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Ugo Foscolo

3/11/2022

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Neoclassicismo e preromanticismo
con la rivoluzione francese e quella industriale si crea una nuova sensibilità
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Neoclassicismo e preromanticismo con la rivoluzione francese e quella industriale si crea una nuova sensibilità culturale e soprattutto grazie alle scoperte di Pompei ed Ercolano si rinnova Pinteresse per il mondo classico, le cui opere sono viste come esempi di bellezza ideale, in quanto trasfigurazione della realtà in forme armoniche e composte che acquietano le passioni umane. Per questo motivo l'antico viene concepito come una sorta di paradiso perduto, e città come Atene, sparta e Roma vengono proposte dalla Rivoluzione francese come modello di libertà repubblicana e come manifestazioni storiche di quegli ideali civili e retoricò che Si vuole far rivivere nel presente. Per Foscolo il mondo classico è un'attrice ideale, da vagheggiare e ricreare contro le barbarie del presente. oltre al Neoclassicismo, si possono individuare già alcune caratteristiche che segneranno poi la corrente del Romanticismo: l'esaltazione della dimensione passionale e soggettiva, del primitivo, dell'esotico, del barbarico e la preferenza di atmosfere lugubri e selvagge. ES: Rousseau, nel romanzo epistolare "Giulia, o la nuova Eloisa» (1761) contrapponeva l'artificio dità delle convenzioni sociali alla spontaneità dell'amore; Macpherson nei "canti di ossian" (1761) rievoca un suggestivo passato barbarico mescolando canti della tradizione popolare con altri da lui inventati. Ugo Foscolo -Chiave di lettura FOSCOlo vive al confine di due epoche, 700 e '800, i cui ideali si oppongono quasi completamente: se nel '700 prevalgono classicismo, razionalismo...

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Didascalia alternativa:

illuministico e materialismo, 800 è invece caratterizzato dalla crisi della ragione e al prevalere dei sentimenti e delle passioni, e anche dall'affermarsi della soggettività (in conflitto con la realtà oggettiva) e dal fascino della morte. Importante nella poetica di Foscolo è il tema dell'esilio, inteso come una sorta di sradicamento conseguente alla delusione degli ideali della Rivoluzione Francese e al dominio Napoleonico in Italia. Se Foscolo viene colto da un pessimismo che lo porta a vagheggiare la morte come unica via di scampo e di quiete, lui continua comunque a lottare contro il nichilismo e cerca di trovare soluzioni positive. Per questo egli arriva a pensare che per superare l'idea paralizzante del "nulla eterno" è necessario illudersi che i sia qualcosa ancora dopo la morte, ma solo nel ricordo degli altri. A dare tale illusione è la sepoltura lacrimata. Ed ne La memoria storica dei grandi del passato spinge a compiere nel presente imprese gloriose. Inoltre la bellezza è l'arte hanno il compito di rasserenare l'animo e di purificarlo dalle passioni feroci Civilizzarlo Lingua letteraria della traduzione, ardua ed elitaria. -la vita NICCOLÒ FOSCOlO (1778-1871) Padre italiano, madre greca Nasce a zante (isole Ionie appartenenti alla Rapubblica veneta) -> profondamente legato alla civiltà classica tanto che si sente il suo ideale erede. Trascorre l'infanzia nel paesaggio selvatico mediterraneo, in seguito fonte di nostalgia. 1788 morte del padre (dottore italiano) 1793 A 15 anni raggiunge la madre a venezia dove studia i classici greci, latini e italiani. Frequenta numerose donne di cui spesso scrive. si unisce alle idee della Rivoluzione francese (posizioni libertarie ed egualitarie) e al neoclassicismo (scrive l'ode “A Bonaparte liberatore") A seguito del trattato di campoformio, con cui Napoleone cedeva venezia all'Austria in cambio del Belgio di Milano, FOSCOlo Fugge proprio a Milano profondamente deluso. Qui conosce e frequenta i letterati più in vista, come Parini e Monti, e si arruola nell'esercito repubblicano. 1801 muove il fratello Giovanni. Si trasferisce poi a Bologna, dove collabora con diversi giornali e riviste e dove inizia la stesura delle "Ultime lettere di Jacopo ortis". Il suo essere Estremista libertario e spesso critico nei confronti di Napoleone fa si che i suoi rapporti con il governo filo francese della repubblica cisalpina siano sempre problematici; tuttavia collabora con il ministero della guerra e opera all'interno del sistema napoleonico poiché ha la consapevolezza che tale governo sia solo un punto obbligato per la creazione di un'Italia moderna e unita. Questo è un periodo contrassegnato da lutti familiari, grandi passioni amorose e un'intensa produzione letteraria che gli valse la nomina a professore di eloquenza italiana e Latina all'università di Pavia. La sua tragedia "Aiace" viene proibita dalla censura per sospette allusioni anti-napoleoniche, e FOSCOLO viene invitato a lasciare Milano. 