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Leopardi- pensiero

18/9/2022

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Pensiero Leopardi fu un uomo che culturalmente assorbì le idee illuministe del suo tempo, in Italia ancora molto presenti Benché educato in modo cattolico, Leopardi rifugge da ogni pede approdando ad un assoluto ateismo, che si affianca ad una concezione materialista e meccanicista dell'esistenza → nessuna divinità, nessun disegno provvidenziale, le cose nelle forme che hanno compiono un ciclo incessante e ineluttabile → Morto l'uomo non sopravvive nulla Imbevuto di illuminismo, eredita anche il SENSISMO di cordillac, l'idea della ricerca del piacere e il pensiero leopardiano trova il suo nucleo nella TEORIA DEL PIACERE (Zibaldone + liriche) sensisticamente Leopardi identifica la felicità con il piacere sensibile e materiale = io sono felice se materialmente godo Fatta questa premessa, aggiunge che ogni essere umano cerca il raggiungimento della felicità, del piacere → chiunque di noi viva, desidera essere felice, quindi ricerca il piacere + aggiunge che l'essere umano non ricerca un piacere, ma ricerca Il piacere = non ricerca un piacere limitato, ma quella condizione di piacere inesauribile, infinito per durata ed estensione → ogni uomo, che in quanto essere umano, cerca la felicità, vuole godere per sempre TUTTAVIA non esiste alcun piacere che abbia questo carattere, perché tutti i piaceri che noi sperimentiamo sono finiti, di durata e intensità limitata → L'uomo è necessariamente INFELICE, perché in lui è perennemente presente quel senso di...

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Didascalia alternativa:

