Il Proemio dell'Eneide
Il proemio dell'Eneide si apre con le celebri parole "Canto le armi e l'uomo", rivelando subito i due elementi centrali del poema: le battaglie che Enea dovrà combattere e il protagonista stesso. Virgilio ci presenta immediatamente Enea come un esule che, partito da Troia, raggiunge l'Italia per volere del fato.
Nel proemio scopriamo anche che Enea è perseguitato dall'ira di Giunone, una dea potente e vendicativa che gli rende il viaggio pieno di ostacoli. Nonostante queste difficoltà, la missione di Enea è chiara: fondare una città e portare i Penati (divinità domestiche) nel Lazio, dando origine alla stirpe latina e a Roma.
Il poeta conclude il proemio con un'invocazione alla Musa, chiedendole di rivelare le cause dell'ira divina. Questa è una caratteristica tipica dei poemi epici, dove l'autore riconosce di aver bisogno dell'ispirazione divina per raccontare eventi così importanti.
💡 Curiosità: Virgilio, nato a Mantova nel 70 a.C. e morto a Brindisi nel 19 a.C., non riuscì a completare l'Eneide come avrebbe voluto. Prima di morire, chiese che l'opera fosse bruciata, ma l'imperatore Augusto ne ordinò la pubblicazione, salvando così uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.