1807 "Dei sepolcri" 1812-1813 Vive un periodo sereno a Firenze dove compone, nella villa a Bellosguardo, gran parte delle "Grazie". 1813 riprende servizio nell'esercito, nel tentativo di salvare l'indipendenza del Regno d'Italia. Gli austriaci tentano di coinvolgerlo nella politica culturale del nuovo stato, ma dopo molte esitazioni Foscolo sceglie l'esilio e nel 1815 lascia spontaneamente l'Italia. Dopo un anno trascorso in svizzera, si trasferisce definitivamente a Londra, dove viene accolto con ammirazione dagli intellettuali inglesi. Qui pubblica l'edizione definitiva dell' “ortis" e riprende a lavorare alle "Grazie» e alla traduzione dell'Iliade. Per via del peggiorarsi delle sue difficoltà economiche, dovute ad una vita dispendiosa, cerca collaborazioni con riviste inglesi e pubblica articoli e sag sulla letteratura italiana del assato e contemporanea (prende posizione contro la nuova scuola romantica). Per via dei numerosi debiti con vari creditori cerca rifugio nei quartieri più degradati, dove muore nel 1827. Nel 1871 le sue ossa vengono traslate a Firenze, nella chiesa di santa croce, fra le tombe dei grandi da lui cantare nei "sepolcri>> -La cultura e le idee IN FOSCOLO convergono tradizione classica, illuminismo e preromanticismo. La sua formazione letteraria giovanile di gusto arcadico, viene arricchita man mano dalle nuove conoscenze dei classici greci, latini e italiani (Dante e Petrarca). I suoi modelli sono anche parini e Alfieri, a lui contemporanei, e subisce le suggestioni del werther di Goethe e del sentimentalismo di Rousseau, dal quale riprese il culto della natura come fonte di tutto ciò che è autentico e positivo e il culto della passionalità intensa. Inoltre il filosofo francese gli suggerisce concezioni democratiche ed egualitarie e la visione della società moderna come la corruzione della naturale bontà dell'uomo. Tale visione della società muta man mano, passando da quella rousseauiana a quella più pessimistica di Machiavelli e Hobbes: la società è una guerra di tutti contro tutti, dove a prevalere è la legge del più forte, poiché l'uomo è originariamente malvagio e in perenne conflitto con gli altri uomini per imporre su di essi il proprio dominio. Altra concezione pessimistica è il materialismo, componente filosofica in primis di Epicuro e Lucrezio e poi anche della corrente illuministica del settecento. secondo tale corrente filosofica, tutto il reale è un perpetuo moto di aggregazione e disgregazione di elementi materiali (tutta la realtà è materia). La morte è l'annullamento totale dell'individuo: tale corrente nega quindi il trascendentale e la sopravvivenza dell'anima dopo la morte. ciò però può generare indifferenza, fatalismo, passività, e per questo Foscolo è spinto dalla sua visione eroica e attiva della vita a cercare delle alternative per ritrovare la dimensione ideale dell'esistenza. Importanti sono poi la letteratura e le arti, che, attraverso la bellezza, hanno il ruolo di depurare l'animo dell'uomo dalle passioni feroci e primitive, rendendolo più umano e soprattutto grazie anche alla compassione per i deboli ei Sofferenti. Oltre a tale funzione civilizzatrice, svolgono anche quella civile di tramandare le memorie, in cui consiste l'anima di un popolo. Ed è qui che si collega in Italia anche questa funzione patriottica, necessaria per trasformare un popolo diviso e arretrato in una nazione civile e moderna. Il genere "Le ultime lettere di Jacopo Ortic" Si tratta di un'opera giovanile, che però viene ripresa più volte a distanza di parecchi anni. Itemi principali 1798 Bologna, prima redazione interrotta per via della partecipazione dell'autore alla guerra contro gli Austro-RUSSi. Viene conclusa da un certo Angelo sassoli per far si che lo stampatore potessero vendere il libro; 1802 P'opera fu ripresa e modificata profondamente da FOSCOLO; 1816-'17 il romanzo fu modificato con delle aggiunte e dei ritocchi e pubblicato prima a zurigo e poi a Londra. È un romanzo epistolare, ovvero formato da una serie di leggere che il protagonista scrive all'amico Lorenzo Alderani, con rari interventi dell'amico Stesso (narratore esterno). per la stesura dell'opera, Foscolo