia nella poetica di Saba

Il rapporto con la balia Peppa rappresenta un nodo centrale nella vita emotiva di Saba:

  • Origine del trauma: il distacco dalla balia è l'evento che segna l'inizio del suo malessere esistenziale
  • Paradiso perduto: la casa della balia è descritta come un "paradiso" dell'infanzia, contrapposto alla difficile vita con la madre
  • Ricerca di identità: la regressione a "Berto" nomeconcuilochiamavalabalianome con cui lo chiamava la balia rappresenta il tentativo di recuperare un'identità originaria più autentica
  • Riparazione tardiva: le visite alla balia in età adulta rappresentano un tentativo di riparare il trauma, anche se "troppo tardi"

Attraverso queste poesie, Saba mostra come l'esplorazione del passato infantile non sia solo un esercizio di memoria, ma un processo attivo di ricostruzione del sé, in cui la poesia diventa strumento di autoanalisi e di elaborazione del trauma.

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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

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4.8/5

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