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Il romanticismo

23/6/2022

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Il romanticismo
Nel 700 i pensatori hanno concentrato la loro riflessione sull'uomo considerandolo
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Il romanticismo Nel 700 i pensatori hanno concentrato la loro riflessione sull'uomo considerandolo fondamentalmente un essere pensante e quindi tali pensatori hanno visto nell'uomo (e ben considerato) una sua qualità in particolare: la ragione. Hanno perciò esaltata la parte razionale perché ,secondo il loro punto di vista, attraverso la ragione l'uomo può scoprire se stesso e il mondo che lo circonda. Può farlo spiegandolo in maniera oggettiva e scientifica. Il punto di vista di tali intellettuali è fortemente condizionato da ciò che era accaduto nel 600, e in particolare delle idee di Galileo Galilei che nel 600 insiste tanto sul fare scienza in maniera diversa rispetto a quello fatto fino al 600: si passa da un metodo scientifico basato sulle carte ad uno basato sull'esperimento. Però già sul finire del 700 ci sono posizioni divergenti della riduzione dell'uomo a semplice razionalità (come fatto dagli illuministi). Alcuni non ritengono che l'uomo sia costituito e debba essere ridotto solo a ragione perché nell'uomo convivono due componenti: ragione e sentimento. L'uomo è anche formato da emozioni. Alla esaltazione della ragione degli illuministi, i romantici (nuova corrente di pensiero) esaltano l'irrazionalismo ovvero il sentimento (i sentimenti non sono razionali). Si afferma un nuovo modo di concepire l'uomo e la realtà, diverso rispetto all'illuminismo e questa nuova visione del mondo da parte...

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Didascalia alternativa:

di diversi intellettuali. Abbraccia quindi tutti gli ambiti della cultura: arte, letteratura, cultura, politica e costume (comportamento). è un movimento europeo che arriva anche in Italia. A livello europeo le maggiori voci romantiche (i più rappresentativi scrittori romantici) sono Goethe, Schiller, Schlegel, Coleridge, Byron e Keats (i primi tre tedeschi e gli altri tre inglesi), Victor Hugo (in Francia) e Manzoni (considerato maestro del romanticismo) e Leopardi in Italia. Tale movimento nasce in Inghilterra sul finire del 700 e poi si afferma con maggiore consapevolezza in Germania. Qui il romanticismo si legò alla filosofia idealista di due filosofi: Schelling ed Hegel. Dalla Germania si estese nei paesi di tutta Europa, Italia inclusa. L'etimologia del nome romanticismo deriva da "romentic", aggettivo che per la prima volta circola in Inghilterra sul finire del 600. Questo aggettivo a sua volta richiama un'altra parola "romans", che significa "francese antico". Poi però,col passare del tempo, prese il significato di "narrazione poetica in versi". Via via si aggiunse il significato di "cosa fantastica, irreale", simile a quello che viene raccontato nei romanzi (soprattutto quelli cavallereschi). Il termine romanticismo stava a definire sia una disposizione d'animo sentimentale e fantasiosa, sia i paesaggi solitari e selvaggi che stimolano questa particolare disposizione d'animo. Sul finire del 700, pian piano, viene rivalutato il passato e soprattutto il Medioevo (rinnegato agli illuministi) e quindi si ha anche un altro significato del termine romantico ovvero: gotico, medievale (apposto al significato di classico). Nella storia della parola possiamo cogliere quindi i caratteri stessi del romanticismo: l'esaltazione della fantasia e del sentimento, la rivalutazione del Medioevo, la svalutazione del classico e una certa disposizione al sogno e al dialogo intimo con la natura. Ci sono anche tematiche negative,come fa Leopardi che tratta la sofferenza umana, il dolore, la malinconia, il tedio (taedium vitae come dice Leopardi), l'inquietudine, la paura, il rifiuto della realtà che spinge l'artista ad un esotismo (un rifugio) che lo spinge in altri tempi e spazi. Convenzionalmente si considera il 1789 come data in cui il romanticismo nasce in Germania perché all'epoca viene pubblicata l'Athenaeum, rivista culturale tedesca sulla quale scrivono grandi autori ed intellettuali come Schlegel e Novalis. Nello stesso anno in Inghilterra