Il Terzo Canto: La Porta dell'Inferno
"Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate" - probabilmente una delle frasi più famose della letteratura mondiale! Dante e Virgilio arrivano finalmente davanti alla porta dell'Inferno, e l'iscrizione è terrificante: chi entra qui è destinato alla sofferenza eterna.
Appena varcata la soglia, Dante è travolto da un caos di suoni terribili: pianti, urla, lamenti che si mescolano in un modo spaventoso. Sono le voci degli ignavi, persone che in vita non hanno mai preso posizione né per il bene né per il male.
La loro punizione è perfetta nella sua logica: dato che non hanno mai seguito nessuna bandiera in vita, ora devono correre nudi dietro un vessillo senza significato, punzecchiati continuamente da vespe e mosconi. Dante li disprezza profondamente - per lui l'indifferenza è più grave di molti altri peccati.
Tra questi ignavi, Dante riconosce "colui che fece per viltade il gran rifiuto" - probabilmente papa Celestino V, che rinunciò al papato lasciando il posto a Bonifacio VIII.
Riflessione: Dante considera l'indifferenza uno dei peccati più gravi - un messaggio ancora attualissimo.
Alla fine del canto appare Caronte, il traghettatore delle anime dannate, che cerca di cacciare Dante. Ma Virgilio lo zittisce ricordandogli che questo viaggio è voluto da Dio.