Il Verismo italiano: una risposta nazionale
Il Verismo nasce negli anni '70 dell'800 come risposta italiana al Naturalismo francese, ma con caratteristiche uniche. Mentre i francesi guardavano alle periferie industriali di Parigi, i veristi italiani si concentravano sul Meridione rurale, dove l'arretratezza sociale era più evidente.
Giovanni Verga è il massimo rappresentante del movimento con il suo ciclo dei Vinti. La sua visione è più pessimistica di quella francese: non crede che la letteratura possa migliorare la società, ma può solo denunciarne i mali. Luigi Capuana, invece, è stato il teorico del movimento e ha ridimensionato l'aspetto puramente scientifico del Naturalismo.
Le tecniche narrative del Verismo includono l'eclissi dell'autore (l'opera deve sembrare "fatta da sé"), l'uso di diversi registri linguistici secondo il livello culturale dei personaggi, e il ricorso al discorso indiretto libero per far emergere pensieri e sentimenti.
La differenza fondamentale tra i due movimenti? I naturalisti francesi credevano nella funzione sociale della letteratura e nel progresso, mentre i veristi italiani avevano una visione statica e pessimistica della realtà meridionale.
Punto chiave: Il Verismo non è una semplice imitazione del Naturalismo, ma un movimento originale che riflette le specifiche condizioni sociali dell'Italia post-unitaria.