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Manzoni

17/9/2022

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Mantoni
nasce a Milano nel 1785 da Giulia Beccaria, figlia dell'illuminista Cesare Beccaria. I primi
anni di collegio lasciano in lui un ric

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Mantoni nasce a Milano nel 1785 da Giulia Beccaria, figlia dell'illuminista Cesare Beccaria. I primi anni di collegio lasciano in lui un ricordo del tutto negativo ma lo avviano alla conoscenza di autori moderni come Alfieri e Parini e alla lettura dei pensatori francesi illuministi: la discendenza da Beccaria e l'ambiente milanese pongono sicuramente delle solide basi per il pensiero di Manzoni che, come vedremo fra poco, recepisce molti elementi dalla cultura illuminista rielaborandoli poi secondo la sua personale visione del mondo. 1805---> Alessandro Manzoni si trasferisce a Parigi dove la madre viveva con Carlo Imbonati, il nuovo compagno che morì però improvvisamente prima dell'arrivo del giovane in Francia. Questo evento luttuoso portò ad un forte legame fra Manzoni e sua madre che non si attenuò mai. 1808---> sposa,con rito calvinista, Enrichetta Blondel, che fu sua compagna anche nel graduale processo di conversione verso il giansenismo che avvenne dopo il "miracolo di San Rocco" quando Manzoni, durante la festa patronale, si perse nella grande calca parigina e, preso dal panico, invocò Dio perché riuscisse a ritrovare sua moglie e la strada di casa. La conversione religiosa di Alessandro Manzoni coincide con un distacco definitivo dalla poesia classicheggiante e neoclassica: compone gli Inni Sacri e le prime tragedie, fra cui spicca il Conte di Carmagnola. A Parigi nel 1819...

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Susanna, utente iOS

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Didascalia alternativa:

frequenta lo storico francese J. Thierry da cui trarrà l'idea, fondamentale per la sua produzione artistica, dell'esigenza di una storiografia che nella sua indagine sia attenta alle masse e non solo ai governi o ai regnanti. 1820 --->Manzoni è a Milano e comincia per lui un periodo appartato ma assolutamente creativo. Comincia in questi anni la stesura della prima versione del suo romanzo storico d'eccellenza (I Promessi Sposi) che viene pubblicato in una prima edizione del 1821-1823 con il titolo di Fermo e Lucia. Gli anni seguenti vedono Alessandro Manzoni impegnato in una profonda riflessione sulla storiografia e sulla lingua italiana, argomento con cui si esprime il suo impegno nel processo risorgimentale: se è vero che fatta l'Italia bisognava fare gli italiani la questione della lingua diventava secondo Manzoni un tassello fondamentale per la costruzione di questa identità. Ricordiamo che in Italia solo la lingua letteraria ha uno statuto ormai riconosciuto sul piano nazionale, si usa cioè il fiorentino come lingua ufficiale scritta, ma il resto del popolo oltre a parlare esclusivamente dialetto è anche analfabeta e il fiorentino pone la popolazione davanti alla stessa difficoltà che si avrebbe davanti una lingua straniera. Alessandro Manzoni, che dal 1861 è senatore del neonato regno d'Italia, in linea con le idee romantiche che sposò nel corso della sua vita, predilesse una lingua fiorentina ma semplice: non il fiorentino aulico e pomposo degli scritti letterari ma una lingua schietta, popolare, che accogliesse anche i termini più pratici e comprensibili delle parlate locali (oltre il fiorentino di base quindi) e i termini stranieri circolanti all'epoca. La morte di Manzoni avvenne a Milano nel 1873 e fu occasione di solenni cerimonie che ispirarono anche una Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. ● Eredità dell'Illuminismo: la formazione illuminista è alla base del pensiero di Manzoni. Il suo metodo nell'affrontare questioni letterarie e politiche è razionale e analitico. Critica i pregiudizi e le superstizioni ma, a differenza degli illuministi, Manzoni è segnato da una profonda disillusione verso la Storia. La sua religiosità lo porta a vedere l'uomo incapace di cavarsela con i propri mezzi, l'uomo un essere imperfetto e perennemente corrotto che non ha modo di risollevare il processo storico verso una nuova età dell'oro.<<Non sempre ciò che viene dopo è progresso»> L'interesse per la Storia: nonostante questa visione pessimistica l'interesse e la passione per la storia (argomenti che lo mettono in contatto sia con l'Illuminismo che con il Romanticismo) sono un punto fondamentale nel lavoro di Manzoni. Il fatto che la storia non sia un processo evolutivo verso un crescendo positivo non implica che l'indagine storiografica non sia istruttiva, appassionante e da rivalutare. Non lo interessano i governi o le guerre disputate fra i capi di Stato, poiché nutre una forte attenzione verso le masse e la loro sofferenza perdurante nei secoli. Il romanticismo in Manzoni: in Italia il Romanticismo aveva tralasciato le tematiche più irrazionali e sconvolgenti che questo movimento aveva avuto nel resto d'Europa. Manzoni accoglie lo stesso tipo di Romanticismo e cioè rifiuta le idee di assoluto, di irrazionalità e di sentimentalismo prediligendo l'interesse verso il popolo e le credenze popolari, rifiutando la rigidità del classicismo per una letteratura "vera" (non servono modelli di perfezione ma una schietta rappresentazione del reale) e spontanea. La stesura de I Promessi Sposi, grande romanzo storico e capolavoro di Manzoni, si dispiega attraverso due decenni e tre diverse redazioni che porteranno alla finale edizione degli anni quaranta dell'Ottocento. Si passa da una versione provvisoria e da una veste linguistica lombarda, quella del Fermo e Lucia del 1821, all'edizione rivista e completa, linguisticamente coerente con le idee di Manzoni sulla questione della lingua, del 1841 con il titolo di Promessi Sposi. Dalla trama de I Promessi Sposi emergono chiaramente le idee di Alessandro Manzoni: • protagonisti sono popolani, umili, travolti da avvenimenti storici a loro estranei. Lotte di potere, epidemia di peste, rivolte cittadine mettono i protagonisti a dura prova. Il lieto fine è affidato alla Divina Provvidenza: la peste uccide gli antagonisti e fa ricongiungere gli innamorati. La conversione per manzoni fu importante, lo notiamo nelle osservazioni sulla morale cattolica 1819 in cui traspare la sua assoluta fiducia nella religione come fonte di tutto ciò che è buono e vero è. di riferimento per ogni tipo di scelta. L'adozione di una prospettiva cristiana Induce manzoni ad un atteggiamento anticlassico per lui i romani non erano dei modelli di virtù e poi è erano un popolo violento e feroce animato dalla superbia e disprezzo per il resto del genere umano. Per conto nasce in lui un interesse per il medio evo cristiano visto come la vera matrice della civiltà moderna. Dacia Scaturisce anche il rifiuto Nel celebrare solo i grandi eventi Invece lui ha un interesse per i vinti, le masse comunemente ignorate. Manzoni inoltre rifiuta II formalismo retorico ovvero l'utilizzo di termini ed un linguaggio aulico Infatti nei promessi sposi scrive anche cose più semplici Perché fa parlare il popolo (stile adeguato) Per lui le opere dovevano avere tre caratteristiche dovevano essere utili,vere ed interessanti.