Laura - Una figura tra terra e cielo
Laura è una figura rivoluzionaria nella poesia italiana: mantiene elementi della tradizione stilnovista ma acquista una "fisionomia più umana" delle donne cantate dai poeti precedenti. Questo perché Laura "subisce i cambiamenti nel tempo" e risulta "molto più vicina all'esperienza comune".
Come gli stilnovisti, Petrarca non nomina mai Laura direttamente, usando perifrasi e giochi di parole: "laureta", "laurea", "l'auro", "l'aura". Questo per proteggerla dai pettegolezzi, ma anche per creare una rete di significati simbolici.
Dal punto di vista fisico la sua figura resta evanescente: sappiamo solo che è una bella fanciulla con i capelli biondi. Petrarca non vuole fare un ritratto realistico ma creare un'immagine ideale che funzioni poeticamente.
Dopo la morte, Laura appare al poeta nei sogni "più bella e meno altera", più compassionevole verso le sue sofferenze. Ma questa consolazione temporanea lascia poi spazio al "peso del peccato e il desiderio di una purificazione" che chiude il Canzoniere con la canzone alla Vergine.
Il Canzoniere si presenta come "un libro compiuto", con un'architettura unitaria che delinea una vicenda precisa: dall'innamoramento al pentimento, dalla passione terrena alla ricerca di pace spirituale.
💡 Eredità: La figura di Laura influenzerà tutta la poesia europea successiva, creando un modello di donna amata che bilancia idealizzazione e umanità.