I grandi idilli: memoria e disillusione
A Silvia (1828) non è una semplice poesia d'amore, ma una riflessione sulla perdita delle illusioni giovanili. Silvia rappresenta la speranza tradita dalla natura, che promette felicità ma offre solo morte.
La tecnica poetica è raffinata: Leopardi usa diversi filtri (fisico, immaginativo, memoriale, letterario, filosofico) per creare quella vaghezza che rende poetico il ricordo. L'imperfetto è il tempo dell'illusione, il presente quello della disillusione.
Il concetto che "il vero è brutto" è fondamentale: il presente, essendo reale e concreto, appare sempre meno bello del passato ricordato o del futuro immaginato. Solo attraverso la memoria e l'immaginazione le cose acquistano bellezza poetica.
💡 Chiave di lettura: La finestra da cui Leopardi osserva Silvia è simbolica, come la siepe dell'Infinito: separa ma permette di immaginare.
La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio completano la riflessione sulla felicità. Nel primo, Leopardi definisce il piacere come "figlio d'affanno": siamo felici solo quando cessa una sofferenza. Nel secondo, mostra come la felicità stia nell'attesa (il sabato) più che nel godimento (la domenica).