ci sono due poeti (William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge) che pubblicano una raccolta che contiene le loro liriche o ballate. Tale raccolta di ballate (poesie destinate ad essere cantate e ballate) ha una prefazione che viene considerata (solo lei) come l'atto di nascita del romanticismo inglese. Più lenta sarà la diffusione delle idee romantiche in Italia: ciò avviene perché il paese per via della sua storia e civiltà è fortemente legato al mondo classico ed è chiaro che qui gli uomini di cultura faticano ad accogliere le novità estere. Infatti il romanticismo inizia ad affermarsi solo nel 1816, quasi un secolo dopo. Il romanticismo nasce in reazione (opposizione) all'illuminismo però i due movimenti sono interdipendenti (ci condizionano e influenzano a vicenda), come avviene come tutti i movimenti culturali. Il punto di contatto tra i due movimenti resta l'individualismo: entrambi mettono al centro l'uomo. Le differenze tra illuminismo e romanticismo Per quanto riguarda il modo di concepire la realtà al romanticismo presenta tante evidenze a differenza dell'illuminismo: • gli illuministi rifiutano il passato e il Medioevo (età di involuzione per loro) quindi hanno un atteggiamento di antistoricismo. I romantici invece rivalutano il passato e il Medioevo, visto come un'età di progresso ed evoluzione: qui si sono create le basi della civiltà moderna. Tale atteggiamento è detto storicismo. Ciò è dovuto al forte nazionalismo e ideale di Patria e Popolo che hanno e perciò danno importanza alla storia di un popolo con i suoi costumi e tradizioni. • gli illuministi esaltano la ragione perché con essa l'uomo può conoscere la realtà che lo circonda: carattere chiamato razionalismo. Per i romantici l'uomo è anche sentimento e passione: carattere detto irrazionalismo. per gli illuministi la ragione è universale (appartiene a tutti) e quindi l'uomo è considerato un cittadino del mondo e tale carattere è detto cosmopolitismo. I romantici rifiutano l'universalismo a favore dell'individualismo, perché ciascuno è unico e irripetibile e perciò loro sono per il nazionalismo: l'uomo è cittadino della propria nazione. gli illuministi sono a favore dell'imitazione dei classici come modello assoluto e sono perciò sostenitori dell'imitazione del modello classico: carattere del classicismo. i romantici negano totalmente l'imitazione: quello che l'artista crea deve essere frutto del suo genio artistico. Quindi si parla di anticlassicismo. gli illuministi in campo religioso sono atei, agnostici (non li cambia nulla se Dio esiste o meno) o deisti (favorevoli a religioni ma senza dogmi) mentre i romantici tendono alla ricerca dell'Assoluto: tendono all'Infinito. Sono consapevoli della finitudine dell'uomo (limitatezza dell'uomo) e tale consapevolezza spinge l'uomo ad andare oltre i suoi limiti (è nella natura umana sfidare se stesso). C'è la tendenza verso l'Assoluto e quindi l'Infinito e infatti Leopardi scriverà un'opera intitolata proprio "L'Infinito". Quindi all'ateismo degli illuministi, i romantici contrappongono lo spiritualismo. gli illuministi si basano su l'oggettivismo: spiegazione scientifica di ogni fenomeno reale. Mentre i romantici si basano sul soggettivismo e quindi sull'io: l'artista pone al centro delle sue opere se stesso e ciò che prova (dà spazio ai propri sentimenti). L'articolo di Madame De Stael In Italia nel 1816 Madame De Stael, figlia dell'economista Necker a cui Luigi XVI si rivolge per poter salvare la Francia dalla crisi economica che stava vivendo, nobildonna che tiene nel suo palazzo incontri tra intellettuali, pubblica sul "Politecnico italiano" (rivista) un articolo dal titolo: "Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni”. Già nel titolo si fa una chiara allusione a tale attaccamento presente in Italia nei confronti della cultura classica. Con questo articolo con cui lei vuole accendere il dibattito, invita gli uomini di cultura italiani a studiare non solo i classici ma anche la letteratura europea. Si scatena perciò un dibattito tra i classicisti (sostenitori del modello classico) e i romantici (che iniziano quindi a studiare le nuove opere scritte in Europa al tempo). A sostegno della tesi di De Stael (che proponeva di andare oltre la