La poetica del vago e dell'indefinito
Leopardi critica sia la poesia moderna, inaridita dal razionalismo, sia quella romantica, troppo spiritualista. La vera poesia deve mantenere il legame con i sensi e la natura, anche se solo nell'immaginazione.
Sviluppa la "poetica del vago e dell'indefinito": poiché l'uomo aspira a un piacere infinito, la poesia deve rispondere con un'espressività indeterminata. Usa vocaboli dal significato ampio, immagini che evocano vastità infinita (come nel famoso "E il naufragar m'è dolce in questo mare"), e frequenti enjambement.
Ricorrono i temi dell'attesa (Il sabato del villaggio) and el ricordo (A Silvia, Le ricordanze), capaci di offrire almeno un'illusione di piacere. I ricordi più potenti sono legati all'infanzia, quando l'immaginazione era più vivace.
Il parallelismo tra antichi e fanciulli è centrale: entrambi possiedono un'immaginazione serena grazie alla vicinanza alla natura. Agli uomini moderni resta solo una poesia filosofica, nata dalla consapevolezza della verità.
Tecnica fondamentale: La poesia leopardiana funziona proprio perché non dice tutto esplicitamente, ma lascia spazio all'immaginazione del lettore.