Dal Simbolismo al Decadentismo
Il Simbolismo nasce in Francia negli anni '70-'80 dell'Ottocento come reazione al Positivismo. Anticipato da Baudelaire, trova nei "poeti maledetti" (Verlaine, Mallarmé, Rimbaud) i suoi massimi rappresentanti. La poesia diventa linguaggio assoluto, spesso di difficile comprensione.
La poetica simbolista rifiuta le spiegazioni scientifiche dell'universo: il poeta diventa veggente, capace di rivelare l'universale attraverso i particolari. Si procede per simboli, metafore e sinestesie, mentre la poesia "tende a sciogliersi in musica".
Il Decadentismo (metà XIX secolo) è il movimento culturale più ampio che accoglie il Simbolismo. Il manifesto principale è "Controcorrente" di Huysmans (1884), che teorizza la realtà come mistero decifrabile solo dal poeta.
In Italia, il Decadentismo trova espressione in Pascoli e d'Annunzio, che sviluppano una specializzazione linguistica estrema. La poesia si allontana dalla vocazione popolare del Realismo, diventando linguaggio elitario da decifrare.
Le caratteristiche principali sono oscurità, allusività, musicalità e uso massiccio di analogie e sinestesie. Si afferma la figura del poeta maledetto, incompreso dalla società borghese ma depositario di verità superiori.
Evoluzione: Dal Realismo che fotografa il sociale al Decadentismo che esplora l'irrazionale - due risposte opposte alla modernità.