Le origini della letteratura italiana
Nel Medioevo, solo pochi privilegiati avevano accesso alla cultura. La maggior parte degli europei viveva in uno stato di analfabetismo totale.
I monasteri erano i veri custodi della conoscenza. Qui i monaci ricopiavano a mano tutti i testi antichi latini e greci, creando i famosi manoscritti. Dopo l'anno Mille, accanto all'istruzione religiosa nascono le università, dove si studiano materie più pratiche per la società.
Nel XII secolo arriva un cambiamento rivoluzionario: l'introduzione della carta. Prima si usava la pergamena, ricavata dalla pelle di pecora - un processo lungo e costoso che solo monasteri e biblioteche potevano permettersi. Con la carta, il costo di produzione si abbassa drasticamente e si possono fare più copie.
Per la nascita della letteratura italiana mancava però l'elemento più importante: una lingua per tutti. Il latino era conosciuto solo dai colti, mentre il popolo parlava il volgare. Il problema era convincere gli intellettuali che questa lingua "quotidiana" poteva diventare letteraria.
💡 Ricorda: Il passaggio dal latino al volgare non fu immediato, ma lento e graduale!
I primi documenti in volgare
I primi esempi di scrittura in volgare sono fondamentali per capire l'evoluzione della nostra lingua. L'Indovinello veronese rappresenta una forma intermedia tra latino e volgare, mentre il Placito capuano (960 d.C.) è il primo dei quattro placiti cassinesi.
Questi placiti erano sentenze giudiziarie scritte in volgare per volontà del giudice Arechisi. L'obiettivo? Far capire le decisioni del tribunale a tutti, non solo ai dotti che conoscevano il latino.
Altri documenti importanti sono la postilla amiatina in Toscana e il privilegio logudorese in Sardegna. Come spiega Dante nel De vulgari eloquentia, in Italia non esisteva un volgare unico, ma ben quattordici varietà diverse!
I primi veri documenti letterari in volgare appariranno nel XIII secolo, ma già nel ritmo laurenzano (XII secolo) vediamo un volgare completamente autonomo dal latino.