Dal latino alle lingue romanze: l'evoluzione linguistica nell'Europa medievale
Il periodo successivo alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 d.C. segna un momento cruciale nella storia della lingua latina. Fino al V secolo, il latino era l'unica lingua ufficiale parlata e scritta nell'impero. Tuttavia, con la frammentazione politica e culturale che seguì, iniziarono a emergere nuove forme linguistiche.
Definizione: Le lingue volgari erano le nuove forme linguistiche parlate dal popolo (volgo), derivate dal latino ma influenzate dalle lingue dei popoli barbari.
Queste nuove lingue, pur mantenendo una forte base latina, incorporarono elementi di altre lingue parlate dai popoli barbari, come l'arabo, il greco e i dialetti germanici. Questo processo di fusione linguistica diede origine alle cosiddette lingue romanze o neolatine.
Vocabulary: Lingue romanze (dal latino "romanice loqui", parlare alla romana): le lingue derivate dal latino volgare, che includono il portoghese, il francese, lo spagnolo, il rumeno e l'italiano.
In Italia, la situazione linguistica si fece particolarmente variegata, con lo sviluppo di numerosi dialetti regionali come il sardo, il siciliano, il toscano e il fiorentino. Quest'ultimo, grazie all'opera di illustri autori come Dante, Boccaccio e Petrarca, divenne la base per l'italiano moderno.
Highlight: Il dialetto fiorentino, grazie all'influenza di Dante, Boccaccio e Petrarca, divenne la base dell'italiano moderno che parliamo ancora oggi.