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promessi sposi capitolo 5

17/9/2022

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⇒ Promessi Sposi
capitolo 5
Il quinto capitolo dei Promessi Sposi
riprende dal colloquio di Padre
Cristoforo con Agnese, Lucia e Renzo.
Padr

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⇒ Promessi Sposi capitolo 5 Il quinto capitolo dei Promessi Sposi riprende dal colloquio di Padre Cristoforo con Agnese, Lucia e Renzo. Padre Cristoforo. Informato del fatto che il matrimonio non è stato celebrato per ordine di Don Rodrigo, promette alle due donne il suo aiuto e decide di affrontare direttamente il signorotto per tentare di fargli cambiare idea. Renzo rivela di aver pensato di farsi giustizia da solo ma Padre Cristoforo lo rimprovera e lo richiama ad affidarsi a Dio; rientra poi al convento di Pescarenico per la preghiera del mezzogiorno e si rimette in cammino verso il palazzotto di Don Rodrigo. Il frate giunge alla dimora del signorotto attraversando un villaggio che assomigliava ad una fortezza, nel quale rastrelli e attrezzi agricoli sono mescolati a polvere da sparo e reticelle, dove anche i bambini hanno perso la loro innocenza. All'entrata ci sono due bravi; viene condotto da un vecchio servo nella sala da pranzo dove Don Rodrigo stava pranzando con il cugino, il Conte Attilio, l'uomo che aveva visto lucia, che aveva fatto nascere la scommessa, e l'Azzeccagarbugli, il podestà, il consulente privato che avrebbe dovuto rendere giustizia a Renzo, e due anonimi invitati che non facevano altro che mangiare, chinare il capo, sorridere e approvare ogni cosa dicesse l'altro. Dalla sala da pranzo si sentono rumori di stoviglie e un vociare scomposto, esempio di volgarità, prepotenza e maleducazione. Padre Cristoforo in questo caso dovrà esercitare tutta la...

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Didascalia alternativa:

sua pazienza e autocontrollo. In attesa dell'udienza, a tavola fioccano discussioni di guerra, carestia e di come risolvere il problema della scarsità del grano. Il primo tema che viene affrontato è su una questione di etica cavalleresca che vede impegnati il Conte Attilio e il podestà: il Conte Attilio è il superficiale sostenitore delle maniere forti e sostiene che un ambasciator è "bastonabile", il podestà, invece, infarcisce il suo discorso di citazioni per mascherare l'assenza di un pensiero autonomo mentre sostiene il contrario, cioè che bastonare un ambasciatore è un "atto proditorio". Provocato da Don Rodrigo, Fra Cristoforo emette una sentenza lapidaria perché senza violenza tutto il loro mondo andrebbe a pezzi. Dopo ciò, Don Rodrigo, sposta l'argomento sul dramma del momento, la guerra e irrompe ancora una volta una contrapposizione tra Attilio che si vanta di aver notizie politiche, e il podestà, che vanta informazioni sicure provenienti dal castellano spagnolo di Lecco. Il Conte Attilio sostiene che, la guerra scoppiata tra francesi e spagnoli per la successione del Ducato di Mantova, potrebbe chiudersi con un accordo, mentre il podestà è convinto che la guerra continuerà fino alla vittoria degli spagnoli. L'ultimo argomento di cui si parla è la carestia, non prima di aver brindato con del vino, e in questo ambito sono tutti d'accordo sulla responsabilità della carestia da parte dei fornai, mentre poi si passa a discutere su come punirli. Ancora una volta Attilio è l'uomo della violenza e il podestà quello della cultura. Dopo aver cercato in ogni modo di mettere a disagio il frate, Don Rodrigo, che ha intuito il motivo della sua presenza, si decide finalmente a concedergli la parola e di seguirlo in un'altra sala