La Scuola Siciliana e la Poesia Siculo-Toscana
Immagina una corte dove poeti, scienziati e matematici si riuniscono per creare arte: questa era la Scuola Siciliana di Federico II di Svevia (1230-1266). Qui nacque la prima vera poesia colta italiana!
I poeti siciliani non erano professionisti, ma funzionari che scrivevano per passatempo. Fecero tre cose rivoluzionarie: separarono la musica dalla poesia, crearono il primo tentativo di lingua italiana unitaria e inventarono forme metriche che usiamo ancora oggi. Jacopo da Lentini, ad esempio, inventò il sonetto!
La loro poesia parlava solo d'amore (la politica era vietata!) con tutti i suoi aspetti: lode alla donna, gelosia, sofferenza. Scrivevano in siciliano illustre, un volgare colto pieno di latinismi.
Dopo il 1266, con la caduta degli Svevi, nacque la poesia siculo-toscana. I poeti toscani ripresero i temi siciliani ma aggiunsero politica e religione, perché erano coinvolti nelle lotte dei Comuni. Guittone d'Arezzo fu il maggior esponente, anche se il suo stile era così complesso che solo i colti potevano capirlo.
💡 Curiosità: Compiuta Donzella fu la prima poetessa italiana di cui abbiamo testimonianza!