si ispira a "I dolori del giovane werther” di Goethe (1774) sia per quanto riguarda il nodo fondamentale dell'intreccio (= un giovane si suicida per amore di una donna già destinata come sposa ad un altro), sia per il nucleo tematico (= la figura di un giovane intellettuale in conflitto con un contesto sociale in cui non può inserirsi). Tale situazione di conflitto tra intellettuale e società viene presentata da Goethe in maniera del tutto innovativa attraverso una vicenda provata e psicologica, nell'impossibilità da parte del giovane protagonista di avere una relazione con la donna amata per poteria poi sposare (matrimonio = segno della completa maturazione del giovane e del suo inserimento nella società). La narrazione IL WERTHER E L'ORTIS A CONFRONTO I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER Ambientazione Antefatto Intreccio Rapporto intellettuale-società Amore e morte Romanzo epistolare: la narrazione è svolta attraverso lettere del prota- ►gonista, con rari interventi di un narratore esterno (l'editore fittizio delle lettere) La Germania dell'assolutismo preri- voluzionario, dominata dall'aristo- crazia e da una borghesia reazionaria Il protagonista si rifugia in campa- gna in seguito a una dolorosa vi- cenda sentimentale ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS Werther non può identificarsi né con l'aristocrazia, che lo respinge in quanto borghese, né con la borghe- sia, perché i suoi valori di artista si scontrano con il freddo pragmatismo che caratterizza questa classe sociale Il suicidio per un amore impossibile è il modo in cui si manifesta l'im- possibilità da parte del protagoni- sta di inserirsi nel contesto della società L'Italia napoleonica, con i suoi tu- multuosi rivolgimenti ed il delinear- si del nuovo regime oppressivo del "tiranno" straniero Un giovane che si suicida per amore di una donna già destinata come sposa ad un altro In seguito al Trattato di Campofor- mio, il protagonista si rifugia sui colli Euganei per sfuggire alle per- secuzioni contro i patrioti giacobini Il dramma di Jacopo è politico piut- tosto che sociale: egli avverte la mancanza di una patria entro cui in- serirsi dopo il fallimento storico dei sogni patriottici e rivoluzionari L'amore è una forza positiva, è l'e- strema illusione che trattiene il protagonista dal suicidio dopo la delusione storica: svanita anche questa illusione, Jacopo si uccide se però il dramma di werther è incentrato sull'impossibilità di identificarsi né con l'aristocrazia (poiché è borghese), con la borghesia (poiché, in quanto artista, la sua maggiore sensibilità e passionalità sono in contrasto con la razionalità e l'ordine del mondo borghese), quello di Jacopo è politico piuttosto che sociale: egli avverte una mancanza di una patria entro cui inserirsi dopo il fallimento Storico dei sogni patriottici e rivoluzionari. Bisogna infatti tener conto che werther viene scritto prima della Rivoluzione, mentre l'ortis dopo. La disperazione di werther nasce dall'impossibilità del realizzarsi della speranza di vedere un mondo diverso, quella di Jacopo è la conseguenza della delusione rivoluzionaria, del tradimento di tutte le sue speranze patriottiche e democratiche. A differenza delle opere a cui Foscolo si ispira, qui vi è la quasi totale assenza di un interesse narrativo, sostituito da quello lirico/saggistico/oratorio: I "ortis" non è un racconto, ma una sorta di lungo monologo del protagonista, ricco di pathos, meditazioni filosofiche e politiche, appassionate orazioni. ovviamente ciò si riflette sullo stile: la prosa è aulica, tendente al sublime; la sintassi complessa è basata sul modello classico; ad avere spesso il sopravvento è l'enfasi retorica. Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo Jacopo è un giovane patriota che, dopo la cessione di Venezia all'Austria col Trattato di Campoformio, si rifugia sui colli Euganei per sfuggire alle perse- cuzioni. Qui s'innamora di Teresa, ma il suo è un amore impossibile, perché la giovane è già promessa ad Odoardo, che è l'esatta antitesi di Jacopo, uomo gretto e prosaico, freddo e razionale, tanto quanto l'eroe è impetuoso e appassionato. La disperazione amorosa e politica spinge Jacopo ad un pellegrinag- gio per l'Italia (a Firenze, dove visita le tombe di San- ta Croce, a Milano, dove ha un incontro col Parini, ai confini con la Francia, a Ventimiglia, dove medita sulla storia come trionfo perpetuo della natura feri- na dell'uomo). La notizia del matrimonio di Teresa lo riporta nel Veneto: rivede ancora una