cultura classica) vi furono altri intellettuali tra cui Berchet. Quindi l'articolo della De Stael segna il manifesto del Romanticismo italiano. Anche Ermes Visconti sostiene la tesi di De Stael. Berchet scrive la "Lettera Semiseria Di Grisostomo Al Suo Figliuolo" dove immagina che un padre (Grisostomo) scrive al figlio una lettera dove, in maniera semiseria (ironica, dice al figlio che deve leggere solo gli antichi autori greci e latini. Visto il tono, in realtà Grisostomo vuole dire al figlio che non può più fermarsi alla cultura classica ma deve anche leggere gli autori europei. Dalla parte dei classicisti, che si battono nella difesa del mondo classico, ci sono Pietro Giordani e anche lo stesso Giacomo Leopardi. In questa polemica si schierano due correnti di pensiero differenti: da una parte i classicisti che sostengono l'imitazione del mondo antico e i romantici che rifiutano questa ammirazione e contrappongono l'ammirazione dei poeti stranieri. I classicisti prediligono temi classici mentre i romantici temi cristiani o di attualità. I classicisti si rivolgono ad un pubblico ristretto di eruditi, gli altri si rivolgono invece anche ai meno abbienti e infatti i classicisti scrivono in una lingua antica mentre i romantici usano una lingua popolare. I classicisti non sono inoltre favorevoli all'uso del dialetto mentre i romantici so aprono anche all'uso di termini dialettali. Mentre dell'Ancien Régime gli intellettuali erano cortigiani (asserviti,al servizio, dei signori per cui lavoravano ovvero nobili o Chiesa) ed erano condizionati in quello che scrivevano, gli intellettuali romantici non sono cortigiani ma per lo più borghesi che per professione fanno gli intellettuali: scrivono le loro opere per metterle sul mercato e venderle. Poiché non riescono a guadagnare tanto dalla vendita delle loro opere, molti sono costretti ad una doppia professione e sono pochi coloro che (ricchi di famiglia) non necessitano di lavorare e possono dedicarsi completamente alla letteratura come Manzoni. Nell'800 si scrivono varie riviste letterarie: la Biblioteca Italiana (filo-austriaca, filo dal greco "amico"), il Conciliatore, il Politecnico (con direttrice Carlo Cattaneo) e il Crepuscolo. Queste sono tutte riviste milanesi mentre è fiorentina la rivista “Antologia”. Tali riviste non ebbero però molti abbonati. In particolare il Conciliatore aveva come direttore Silvio Pellico e vi collaborarono Berchet e Visconti. Come indica il nome la rivista voleva conciliare le idee classiciste con quelle romantiche ma anche tra scienza e religione. Ebbe però una breve durata (quasi 1 anno) perché gli austriaci tenevano sotto controllo la cultura e la rivista fu censurata e Silvio Pellico fu catturato (anche perché era anti-austriaco) e fu messo in prigione dove morì. Scrisse un quaderno dove raccontava la terribile esperienza nella tremenda prigione dello Spielberg. L'opera fu intitolata "Le mie prigioni" e riferì la crudeltà degli austriaci e quanto terribile periodo di prigionia. Anche i romantici si pongono la questione della lingua (quale tra i tanti volgari italiani si dovesse usare in letteratura) e uno degli scrittori che cerca di risolvere tale problema è Alessandro Manzoni. Egli si pone tale problema quando scrive I promessi sposi, opera che tormenta molto l'autore e l'opera ha quindi una "lunga gestazione" tanto che scrive ben 4 edizioni, con revisioni del contenuto e della lingua. Se nelle stesure iniziali aveva scelto una lingua con frequenti ricorsi ai lombardismi (la sua lingua), non convinto di tali scelte inizia a riflettere sulla questione della lingua e quindi viaggi in Toscana e resta incantato dalla lingua che in Toscana parlano i nobili: il suo romanzo va scritto in lingua toscana illustre, quella parlata dai nobili fiorentini delll'800. I generi letterari dell'età romantica sono: poesie, romanzi e novelle in versi. Molti poeti romantici si ergono a poeti profetici: nelle loro poesie si propongono come dei profeti che vogliono guidare il popolo ad imprese gloriose e quindi l'obiettivo è quello di proporsi al popolo come un profeta con lo scopo di smuovere le coscienze di un popolo dormiente: si è appiattito e non reagisce più per risolvere i problemi in Italia, tra cui soprattutto la dominazione