Il Romanticismo in Italia
In Italia il Romanticismo ha una storia particolare: nasce da una polemica e si trasforma in impegno politico.
Tutto inizia nel 1816 quando Madame de Staël pubblica un articolo invitando gli intellettuali italiani a tradurre opere straniere contemporanee. Si creano subito due schieramenti: da una parte i sostenitori delle idee romantiche, dall'altra i neoclassicisti guidati da Pietro Giordani, convinti che bisogna difendere la tradizione classica italiana.
Il Romanticismo italiano accoglie solo alcune idee del movimento europeo: il bisogno di un linguaggio nuovo e diretto, il ritorno al sentimento e alla fantasia, la riscoperta della poesia popolare e soprattutto l'apertura verso la cultura europea come esempio di emancipazione nazionale.
A Milano nasce la rivista «Il Conciliatore» (1818-1819), diretta da Silvio Pellico, ma dura poco perché vista con sospetto dal governo austriaco. Più fortuna ha «L'Antologia» di Giampiero Vieusseux a Firenze (1821-1833), che però ha un interesse prettamente politico verso la letteratura europea.
I grandi autori come Manzoni, Leopardi e Foscolo non sono estranei alle idee romantiche, ma le rielaborano in modo personale. In Italia il Romanticismo non può essere pura espressione di inquietudini interiori: c'è bisogno di concretezza per i moti risorgimentali che porteranno all'Unità.
💡 Caratteristica italiana: Il nostro Romanticismo è meno spirituale e più concreto, perché deve rispondere alle esigenze del Risorgimento.