volta la fan- ciulla amata, si reca a visitare la madre, poi si uccide. Testi 12 novembre/25 maggio È impossibile superare l'ostacolo che spinge alla disperazione nichilistica, ma esso può essere aggirato dall'illusione della sepoltura lacrimata, che consente la sopravvivenza dopo la morte attraverso la memoria dei propri cari ancora in vita. La terra inoltre accoglie l'esule come un "grembo materno", un approdo Sicuro e confortante. FOSCOlo contrappone l'illusione della sopravvivenza al materialismo settecentesco per esprimere l'insoddisfazione nei confronti di quest'ultimo: l'idea della morte come annullamento (e quindi la consapevolezza della precarietà dell'esistenza umana) genera nell' uomo un senso di inquietudine e smarrimento, sentimenti che devono esser placati con altre certezze (= illusioni). 15 maggio L'amore si oppone al tema negativo della morte, in quanto viene teorizzato dall'eroe come forza positiva, un impulso alla vita, da cui scaturiscono la bellezza e l'arte, il rispetto reciproco, la pietà fra gli uomini. Illusioni della tomba lacrimata, dell'amore, della bellezza, dell'arte si compendiano nella civiltà classica e nei suoi miti Il mondo classico viene idealizzato come un paradiso di serenità, gioia e armonia grazie proprio all'abilità degli antichi di crearsi delle illusioni, alle quali FOSCOLO contrappone il razionalismo moderno. Quest'ultimo ha due conseguenze negative: la realtà, priva delle illusioni, ci appare in tutta la sua crudezza; percepire il dolore che domina la vita umana genera un atteggiamento di rassegnazione e di inerzia nei confronti della realtà. solo le illusioni possono strappare all'inerzia e a spingere all'azione. Le illusioni sono l'unico modo per avere un rapporto attivo con la realtà, e non un mezzo per evadere da essa. Le grazie opera dedicata allo scultore Antonio canova, che in quegli anni stava lavorando al gruppo marmoreo delle Grazie. 1803 Alcuni frammenti del suo poema, compaiono già nel commento filologico alla traduzione Latina di catullo della "chioma di Berenice» di callimaco, anche se FOSCOLO Finge che essi siano tratti dalla propria traduzione di un inno alle Grazie di un antico poeta greco. 1809 in una lettera a Monti annuncia il progetto di un inno alle Grazie. 1812-13, Bellosguardo, Firenze. Foscolo inizia a lavorare al progetto, senza mai concluderio definitivamente (l'opera è incompiuta). 1822, Londra. Nella "Dissertazione di un antico inno alle Grazie" compaiono alcuni brani de "Le Grazie» e disegno dell'opera: dal progetto originario di un unico inno si passa a quello di tre inno dedicati rispettivamente a: venere, dea "della bella natura" vesta "custode del fuoco eterno che anima i cuori gentili" Pallade "dea delle arti consolatrici della vita e maestra degli ingegni"> Le grazie sono dee intermedie tra il cielo e la terra con il compito di suscitare negli uomini, attraverso la bellezza, i sentimenti più puri ed elevati, contrastando e superando la feroce bestialità originaria per condurio alla Civiltà. I inno-> nascita di venere e delle Grazie dal mar Ionio, grazie alla quale gli uomini subiscono per la prima volta l'incanto della bellezza e l'armonia dell'universo, abbandonando lo stato bestiale. II inno-> rito in onore delle Grazie svolto a Bellosguardo da tre donne gentili che rappresentano rispettivamente la musica, la poesia, la danza. III inno-> Pallade cerca rifugio nella mitica Isola di Atlantide quando gli uomini scatenano la guerra. Qui Pallade fa tessere un velo (su cui sono effigiati i sentimenti più miti ed elevati) che possa proteggere le Grazie dalle passioni feroci degli uomini, in modo tale che possano tornare tra essi a svolgere la loro funzione civilizzatrice. passaggio delle Grazie dalla patria della prima forma di civiltà, ovvero la Grecia, all'Italia, che raccoglie l'eredità della cultura classica. + passaggio metafisico che rappresenta "il potere delle arti sulle passioni umane". La poesia deve essere in grado di evocare immagini vivide, plastiche e colorite, come se fosse un dipinto (Riferimento al gruppo scultoreo di canova). oltre a questo ideale di poesia civilizzatrice, vi è anche quello di poesia civile: la Situazione storica dell'Italia napoleonica è convulsa e conflittuale. Tendenze romantiche: espressione della delusione storica, dei traumi, del conflitto tra il soggetto e la realtà esterna e interna al soggetto stesso. Tendenze neoclassiche: tentativo di opporre al "reo tempo" un mondo di equilibrio, armonia e bellezza. Testi 1. proemio FOSCOlo invoca le Grazie