Il Naturalismo francese
Dal realismo nasce il naturalismo, una corrente ancora più rigorosa nell'applicare il metodo scientifico alla letteratura. Gli scrittori naturalisti si comportano come veri scienziati: studiano la società, la documentano e la raccontano con estrema oggettività.
I naturalisti credono che l'uomo sia condizionato da tre fattori fondamentali: race (eredità genetica), milieu (ambiente) e moment (momento storico). Questi elementi determinano completamente il comportamento umano, proprio come le leggi fisiche governano la natura.
Il romanzo in prosa diventa il genere preferito, pieno di descrizioni dettagliate della realtà sociale. L'obiettivo è denunciare i problemi della società senza dare giudizi personali, lasciando che sia il lettore a trarre le proprie conclusioni.
💡 Da ricordare: Il naturalismo trasforma lo scrittore in uno scienziato sociale che studia l'umanità come un entomologo studia gli insetti.
Il Verismo italiano
Il verismo nasce quando il naturalismo arriva in Italia, ma non è semplicemente una traduzione. Luigi Capuana e Giovanni Verga sono i suoi principali esponenti, e portano questa tecnica a livelli ancora più estremi di impersonalità.
La differenza fondamentale? Mentre Zola (il maestro del naturalismo) racconta il mondo operaio di Parigi, i veristi vengono dal Sud Italia e descrivono contadini, pescatori e braccianti. Due realtà sociali completamente diverse: da una parte il proletariato urbano, dall'altra il mondo agricolo ancora arretrato.
Verga spinge l'impersonalità oltre ogni limite: secondo lui, l'opera doveva "sembrare essersi fatta da sé". Nessuna traccia dell'autore, nessun commento, nessun giudizio. Solo la realtà nuda e cruda.
Il verismo dura poco ma lascia un segno profondo nella letteratura italiana, dimostrando che anche il nostro paese sa raccontare la verità sociale senza sconti né compromessi.