A Silvia: analisi di un capolavoro
"A Silvia" è uno dei capolavori assoluti di Leopardi, che inaugura i Grandi Idilli. Silvia era probabilmente Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta giovanissima di tubercolosi.
La poesia si apre con un dialogo impossibile tra il poeta e la ragazza morta. Leopardi le chiede se ricorda il tempo della giovinezza, quando la bellezza splendeva nei suoi occhi "ridenti e fuggitivi".
Il contrasto temporale è centrale: il passato felice (la primavera della vita) si oppone al presente doloroso. Silvia cantava mentre lavorava, piena di speranze per il futuro, mentre Leopardi studiava sentendo la sua voce dalle finestre.
Linguaggio poetico: Parole come "limitare", "vago avvenir", "quiete stanze" creano quell'atmosfera indefinita che stimola l'immaginazione.
La natura traditrice emerge nella seconda parte: "O natura, o natura, / Perché non rendi poi / Quel che prometti allor?". Sia Silvia che il poeta hanno visto spezzate le loro speranze giovanili. Il finale è amaro: all'apparire del "vero", le illusioni crollano mostrando solo "fredda morte ed una tomba ignuda".