perché ispirino i versi che devono cantare la loro bellezza ("a voi chieggio l'arcana/armoniosa melodia pittrice/della vostra beltà" VV.4-6) Invita lo scultore canova a partecipare al rito in onore delle Grazie sui poggi di Bellosguardo. la bellezza ha una funzione rasserenatrice e catartica -> purifica la disumanità barbarica della storia; la bellezza, l'armonia segreta del cosmo, di cui sono simbolo le Grazie, è racchiusa nella poesia: il verso poetico racchiude in se le prerogative della musica e della pittura ("l'arcana/armoniosa melodia pittrice"); richiamo al Neoclassicismo: Idoleggiamento dell'antico come mondo di suprema perfezione ed armonia; richiamo al Neoclassicismo: canova sta scolpendo un gruppo marmoreo delle Grazie. Il mondo classico non è un paradiso perduto: la bellezza antica può rinascere anche nel presente (distacco dalla nostalgia per l'antico dei romantici). 2. La nascita delle Grazie Inizialmente non esistevano le Grazie, e venere (dea dell'amore universale) era solo una forza primordiale che dava vita a tutti gli esseri. La dea emerse dai flutti con le Grazie solo per clemenza verso gli uomini, ormai travagliati dalle loro passioni ferine conflitti e Odi. Gr Le Grazie, che simboleggiano la bellezza e l'armonia, hanno il compito di rasserenare gli animi degli uomini per indurlo a sentimento più miti, che garantiscano il pacifico sviluppo della civiltà. Infatti non appena venere e le mettono piede sull'isola di citera, alla dei cipressi spunta una Violetta, simbolo della modestia e di umiltà, virtù opposte alla superbia feroce degli uomini. Inoltre le rose rosse divengono candide alludono al senso del pudore, che per FOSCOlO deve associarsi alla bellezza, che appunto deve essere velata dalla pudicizia (le Grazie sono simbolo dell'amore nobile ed elevato, non di quello sensuale). Altro esempio di pudicizia è il gesto della Grazia che ricopre le membra di venere del peplo, per impedire agli uomini di guardare la dea con sguardo erotico e impuro. L'arrivo delle dee introduce era gli uomini i riti religiosi, segni dell'uscita dell'umanità dallo stato ferino e del suo incivilimento. Le immagini neoclassiche che FOSCOlo ci trasmette attraverso i suoi versi sono nitide e plastiche. Il lessico è classicheggiante, con termini antichi e latinismi ( "invide": "nunzio"; "desio"...) Sonetti 1. Alla sera anno di composizione: 1802-1803 In apertura della raccolta delle sue "Poesie" (1803) sonetto diviso in due parti, corrispondenti alle due quartine e alle due terzine: -Quartine: la sera viene colta in due momenti diversi, come l'imbrunire di una giornata estiva e quello in una fosca sera invernale. seppur diversi, questi due momenti suscitano lo stesso senso di inquietudine e di dolcezza. -terzine: è la parte più dinamica del sonetto, poiché rappresenta alcuni processi di trasformazione, ed è anche la parte in cui si colloca il suo nucleo centrale, ovvero il "nulla eterno". La morte è intesa come libertà dai conflitti e dalle sofferenze, quindi come annullamento totale. I processi di trasformazione sono tra elementi positivi che annullano quelli negativi: Il "reo tempo”(sia storico, in quanto epoca negativa, che personale, in quanto portatore di delusioni e sofferenze)"Fugge" in confronto al "nulla eterno", così come "lo spirto guerrier» (ovvero l'animo appassionato, insofferente alle costruzioni dell'età presente e in conflitto con esse) si placa (“dorme») dinanzi alla "pace della sera"(morte, intesa materialisticamente come annullamento totale). così come nell'ortis, in questo sonetto la soluzione al conflitto titanico tra Peroe generoso e appassionato e la realtà storica negativa, che genera sradicamento, infelicità, inquietudine, è la morte, intesa materialisticamente come annullamento totale. 2. In morte del fratello Giovanni Anno di composizione: 1802 il fratello Giovanni Dionigi si era ucciso per debiti di gioco all'età di vent'anni (8 dic 1801). Il sonetto è interamente giocato sull'opposizione del tema dell'esilio e della tomba: esilio: rappresenta una condizione di sradicamento e precarietà, sia esistenziale che storica -> FOSCOlo riprende il motivo dell'eroe infelice e sventurato a cui il momento storico negativo non consente di avere una patria, ne un contesto politico o sociale in cui inserirsi. Il poeta rappresenta tale situazione storica con l'immagine mitologica degli "avversi Numi" che perseguitano l'eroe: è un potere arcano, contro cui è vano lottare perché l'eroe dinanzi a lui viene necessariamente sconfitto. Tomba: Si identifica con