straniera. I tipi di romanzi Adesso vediamo che tipi di romanzi vengono scritti nell'800. Partiamo dal romanzo gotico, genere che si afferma nei paesi Anglosassoni e quindi Inghilterra, Scozia e Irlanda. è caratterizzato dalla presenza dell'orrido e del soprannaturale. Si definisce gotico perché la vicenda narrata nei romanzi di questo tipo è ambientata nel Medioevo quando lo stile architettonico prende il gusto per il buio e per il tenebroso prende il nome di stile gotico. I protagonisti sono per lo più "maledetti" ovvero uomini poveri che perseguitano fanciulle pure ed indifese e gli ambienti sono castelli abitati da fantasmi e demoni. Perciò il romanzo viene anche definito romanzo nero o del terrore. Lo sfondo geografico che prevale è quello dell'Italia meridionale perché questo era considerato dagli anglosassoni la terra delle superstizioni, delle tradizioni, della stregoneria. Ricordiamo quindi “Il castello di Otranto" scritto da Walpole, "Frankenstein o il prometeo moderno" scritto da Mary Shelley. Altro romanzo è il romanzo fantastico che si afferma in Germania e viene considerato come fondatore di tale genere Hoffmann che scrive "l'uomo della sabbia". Il romanzo fantastico trova anche fortuna in America con Edgar Allan Poe. In America viene scritto Moby Dick da parte di Herman Melville. Altro romanzo diffuso nell'800 è quello storico, definito tale perché la vicenda narrata è frutto della fantasia dello scrittore (perciò è un romanzo) ed è storico perché lo scrittore cala la storia nata dalla sua penna in un'epoca storica ben precisa. Appartiene a questo genere il romanzo di Manzoni "I promessi sposi" perché la vicenda dei due popolani Renzo e Lucia che si vogliono sposare e incontrano un ostacolo è frutto della fantasia di Manzoni ma egli decide di calare la vicenda nel 1600 e quindi non ambienta la vicenda nell'800 (la sua epoca) ma lo fa 2 secoli prima perché nell'800 l'Italia settentrionale è sotto gli austriaci (non è quindi libera) e la loro è una pesante e repressiva dominazione. Gli intellettuali dell'800 non hanno libertà di pensiero e stampa perché gli austriaci censurano e quindi Manzoni sceglie di scrivere un romanzo storico e gli impone di calare la sua storia in un'epoca precisa e per non rischiare la censura austriaca nel suo tempo scelse di ambientare i fatti della sua opera proprio nei primi del 600, quando la situazione politica in Italia era la stessa dell'800 (dominatore straniero che opprimeva il popolo) ma c'erano gli spagnoli al posto degli austriaci. Gli scrittori che decidevano di cimentarsi nello scrivere un romanzo storico sapevano di dover affrontare un'impresa ardua perché dovevano documentarsi e perciò Manzoni farà uno studio attento e meticoloso della situazione politica italiana nel 600 e diventa quindi uno studioso così accanito da muoversi come uno storico e ciò lo porta a frequentare le biblioteche e prendere tutti i volumi e testi che possano dargli un quadro preciso di come si viveva nel 600 in Italia, anche dal punto di vista sociale, economico e giudiziario per rendere la vicenda realisticamente calata nel 600. Tanto che si dice che il vero protagonista del romanzo sia proprio il secolo in sè (il 600). Il romanzo storico è perciò misto di storia e fantasia ed è un romanzo realista: si ispira al reale, al vero. Tale genere avrà fortuna all'inizio dell'800 e il primo a scrivere questo tipo di romanzo è un certo Walter Scott che scrive "Ivanhoe" e Manzoni segue proprio il modello dell'opera di questo grande scrittore scozzese. Poi però questo tipo di romanzo inizia a non avere più un grande successo e il primo a ricredersi su questo genere fu lo stesso Manzoni che aveva dedicato più di 20 anni a questo tipo di romanzo con I promessi sposi e sostiene che sia ibrido e ciò non va bene perché dovrebbe essere solo storico o di fantasia. Un altro genere di romanzo è il romanzo sociale che si afferma in Inghilterra dove Charles Dickinson scrive "Oliver Twist" o "David Copperfield". Tra i romanzi realisti veri e propri (non quelli storici) ricordiamo "I miserabili" di Victor Hugo e "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas. I romanzi realisti hanno un narratore onnisciente ("scio" dal latino “io so") che sà tutto di quello che racconta.