A Silvia - Prima Parte
Silvia non è solo una ragazza realmente esistita, ma diventa il simbolo universale della giovinezza tradita dal destino. In questa lirica del 1828, Leopardi crea uno dei suoi capolavori più emozionanti attraverso il ricordo di una giovane morta prematuramente.
La poesia si apre con una domanda diretta: "Silvia, rimembri ancora...?" Il poeta evoca la fanciulla quando era piena di vita, con i suoi occhi ridenti e fuggitivi e l'atteggiamento lieto e pensoso di chi si prepara ad affrontare il futuro. L'immagine di Silvia che canta mentre lavora riempie di gioia le stanze e le strade.
Era maggio, la stagione della speranza, e mentre lei si dedicava ai lavori femminili, Leopardi dai balconi del palazzo paterno ascoltava la sua voce e il suono del telaio. Il paesaggio che contemplava era sereno: cielo azzurro, strade assolate, orti verdi, mare e montagne in lontananza.
Tecnica poetica: Leopardi usa la vaghezza come strumento espressivo. Pochi dettagli concreti, molte sensazioni indefinite che stimolano l'immaginazione del lettore.
Il ricordo di quei momenti felici ora opprime il poeta con un sentimento "aspro e inconsolabile". Da qui nasce la famosa invettiva contro la natura: "O natura, o natura, perché non dai quello che prometti allora?"