l'immagine del nucleo familiare e soprattutto della madre. Il ricongiungimento con quest'ultima ce con la terra natale) è l'unica certezza confortante che può vincente l'inquietudine angosciosa. Eppure al contempo vi è la consapevolezza che tale ricongiungimento è impossibile. Prime tre strofe: Struttura chiusa, circolare. A: esilio (VV. 1-2) B: tomba del fratello (VV. 3-4) B: la madre (VV. 5-6) A: esilio (7-10) Il motivo del ricongiungimento col nucleo famigliare viene annullato strutturalmente (e metaforicamente) dal motivo negativo dell'esilio, posto all'inizio e alla fine della sequenza poetica. Nella terza strofa, l'unica alternativa possibile a questa sconfitta è il rifugio nella morte: non come avviene nel sonetto "Alla sera" (morte- annullamento totale), ma la morte diviene immagine positiva, come illusione di sopravvivenza nel momento in cui il morto è compianto dai vivi. Il ritorno, impossibile nella vita (= nella realtà), avviene nella morte (= nell'illusione di un legame con la vita). 3. A zacinto Anno di composizione: 1802-1803 Dedicato a zante, qui con il nome in greco antico. Il sonetto inizia con una negazione, come se il discorso poetico fosse la prosecuzione di un discorso precedente. Altro elemento innovativo è la rottura dello schema ritmico tradizionale: vi è un primo blocco sintattico di 11 versi, e un enunciato contenuto nell'ultima terzina, come se la sintassi così tortuosa, sia non solo stata modellata sull'andamento inquieto della passione soggettiva, ma anche come se volesse riprodurre l'errore di Foscolo e Ulisse, eroi contrapposti. POSSiamo leggere il sonetto secondo un doppio codice: codice classico: l'eroe classico, positivo, conclude felicemente le proprie peregrinazioni (Ulisse torna ad Itaca); codice romantico: l'eroe romantico, negativo, non può concludere felicemente le proprie peregrinazioni (Foscolo non ritornerà mai più a zante); Il tema di un errare senza approdo che si conclude solo con la morte in terre lontane e sconosciute è tipicamente romantico. L'eroe romantico, sentendosi sradicato da una società in cui non si riconosce, ama rappresentarsi miticamente come un esule, proprio perché la crisi del ceto intellettuale nella fase di passaggio dalla civiltà del passato a quella borghese ottocentesca rende impossibile l'identificazione con un dato sistema sociale e con i suoi valori: ciò provoca un senso di smarrimento e di incertezza. È quindi necessario trovare una sicurezza: da qui il tema del ritorno all'isola natia per esservi sepolto inteso come ritorno al grembo materno, alla beatitudine e alla sicurezza originaria. Relazione tra zacinto e venere: nomi collocati all'inizio di due versi (V. 3 e V. 5); entrambe emergono dalle stesse acque (Mar Ionio); venere implica l'idea di fecondità, zacinto (terra madre) evoca l'idea di maternità -> venere/zacinto/ madre divengono un'unica immagine, ovvero quella della Grande Madre. La terra madre è poi anche terra greca, quindi il paradiso perduto dell'infanzia è anche il paradiso perduto del mito e della poesia classici. Dato che zacinto è venere sorgono dalle acque, ad esser connessa con l'immagine materna è quella dell'acqua: l'acqua miticamente è datrice di vita-> Si identifica con l'immagine materna (assenza di vita, morte lontano dalla terra materna = privazione di acqua = “illacrimata sepoltura”). All'acqua allude tutto il Sistema delle rime: tutte le rime dei primi Otto versi compaiono come suoni che compongono le parole "onde" e "acque". Dei sepolcri Anno di composizione: settembre 1806- aprile 1807 Destinatario: Ippolito Pindemonte -l'argomento sono un carme in endecasillabi sciolti, Sotto forma di epistola indirizzata all'amico Ippolito Pindemonte, con il quale aveva avuto una discussione originata dall'editrice napoleonico di saint-Cloud (1804), con cui si imponevano le sepolture fuori dei confini delle città e si regolamentavano le iscrizioni sulle lapidi. Pindemonde (cristiano) sosteneva il valore della sepoltura, mentre FOSCOlO (materialista) credeva le tombe inutili poiché la morte coincideva con l'annullamento della vita. Nel carme però FOSCOlO, seppur inizialmente riprende le tesi materialistiche sulla morte, supera in parte l'idea della morte come "nulla eterno" e le contrappone Pillusione di una sopravvivenza dopo la morte, proprio grazie alla morte: la tomba, oltre a conservare il ricordo del defunto presso i vivi, è centro degli affetti familiari (garanzia della loro durata dopo la morte) e dei valori civili (conservando le tradizioni di un popolo e stimolando