La letteratura scapigliatura nel nord Italia rappresentò un importante movimento culturale e letterario che si sviluppò principalmente a Milano tra il 1860 e il 1880. Questo fenomeno artistico emerse in un periodo di profondi cambiamenti sociali e culturali, caratterizzato dal contesto storico post-unitario italiano.
Gli scapigliati erano un gruppo di giovani intellettuali che si opponevano alla cultura tradizionale e borghese del loro tempo. Erano fortemente influenzati dalla letteratura romantica europea, in particolare quella francese e tedesca. Le loro opere erano caratterizzate da temi come il dualismo tra ideale e reale, la fascinazione per il macabro e il soprannaturale, e una forte critica sociale. In questo periodo, l'Italia affrontava numerose sfide, tra cui la questione meridionale e analfabetismo, che divennero temi centrali nella letteratura dell'epoca. Gli scrittori scapigliati denunciavano le contraddizioni della società moderna e industrializzata, esprimendo il loro disagio attraverso uno stile provocatorio e anticonformista.
Il movimento ebbe un impatto significativo sulla cultura italiana, introducendo nuove forme espressive e tematiche innovative. Tra i principali esponenti troviamo Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti e Carlo Dossi, che attraverso le loro opere hanno contribuito a modernizzare la letteratura italiana. La scapigliatura ha rappresentato un ponte tra il romanticismo e il verismo, influenzando profondamente lo sviluppo della letteratura italiana successiva. Il loro contributo è stato fondamentale nel rinnovamento culturale dell'Italia post-unitaria, nonostante la breve durata del movimento. La loro eredità si riflette ancora oggi nella letteratura contemporanea, dimostrando come la loro ribellione artistica abbia aperto la strada a nuove forme di espressione letteraria.