Il Testamento di Leopardi
Immagina di essere davanti al Vesuvio e vedere un piccolo fiore che cresce da solo su quelle terre devastate. Questa è la ginestra, protagonista dell'ultima grande opera di Leopardi che rappresenta il suo messaggio finale all'umanità.
La poesia inizia con una citazione rovesciata del Vangelo di Giovanni: per Leopardi la vera "luce" è la consapevolezza della tragica condizione umana, mentre le "tenebre" sono le false speranze religiose e progressiste. Un modo provocatorio per introdurre la sua polemica contro le illusioni del suo tempo.
Nella prima strofa, Leopardi osserva il Vesuvio e pensa alle grandi città del passato che vivevano ai suoi piedi. La natura può distruggere tutto in un istante, risvegliandosi improvvisamente. La ginestra è l'unica pianta solidale con ciò che viene distrutto.
💡 Curiosità: Leopardi scrisse questa poesia proprio a Torre del Greco, città che era stata più volte distrutta dalle eruzioni del Vesuvio!
Nella seconda e terza strofa, l'autore critica aspramente il XIX secolo e il suo ottimismo cieco nel progresso. Gli uomini, invece di combattersi tra loro, dovrebbero unirsi in una "social catena" contro la natura matrigna, la vera nemica comune.