quest'ultimo a mantenersi fedele ad esse, tramandando la memoria dei grandi uomini e delle azioni eroiche Stimolando alla loro imitazione). Motivo politico: attraverso l'illusione Foscolo ripropone la possibilità dell'azione politica e di un riscatto dell'Italia. L'esaltazione della tradizione e dei grandi del passato è la risposta che Foscolo da ai problemi vivi nella coscienza collettiva in un momento cruciale e travagliato della società di della cultura italiane. -le caratteristiche del discorso poetico FOSCOlo precisa che il suo carme non appartiene a genere della poesia cimiteriale, ma a quello della poesia civile in quanto vuole animare l'emulazione politica degli italiani. Il carme è quindi meditazione filosofica e politica: tentativo di Foscolo è quello di offrire il contenuto del carme "non al sillogismo (ragionamento logico) dei lettori, ma alla fantasia e al cuore". partendo dalla tesi che le tombe sono segno di civiltà, Foscolo rievoca rievoca diversi tipi di civiltà nel corso della storia (mondo classico/ MediOEVO/Inghilterra/NUOVO Regno d'Italia...); dei grandi spingono a grandi imprese, Foscolo fa un inno a Firenze e alle tombe di santa croce; hanno la funzione di conservare si la memoria, ma non per sempre, attribuisce la medesima funzione anche alla poesia, che non essendo qualcosa di materiale, può conservare la memoria per sempre (es: mito della Fondazione e della fine di Troia, del poeta omero e del suo cantare gli eroi greci vincitori e gli eroi troiani sconfitti...). Nonostante la struttura del carme sia rigorosa e armonica, molti passaggi intermedi rimangono impliciti, così come quelli da un concetto all'altro, da una figurazione all'altra, avvengono in forma fortemente ellittica. Anche toni sono diversi: inizio segnato da continue interrogazioni, polemica veemente, pacata argomentazione, celebrazione appassionata dell'inno, grandiosità epoca è tragica della rievocazione del mondo mitico di Troia e della poesia di omero... La prospettiva spazio-temporale caria numerose volte: spazio ristretto (la tomba "all'ombra dei cipressi") o allargato ( terra e mare in cui la morte semina le "infinite ossa» degli uomini), aperti o chiusi, italiani o stranieri (Inghilterra/maratona)... Mondo terrestre-aldilà Età contemporanea-Medio EVO-mondo classico Il linguaggio è estremamente elevati ed aulico, basato sui modelli della poesia classicheggiante di parini e di Alfieri. -Analisi del testo FOSCOlo stesso ricostruisce lo schema del suo carme, dividendolo in quattro parti: prima parte (vv. 1-90): il valore affettivo delle tombe. Inizialmente FOSCOLO dice che le tombe hanno un valore non per i morti, ma per i vivi, poiché essendo la morte distruzione totale dell'individuo, è impossibile che il defunto poesia trarre conforto dalla tomba. Inoltre, la morte è un momento di un ciclo naturale di perpetua trasformazione della materia, e proprio questa continua trasformazione impedisce la sopravvivenza del ricordo, cancellato dallo scorrere del tempo. Questa tesi materialistica è sostenuta con rassegnazione come una verità amara e ineluttabile. se prima questa tesi aveva una fusione critica, liberatoria nei confronti della cultura autoritaria, adesso, avendo portato alla tirannide napoleonica, generano solo sfiducia, scetticismo, inerzia e passività. Il superamento del materialismo avviene attraverso l'illusione della sopravvivenza dopo la morte, che è uno stimolo alla partecipazione attiva alla storia (romanticismo). Ed è proprio la tomba a mantenere vivo il ricordo e a mantenere un rapporto affettivo con i famigliari e gli amici. es in negativo: la colpa di non attribuire il giusto valore al sepolcro, privando così il defunto del ricordo. È ciò che accade a parini, al quale la città natale non concede una degna sepoltura, nonostante sia un poeta di alta dignità civile. Ricollegandosi a quest'esempio, vi è il passaggio alla seconda parte del carme. Il ricordo che la tomba dovrebbe preservare ha sia un valore privato ma anche civile. La seconda parte (VV. 91-150): la funzione civile delle tombe. Oltre all'istituto della famiglia, della giustizia, della religione, anche le tombe sono segno di civiltà, e Foscolo riporta quattro esempi di tale funzione civile delle tombe. 1) Medio EVO (es negativo): viene condannato come età di barbarie, come la mancanza di igiene, la superstizione e la visione della vita tetra e macabra e della morte come qualcosa di ripugnante e spaventoso, e anche per l'uso cattolico di seppellire i morti nelle Chiese. 