La battaglia contro la pena di morte
Beccaria non si ferma alla tortura: attacca anche la pena di morte con argomenti che fanno riflettere. Prima di tutto, chi siamo noi per decidere della vita altrui? Nemmeno Dio dovrebbe avere questo diritto!
La sua analisi è super moderna: in uno Stato ben organizzato la pena di morte non servirebbe perché un singolo criminale non può mettere in pericolo tutti. Inoltre, quello che spaventa davvero non è la gravità della pena, ma la sua durata.
L'argomento più forte è sociale: Beccaria dà voce a un ladro immaginario che spiega come la povertà spinga al crimine. Se la società divide ricchi e poveri, non può poi stupirsi se chi non ha niente ruba per sopravvivere. Il problema è l'ingiustizia sociale, non il singolo criminale!
La soluzione? Carcere invece di morte: una pena lunga nel tempo fa più effetto di un'esecuzione veloce. Soprattutto, serve una società più giusta dove tutti abbiano le stesse opportunità.
Lezione di vita: I crimini nascono spesso dall'ingiustizia sociale - per combatterli bisogna creare una società più equa, non punire più duramente!