insoddisfazione, derivante dall'aver sperimentato la felicità, che però è una condizione che gli sfugge Radici di questo pensiero sono nella cultura illuminista → materialismo + ateismo Felicità = piacere dei sensi partendo da qui, Leopardi giunge alla considerazione che, essendo l'uomo necessariamente infelice → pochissimi, brevissimi e sporadici sono i momenti in cui prova una sensazione piacevole, ma finiti questi istanti subentrano condizioni negativo, oppure nella migliore delle ipotesi l'uomo vive in uno stato di NOIA PRIMA FASE - PESSIMISMO STORICO (antecedente al 1824) = pessimismo derivante da un processo storico di cui l'uomo è responsabile Nella prima fase della sua elaborazione filosofica, Leopardi ritiene che la NATURA, Che all'inizio egli concepiva come una madre affettuosa e benevola, constatando che gli esseri soffrono, abbia voluto offrir loro un rimedio attraverso il quale chiudere gli occhi ci ha donato la facoltà dell'IMMAGINAZIONE, che ci consente di fantasticare, di abbandonarci ai sogni e alle illusioni, consolandoci e distogliendoci dalla realtà ➡la Natura non riesce a cambiare la realtà di fatto, ma quantomeno riesce a nascondercela attraverso l'immaginazione →noi siamo figli della natura e, in quanto tali, siamo in grado di vedere le cose attraverso la fantasia il farlo ci offre la possibilità di non guardare in faccia la triste realtà prima fase → concezione FINALISTICO-PROVVIDENZIALE della Natura (laica) = il fine della natura è quello di proteggerci, quindi provvidenzialmente ci ha donato la capacità di sognare e illuderci ⇒ tutti gli uomini che vivono a stretto contatto con la natura (primitivi, antichi, ma anche i fanciulli) sono felici perché si lasciano cullare dall'immaginazione, pur essendo dotati della facoltà razionale →hanno vissuto in modo più spontaneo e naturale di quanto facciano i moderni →il bambino vive immerso in un mondo onirico e dà corpo a quello che la sua fantasia produce perché non è ancora giunto all'età della maturità Pinfelicità non è di tutti gli uomini, ma solo degli uomini moderni, quindi è il risultato di un processo storico che ha visto l'uomo allontanarsi progressivamente da quello stato di natura originario →progresso di cui l'uomo è protagonista ma anche artefice = la sua infelicità è limitata all'età moderna ed è risultato di una scelta sbagliata dell'uomo stesso, che con l'andare dei secoli ha avviato un processo razionale che Pha allontanato dalla purezza primigenia ➡ Pinfelicità dei moderni, di cui è responsabile l'uomo, vede una contrapposizione netta e radicale tra ragione e natura = l'uomo moderno è infelice perché ha respinto la natura e si è affidato alla ragione (che ha prodotto il progresso e tutto ciò che l'uomo credeva lo rendesse felice e in realtà lo ha reso infelice) → la ragione ci svela la verità, ma ci rende infelici ➡ disprezzo nei confronti dell'età moderna e di tutti quei processi che hanno allontanato l'uomo dalla felicità ➡ ribellione TITANICA, Leopardi che stigmatizza e condanna il proprio tempo, auspicando il ritorno a quella virtù originaria SECONDA FASE - PESSIMISMO COSMICO 1824 → passaggio sancito dalle operette morali Riflettendo, Leopardi si rende conto che a ben pensarci al fondo di questo ragionamento c'è un'incongruenza = è vero che la Natura ci copre gli occhi, però per natura l'uomo desidera essere felice, ma sempre per Natura non riesce ad esserlo perché il piacere non è conseguibile in modo duraturo ⇒ quella madre benevola che ci copre gli occhi è la stessa che ci ha creati con un insopprimibile desiderio di felicità ed è sempre lei a negarci la facoltà di conseguirlo ➡giunge poco per volta alla conclusione che la Natura non può essere una madre benevola e affettuosa, ma è una matrigna che ci ha creati facendoci desiderare un qualcosa che ci continua a negare → nel 1824 dice che la natura è madre di parto, ma di voler matrigna (= la maternità della natura non è sinonimo di affetto e buona disposizione d'animo) passa da una visione finalistica ad una visione MECCANICISTICA = Natura come ciclo perpetuo di nascita e morte, ciclo regolato da mere leggi meccaniche: ogni creatura viene generata, cresce e muore la Natura è una macchina regolata da leggi e ingranaggi che producono vita e poi la distruggono all'interno di questo meccanismo, il dolore umano è legge necessaria, parte integrante e non può non essere = se l'uomo fa parte di questo sistema, necessariamente in questo circuito prima o poi soffrirà, c'è tutta una serie di mali esterni che gli porteranno sofferenza e la vita stessa è foriera di dolore ➡ La sofferenza non è più solo dei moderni, ma di tutti gli esseri viventi, antichi e moderni, ovviamente con la differenza che quelli non razionali non hanno gli Strumenti per prendere coscienza del male → Quando si è bambini, non essendo le facoltà razionali ancora maturate, ci si può illudere affidandosi a una dimensione onirica delle cose se nella prima fase l'infelicità è l'assenza di piacere, in questa seconda fase vivo ergo patior (vivo dunque soffro, la vita in quanto tale è male) p. cosmico → riguarda tutti, pur con le dovute differenze viene meno il disprezzo nei confronti dell'età moderna interviene un atteggiamento Stoico di atarassia e di ironia → l'intellettuale, constatata l'età di fatto, ne prende le distanze TERZA FASE - PESSIMISMO EROICO O PROGRESSIVO ➡ condensata nella lirica La Ginestra, che il poeta compone a Napoli e che è considerata il suo testamento spirituale sviluppo successivo al pessimismo cosmico → partendo dalle conclusioni del pessimismo cosmico, si apre ad una forma di altruismo umanitario, solidarismo fraterno che nella lirica è proposta con la metafora della social catena = presa di coscienza della ineluttabile infelicità umana, della cruda verità, gli uomini dovrebbero reagire cercando di unirsi l'uno all'altro, rafforzando i legami sociali e affettivi in modo tale da costruire una catena sociale con cui: 1. Affrontare il destino inevitabile che la natura ci ha imposto 2. Evitare di aggiungere a quel dolore altra infelicità derivante dal male che gli uomini si fanno l'un l'altro = male evitabile che si aggiunge al male inevitabile La social catena ci: 1. Rafforzerebbe 2. Alleggerirebbe di tutta quella zavorra che si procurano gli uomini facendosi male l'un l'altro Leopardi auspica un progresso di tipo morale → su questo ha insistito molto Luporini In tempi più recenti, F. De sanctis pubblicò un saggio intitolato schopenhauer e Leopardi, nel quale mise in luce le affinità e le differenze tra i pensieri dell'uno e dell'altro. ANALOGIE 1. Ricerca incessante del piacere e impossibilità di raggiungerlo 2. come schopenhauer, anche Leopardi crede che l'unico piacere che l'uomo possa provare sia dato da una momentanea assenza di dolore e da una momentanea assenza di paura = piacere di brevissima durata = come s. esclude di poter provare un piacere in sé positivo 3. Anche Leopardi affianca al dolore la noia, ritendendo che nel corso della nostra Vita in assenza di dolore subentri uno stato di tedio, di noia → passato quel breve momento di piacere derivante dalla mancanza di dolore, subentra quel lungo stato di tedio DIFFERENZE 1. Per schopenhauer il superamento del dolore della noia avviene attraverso l'arte e l'ascesi 2. Il filosofo non contempla la possibile esistenza di una social catena