2) Civiltà classica (es positivo): Si ha della morte una visione serena, indice, per il poeta, di una visione ugualmente serena ed armonica della vita, e quindi di un altissimo livello di civiltà. La civiltà classica viene quindi vista come un paradiso di armonia, bellezza, serenità, gioia vitale. 3) Inghilterra (es positivo): i fiori che circondano le tombe antiche richiamano i giardini cimiteriali suburbani inglesi. La sepoltura in Inghilterra viene vista come un segno di pietà verso i propri cari e come la presenza di valori civili profondamente radicati che uniscono lo spirito del popolo intorno alle glorie e agli eroi nazionali: l'Inghilterra diviene così esempio di società permeata di virtù civili e di amor di patria, in cui è vivo in tutti il senso eroico ed il culto delle glorie nazionali. 4) Italia napoleonica (es negativo): in Italia le tombe sono solo la prova della corruzione e della voglia di arricchirsi dei ceti dirigenti, indegni della loro posizione, in quanto esse si riducono ad inutile sfoggio di lusso o a lugubri immagini di morte. come nell'ortis e nei sonetti, a questa società corrotta si contrappone la figura eroica del poeta stesso, eroe generoso ma inevitabilmente sconfitto dal "dei tempo", che auspica nella morte un approdo di pace. La timbra del poeta assume anche una funzione civile, in quanto propone un esempio di generosità, sentimenti appassionati e di un'attività intellettuale libera, non servile. Idealmente FOSCOlo si colloca a fianco della figura di parini: si preannuncia l'affiancarso la funzione della poesia La terza parte (VV. 151-212): il valore storico delle tombe. La timbra non è più solo il centro dei valori di un momento preciso della civiltà, ma è un messaggio che travalica la successione del tempo. Per questo vi è il passaggio dale tombe in generale a quelle dei grandi, il cui ricordo dura nei secoli. se nell'ortis le tombe di santa croce suscitano emozioni negative, in quanto ricordano il fallimento delle illusioni di gloria, nel romanzo "Dei sepolcri" le tombe dei grandi Stimolano all'azione attiva e rendono sacra ma terra che le accoglie. Infatti queste glorie del passato sono le uniche rimaste all'Italia, ma è proprio da esse che può nascere il riscatto. L'azione sul terreno politico è data quindi come possibile, anche se in futuro, proprio grazie al superamento delle delusioni rivoluzionarie giovanile attraverso le illusioni. Ed è così che la letteratura diviene stimolo civile e politico: Foscolo canta le tombe dei grandi uomini, che devono stimolare al l'agire eroico. Altra Figura esemplare citata nel romanzo è Alfieri, complementare a parini: se quest'ultimo è poeta civile, in quanto critica i costumi della sua società con il proposito di correggerli, Alfieri è poeta politico e profetico, in quanto il messaggio da lui lanciato è la profezia di un futuro riscatto politico della nazione. La quarta parte (VV. 213-295): la funzione della poesia. Le tombe hanno una funzione limitata nel tempo, in quanto, essendo oggetti materiali, sono sottoposte all'opera distruttrice della natura e del tempo. Per questo, il compito di perpetuare i valori della civiltà e di conservare in eterno il ricordo passa alla poesia, che appunto non è soggetta alle leggi materiali. Inoltre, in questo periodo ruolo tradizionale del poeta entra in crisi, soprattutto perché non si rivolge più, come in passato, prettamente ad un'élite aristocratica, né tantomeno si è formato ancora il nuovo pubblico, borghese e nazionale. Per questo motivo, il poeta si rivolge alle generazioni Future, dando alla poesia una funzione profetica. Per smuovere la coscienza nazionale e spingere all'azione generosa è necessario ricollegarsi al passato, proprio perché nella tradizione si posson trovare le radici della dignità nazionale di cui deve esser mantenuta viva la memoria. In questo senso è utile l'immagine di Troia, come esempio delle grandi civiltà che cadono in rovina r scompaiono per l'azione del tempo che tutto trasforma. omero Si ispira alle tombe dei padri di Troia, tramandando il ricordo di quella civiltà scomparsa. omero canta sia i greci vincitori che i troiani sconfitti, perpetuando il ricordo di coloro che son morti per la patria: è utile per Stimolare la coscienza non solo il ricordo delle azioni gloriose, ma anche quello degli sconfitti per destrare sentimenti più miti in opposizione agli istinti feroci propri della natura umana. Il poeta di questa sezione è quindi omero, nei cui versi raccoglie tutta la tradizione di un popolo in modo tale da Parla sopravvivere nel tempo.